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Edward Steichen
Il Flatiron
1904
Gomma bicromata su stampa al platino
47,8X38,4cm
Metropolitan Museum of Art - New York
Nella luce incerta del crepuscolo, velata di foschia, si staglia la sagoma di un grattacielo.
L'atmosfera è indistinta quanto suggestiva: le lampade a gas illuminano un cielo che sta virando verso il blu scuro, la strada è lucida, come bagnata di pioggia; i rami spogli degli alberi si allungano sulla scena, popolata soltanto da un solitario pedone in cilindro.
E' una delle più note rappresentazioni di New York, che celebra il suo primo grattacielo, il Flatiron - letteralmente "ferro piatto" - edificato nel 1902 dall'architetto di Chicago Daniel Burhnam.
Questi risolse con una inusitata quanto brillante soluzione la difficoltà del sito, posto all'intersezione tra Broadway e la Quinta Strada, ideando una costruzione slanciata e triangolare, il cui carattere inconfondibile la rese uno dei soggetti preferiti dai fotografi americani di inizio secolo.
Steichen, Stieglitz e i colleghi miravano all'epoca ad affermare il potenziale artistico del loro medium, utilizzando peraltro elementi prettamente pittorici.
L'autore intervenne infatti sulla stampa, ritoccandola con velature di pigmento per potenziarne il fascino, mentre la composizione è ispirata agli stessi modelli della pittura: se l'accordo tonale evoca i "Notturni" di Whistler, l'inquadratura è debitrice delle stampe giapponesi.
Il loro equilibrio dinamico è ricercato grazie all'edificio che campeggia al centro, ma in secondo piano, prolungandosi idealmente oltre i margini della scena, alla strada in diagonale e agli effetti in controluce, che fanno apparire nere le silhouettes delle piante e dell'uomo.
Steichen restituisce una visione della città poetica e vagamente malinconica, rinunciando a esaltarne il lato frenetico e offrendone una proiezione intima, che rese la fotografia - di cui esistono presso il museo due varianti in altri colori - il prototipo dello studio cromatico del crepuscolo in un ambiente urbano moderno. ( Mar L8v )
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