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René Magritte
L'impero delle luci
( L'Empire des lumières - The Empire of Light, II)
1950
Olio su tela
114 x 146cm
MoMa - New York
“C’è voluta tutta la sua audacia per affrontare questo problema: estrarre contemporaneamente ciò che è chiarezza... La violazione delle idee, dei luoghi comuni e delle convenzioni, che sono legate alle fonti di luce, è tale che, me l’ha detto René Magritte, la maggior parte di quelli che procedono in fretta credono di aver visto le stelle nel cielo diurno''.
Le parole di Breton (1964), che ritrova in questo quadro “il vero buon senso, quello s’intende dei grandi poeti” di cui parlava Apollinaire, colgono bene la falsa naturalezza di questo quadro, che lo rende una bomba a scoppio ritardato, una mina così ben dissimulata tra le sabbie del quotidiano da lasciare indenne lo spettatore distratto o frettoloso.
Magritte si è arrovellato a lungo attorno al problema di un quadro che evocasse insieme la notte e il giorno, senza far ricorso a un simbolismo convenzionale: l’efficacia della soluzione adottata dipende, qui come altrove, dalla sua semplicità, che oppone un cielo diurno a un paesaggio notturno, illuminato con luci artificiali.
Come l’artista ha sottolineato, la “concezione del quadro”, l’idea che l’ha guidato nella realizzazione è deducibile dall’opera, ma non è ''visibile'': non vediamo la compresenza di notte e giorno, ma un paesaggio notturno sotto il cielo diurno.
E se l’idea non suscita alcun tipo di emozione, “questa evocazione della notte e del giorno mi pare dotata del potere di sorprenderci e di incantarci. Chiamo questo potere: poesia”.
Una poesia del visibile, che non è trasferibile ad altri linguaggi: ed ecco che la pittura di Magritte, spesso tacciata di letteratura, si rivela essere in realtà assoluta visività: “Se esiste una pittura non letteraria, e addirittura antiletteraria, è proprio quella che io cerco di realizzare. In effetti, la mia pittura non esprime nessuna idea nè alcun sentimento”. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 18/1/2023, 16:17 |
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