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Francisco José de Goya y Lucientes
Sabba (Il gran Caprone), 1797-1798
olio su tela, 44x31 cm
Madrid, Museo Nacional Lázaro Galdiano
Il 27 giugno del 1798 Francisco Goya presenta ai duchi di Osuna una fattura per la realizzazione di un ciclo di otto tele destinate alla loro residenza di campagna, l’Alameda, nei pressi di Madrid, aventi come oggetto un particolare tema in voga nell’aristocrazia spagnola, inerente alla stregoneria, l’esorcismo, il satanismo.
Si sa che il pittore si è riferito all’antica tradizione popolare spagnola, a lui sicuramente nota, ma anche alle opere drammatiche per il teatro realizzate da Antonio Zamora o ai racconti di Leandro Fernández de Moratín.
In questa scena il diavolo, impersonato da un caprone dal manto nero, muso bianco, corna enormi e occhi rossi, è ritto sulle robuste gambe posteriori pronto ad accogliere i bambini, probabilmente vittime sacrificali, che le streghe hanno rapito durante il giorno, o la notte, se i bagliori preannunciano l’alba piuttosto che il giorno.
I volti e le sembianze deformi delle streghe, i piccoli corpi legati brutalmente a un palo, il cadavere disteso per terra, le luci e le ombre sinistre di un cielo perfido solcato da agili pipistrelli, anticipano solo in parte quanto l’artista spagnolo realizzerà nei più maturi cicli figurativi delle pinturas negras alla Quinta del Sordo, approfondendo con maggiore intimità psicologica e spirituale le paure intime, le angosce esistenziali, gli incubi primordiali dell’uomo, al di là del tempo. (M.@rt)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Milea - 9/6/2014, 20:57.