Garden in Sochi

Arshile Gorky

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    CRI_204320

    Arshile Gorky
    Garden in Sochi
    1943
    Olio su tela
    78,7X99cm
    MoMa - New York







    ''Un campo di eccitazione prodigiosa'', ecco com'è stato definito uno dei dipinti più celebri dell'artista armeno, naturalizzato americano, che morì suicida nel 1948 dopo aver aperto involontariamente con le sue opere fatte di forme ibride, colori vibranti, dense di perturbazioni psicologiche frutto delle speculazioni surrealiste e di un collegamento diretto tra la pratica e l'inconscio, la strada dell'Espressionismo.

    Vosdanig Manoog Adoian nacque in Armenia nel 1904: a causa delle persecuzioni del suo popolo da parte del governo turco, nel febbraio del 192o si trasferì negli Stati Uniti.

    Nel 1925 giunse a New York e cambiò il proprio nome in Arshile Gorky: era già un artista talmente promettente che nel 1930 partecipò a una colelttiva al Museum of Art e in quegli anni strinse uno stretto legame di amicizia con Stuart Davis, John Graham e Willem de Kooning.

    Verso il 1936 cominciò ad abbandonare la sperimentazione sul linguaggio artistico cubista, per inaugurare una poetica fondata su composizioni in cui le linee sinuose e fluttuanti si dispongono a formare insiemi che evocano strutture organiche di forte impatto cromatico.





    Questa traduzione di immagini dei ricordi come un giardino a Sochi o sensazioni, come l'agonia che dà il titolo a uno dei suoi quadri più celebri, segue un processo teorico di origine surrealista nel far emergere ogni immagine dal profondo dell'inconscio, ma non fu estranea neppure al metodo spontaneo proposto da Kandinsky nel suo libro ''Lo spirituale nell'arte''. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 25/7/2014, 19:31
     
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