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Francisco José de Goya y Lucientes
Corrida con due picadores, 1825
olio su tela, 32x44 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
Sfiduciato in seguito alla nuova restaurazione dell’assolutismo, e ormai anziano, nella primavera del 1824, approfittando del clima di distensione indotto dall’amnistia voluta da Ferdinando VII, Francisco Goya si prepara, segretamente, all’esilio.
Chiedendo una licenza per andare a curarsi alle terme di Plombières, raggiunge invece la città di Bordeaux, luogo dove vivrà fino alla morte, sopraggiunta nel 1828. in questo periodo, probabilmente durante un viaggio a Parigi, Goya dipinge splendide e diverse scene di corrida, da alcuni attribuite al pittore Eugenio Lucas.
La vicinanza con le quattro litografie –tecnica usata per la prima volta da Goya proprio per questa serie- dei Tori di Bordeaux (El famoso americano, Mariano Ceballos; Picador disarcionato; Dibersione de España; Arena suddivisa), ha rimosso però ogni dubbio sulla autografia goyesca.
L’artista mette al centro dell’arena, insieme a tori e toreri, l’eterna lotta tra la vita e la morte, la dualità tra la ragione e la bestialità. Lo spirito di una secolare tradizione prende vita con estrema fluidità di tratto e grande emotività. Gli stessi temi si ritrovano nella serie della Taumachia. (M.@rt)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Milea - 22/6/2014, 22:43.