CHOPIN: il poeta della musica

La sua breve vita e l'eterna musica

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    FREDERIC CHOPIN
    Żelazowa Wola, 22 febbraio 1810
    Parigi, 17 ottobre 1849



    "A cosa assomiglia Chopin?

    Alla sua musica".



    Attraverso questa definizione,
    in apparenza semplice e scarna,
    il compositore e pianista Inaz
    Moscheles, uno dei re dei salotti
    dell'Ottocento, fece un ritratto
    perfetto di Fryderyk Chopin,
    uomo a tratti inafferrabile,
    dal carattere complesso, poeta
    prima ancora che musicista.

    Mai, probabilmente, un artista è
    stato così connaturato alle sue
    note: Chopin fondeva nella sua
    musica il sentimento e la nostalgia
    per la sua terra, la Polonia,
    abbandonata ventenne nel 1830,
    e mai più riveduta, con quella
    alternanza di malinconia ed
    entusiasmo caratteristico delle
    persone gravate da
    un'oscura minaccia.

    Proprio questo "male di vivere"
    per anni ha nuociuto all'immagine
    pubblica di Chopin, rappresentato
    a volte, e a torto, come l'autore
    di una musica salottiera e
    zuccherosa, per languide
    signorine da marIto, oppure come
    un uomo senza nerbo, pieno di
    manie tipicamente femminili.




    Edited by Lottovolante - 27/7/2013, 16:08
     
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    chopinm


    L'aspetto non lo aiutava: Fryderyk
    era gracile, anche per la tisi, che
    lo tormentava da quando era
    fanciullo, contratta forse sul letto
    di morte della sorellina Emilia.

    Pallido e biondo, aveva "occhi
    di un azzurro che si avvicina
    al grigio, che potevano essere
    resi ridenti da innocenti monellerie"

    come ha scritto il pianista Alfred Cortot
    (1877-1962), uno dei più grandi
    interpreti del compositore polacco,
    nella sua biografia dal titolo Alcuni
    aspetti di Chopin (1949):
    "La bocca
    e il mento sono da adolescente, ma
    le labbra sono esangui e la linea
    dell'ovale porta le tracce di una
    preoccupante fragilità.

    Soltanto il fremente naso borbonico
    oppone a questi segni minacciosi
    di consunzione interna lo strano
    ardore della sua vitalità".


    Un essere quasi immateriale, un "silfo
    del pianoforte"
    come amava definirlo
    un suo estimatore, il marchese
    Astolphe De Custine, omosessuale
    ed esteta, mentre era "Chip-Chip"
    per la compagna, la scrittrice Aurore
    Dupin, in arte George Sand, e
    "Chopinetto" per l'amico-rivale
    Hector Berlioz.

    Eterno adolescente, era capace di
    incendiarsi per una fanciulla appena
    conosciuta e soffrire per mesi, come
    accade per la cantante Konstancja
    Gladkowska, sua compagna di
    studi al conservatorio di Varsavia, che
    lo ignorava sistematicamente, della
    quale scrisse all'amico Jan Matuszynski
    "Finchè il mio cuore batterà non
    cesserò di amarla"
    e per la quale
    compose l'adagio del Concerto per
    pianoforte in fa.

    Ma bastava un'occhiata o una parola
    sussurrata da un'altra allieva a farlo
    innamorare perdutamente di nuovo.


     
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    frdricchopin


    Fryderyk Chopin, secondo figlio di
    Nicolas, francese di Marainville
    (Nancy), arrivato in Polonia nel 1787,
    e della polacca Justyna Krzyzanowska
    nacque nel 1810 a Zelazowa Wola,
    a 50 Km da Varsavia.

    Venne alla luce il 1 marzo, così ha
    sempre dichiarato la famiglia, ma
    i documenti parrocchiali riportano
    il 22 febbraio.

    Già nel settembre dello stesso anno
    la famiglia si trasferì nella capitale,
    dove il padre era stato nominato
    professore di lingua e letteratura
    francese in un liceo.

    Gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza
    in terra polacca rimasero per sempre
    nell'animo di Chopin come l'unico
    periodo davvero felice della sua
    esistenza, trascorsa giocando con
    le tre sorelle Ludowika, Izabella ed
    Emilia, mettendo in scena bizzarre
    rappresentazioni teatrali di cui era
    autore e attore, e perfino inventando
    un giornalino, chiamato Il Corriere di
    Szafarnia
    , in cui faceva resoconti
    umoristici della villeggiatura.

    Un Fryderyk allegro e solare: era un
    capace imitatore e scherzava con
    contessine e baronessine, tra una
    lezione e l'altra di pianoforte con
    Wojciech Zywny, il maestro con
    cui studiò dall'età di 7 fino ai
    12 anni, per poi passare sotto la guida
    dello slesiano Jozef Elsner, insegnante
    di violino e direttore del teatro
    dell'Opera di Varsavia.

    In realtà, Chopin imparò tutto da solo.

    Nessuno avrebbe potuto insegnargli
    nulla, la sua tecnica pianistica cresceva
    e si sviluppava con lui, come fosse una
    parte del suo corpo.

    Ma la musica che inseguiva era un'altra:
    per uttta la sua vita raminga cercò
    di ricostruire quel mondo perduto,
    gli affetti familiari, i primi "filarini",
    il suono delle canzoni popolari che
    ascoltava in campagna, la natura
    delle sua passeggiate solitarie.


     
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    fryderykchopinjpgscaled


    Tra le sue prime esperienze negative
    ci fu l'infelice amore per la contessina
    Maria Wodzinska.

    Voleva sposarla, ma il matrimonio fu
    osteggiato dai genitori di lei, preoccupati
    per la salute del futuro genero e per
    la differenza di ceto.

    Fryderyk mise questo amore nel cassetto
    dei ricordi, insieme con le lettere dell'amata
    e la rosellina appassita ricevuta in dono da lei.

    Ma prima le regalò un piccolo capolavoro,
    il Valzer dell'addio, scrivendo sulla busta
    "Moja bleda" (la mia disperazione).

    Il ragazzo polacco doveva ancora
    crescere e maturare i tanti aspetti della
    sua personalità.

    Come lo Chopin riservato e spesso
    scontroso, che detestava suonare
    in pubblico, ma che sapeva anche
    regalare momenti indimenticabili
    ai pochi eletti del suo cenacolo privato.

    Chopin capriccioso come una ragazzina,
    ma intransigente con i suoi editori
    musicali tanto da inviare da Probst e
    Pleyel l'amico pianista Julian Fontana,
    polacco come lui, con richieste economiche
    precise e inderogabili.

    O capace di impuntarsi tenacemente contro
    la decisione della compagna George Sand
    di cacciare di casa la figlia di lei Solange
    e il suo fidanzato, lo scultore Auguste
    Clèsinger, che sarà autore della musa di
    marmo bianco collocata sulla tomba del
    compositore al Père-Lachaise di Parigi
    che litigava di continuo con Maurice,
    l'altro figlio di George.




    Edited by Lottovolante - 6/7/2011, 17:37
     
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    Troppo innovativo per i suoi tempi,
    non ebbe subito un grande seguito.

    Dopo aver lasciato Varsavia ( con una
    coppa d'argento contenente un poco
    di terra del suo Paese), Chopin si
    diresse a Breslavia, poi a Praga
    e Dresda, prima di arrivare a Vienna,
    dove la sua arte non fu compresa.

    E non è strano: erano gli anni del pianista
    "tutto muscoli", del bellimbusto in marsina.

    La tastiera era dominata da gente come
    Franz Liszt e Sigismund Thalberg,
    Stefan Heller e fratelli Herz, musicisti
    dal suono potente e tonante, agli antipodi
    della ricerca timbrica di Fryderyk, capace
    di quegli effetti delicati e sfumati in grado
    di dare forma ai suoi pensieri più segreti.

    "Non vi è vera musica senza un pensiero
    nascosto"
    amava ripetere.

    E all'ottusità degli ascoltatori verso la sua
    arte (una dama lo definì "buon pianista,
    ma assai poco decorativo") controbatteva
    con l'arma dell'ironia: "Thalberg suona
    ottimamente, ma non è il tipo che preferisco.

    E' più giovane di me, piace alle signore,
    esegue pot-pourri della Muta di Portici,
    rende il piano col pedale e non con la mano,
    prende le decime come io prendo le ottave,
    e porta bottoni di brillante alla camicia"

    scrisse al solito Matuszynski il 26 dicembre 1830.

    Chopin si rinfrancava seduto al pianoforte
    a comporre valzer, mazurche, ballate, polacche.

    Ma poi, finalmente, arrivò a Parigi, che
    cominciò ad adorarlo fin da subito, da
    quando nel 1831 appena trasferitosi, prese
    casa in rue Tronchet.

    Nella capitale francese dava lezioni alle belle
    ereditiere dell'aristocrazia, a 25 franchi l'ora,
    e suonava per pochi selezionati amici, scriveva
    rare lettere alla famiglia e ai "suoi polacchi"
    Titus Woyciechowsky e Jan Matuszynski.

    E qui provò pianoforti Pleyel, così diversi
    da quei pantaleoni quadrati (antesignani del piano)
    su cui era abituato a esibirsi.


    spiano

     
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    chopinet


    Il dio della tastiera, Friedrich Kalkbrenner,
    lo avrebbe voluto come suo allievo, ma lui,
    previo consulto con il suo maestro Elsner,
    rifiutò, pur dedicandogli il suo primo
    Concerto per pianoforte e orchestra.

    L'editore Schlesinger si offrì di pubblicargli
    tutti i lavori e, data storica, il 26 febbraio 1832
    finalmete esordì della Salle Pleyel, il tempio
    del virtuosismo pianistico, accompagnato
    da un quartetto d'archi: suonò come sapeva
    il Concerto n.1 op. 11 e le Variazioni op.2
    sul tema del Don Giovanni mozartiano,
    opere che fecero scrivere a Robert Schumann
    "Giù il cappello, signori: un genio!".

    Ma Chopin non si curò mai dei pareri
    altrui, tantomeno delle lusinghe di
    "quel certo tedesco".

    Si preoccupava molto di più del suo abbigliamento
    si vestiva alla moda e di ciò discuteva a lungo
    con l'amico dandy Eugène Delacroix, e di come
    stare in società.

    Si preoccupava anche di non perdere troppo
    la calma durante le lezioni, con il rischio di
    sfasciare qualche sedia sulla testa di un
    allievo che infilava note false.

    Cercava di limitarsi, magari strappandosi
    i capelli o facendo a pezzetti le matite
    sulla scrivania.

    "Chopin in collera era spaventoso" disse
    la compagna George Sand.

    Erano forse gli eccessi di un malato, afflitto
    da una sensibilità morbosa, esacerbata
    dalla stanchezza per il lavoro incessante
    del comporre e delle lezioni con cui si
    procurava da vivere.


     
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    chopinlinkehand


    Chopin era un pianista inarrivabile,
    le sue mani "serpentine" sembravano
    danzare sulla tastiera con il leggendario
    "rubato" (termine musicale che indica
    un'alterazione di tempo, leggermente
    accelerato o diminuito, rispetto allo
    spartito) che lui interpretava a modo
    suo: con la sinistra eseguiva il segnato
    sullo spartito e con la destra il "rubato"
    cosa che dava alla musica un incessante
    dinamismo, una sorta di declamazone
    in versi delle note.

    "Chopin non è forse il più grande dei
    pianisti: egli è di più, è il solo"
    disse
    di lui Cristina Trivulzio, principessa
    di Belgiojoso.

    Eppure Fryderyk confidò all'amico-rivale,
    il pianista ungherese Franz Liszt, "io non
    sono adatto a dar concerti, il pubblico mi
    intimidisce, mi sento asfissiato da quei fiati,
    paralizzato da quegli sguardi curiosi, muto
    davanti a quei visi estranei".


    "Il suo stile è unico, sempre riconoscibile,
    come avviene nei grandi compositori" dice
    Irene Veneziano, 25 anni, semifinalista
    all'ultima edizione del Concorso Chopin,
    tenutasi a Varsavia lo scorso ottobre.

    "E' stato uno dei più puri melodisti, ha
    rinnovato il pianoforte attraverso un
    diverso uso del pedale, degli armonici.

    La sua scrittura sfrutta al massimo le
    possibilità tecniche dello strumento,
    in lui tutto è interiorizzato, meditato,
    ma la sua è una malinconia nobile,
    mai sdolcinata o soltanto sentimentale."


     
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    gerogesand
    George Sand


    Nel 1836, il 5 novembre (mese fatale per
    Chopin) il destino stava per preparargli
    uno dei suoi tiri mancini.

    Nell'appartamento di Liszt e Marie d'Agoult,
    all'Hotel de France, conobbe George Sand,
    scrittrice di idee vagamente libertarie, che
    vestiva come un uomo e fumava il sigaro.


    georgesand630t600x600cc


    Separata con due figli, conduceva
    una vita scandalosa.

    Aurore, il suo vero nome, lo avvolse nelle
    sue spire, Chopin se ne innamorò e la
    raggiunse a Perpignan due anni dopo,
    quando ormai il loro rapporto era
    consolidato.

    Sempre a novembre, i due partirono per
    Barcellona e quindi per Maiorca, dove
    Fryderyk trascorse momenti felici
    accanto a giorni disperati.

    Ciò non gli impedì però di ultimare uno
    dei suoi capolavori assoluti, i 24 Preludi,
    composto su un piano Pleyel inviatogli
    per l'occasione dallo stesso Camille Pleyel,
    proprietario della fabbrica e amico del
    compositore.

    Chopin stava male, la tisi lo consumava
    poco a poco, al suo ritorno dalla Spagna
    era esausto.

    Eppure trovò la forza per suonare ancora
    alla Salle Pleyel e passare le estati a
    Nohant, con George e i figli di lei e,
    nel 1844, anche con la sorella Ludwika
    e il marito, arrivati da Varsavia con
    la triste notizia della morte del padre.

    Tra il 1846 e il '47 gli eventi precipitarono:
    uscì il romanzo Lucrezia Floriani in cui
    la Sand metteva in piazza la sua storia
    con Chopin, assumendo la parte di eroina
    tradita e maltrattata dall'amante nevrotico.

    E nel 1847 la loro relazione finì, dopo
    che Fryderyk aveva difeso Solange e
    il fidanzato nella contesa con Aurore.

    I due si incontrarono casualmente per
    l'ultima volta il 4 marzo 1848, sulla soglia
    dell'abitazione di un'amica comune,
    la contessa Marliani, dicendosi solo
    poche parole di circostanza.


     
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    chopindeathsketchkwiatk


    L'ultimo concerto di Chopin a Parigi
    si tenne il 16 febbraio 1848, partner
    l'amico confidente segretario
    Auguste Franchomme, ottimo
    viooncellista.

    In aprile partì per l'Inghilterra invitato
    dall'allieva scozzese Jane Stirling,
    ricchissima e pia.

    Ma l'atmosfera opprimente dei salotti
    borghesi britannici non gli si confaceva,
    così come i commenti di chi lo ascoltava
    suonare, fra loro la regina Vittoria
    e il principe Alberto.

    "Non c'è dama che non appioppi alla
    mia musica un 'like water'
    (scivola
    via come l'acqua)" annotava sardonico.

    Jane l'avrebbe voluto addirittura sposare
    e lo umiliò regalandogli un pacco di
    sterline, Chopin inorridì e il 16 novembre,
    dopo aver suonato in pubblico per
    l'ultima volta nella sua vita, per la Società
    polacca di Londra, tornò stremato a Parigi.

    Nel 1849, dopo un'illusorio miglioramento
    che gli fece comporre le ultime due mazurche
    in sol minore e in fa minore, testamento
    musicale pubblicato postumo, la malattia
    che ormai non gli dava più tregua
    peggiorò definitivamente.

    A fine settembre traslocò nell'appartamento
    al 12 di place Vendôme, dove abitò per
    soli 15 giorni.

    Al suo capezzale, la sorella Ludwika,
    la contessa Delfina Potocka, l'allievo
    tedesco Adolph Gutmann, gli amici
    Franchomme e Thomas Albrecht.

    Chopin spirò alle 2 del mattino del
    17 ottobre, a 39 anni, dopo aver
    ricevuto i sacramenti.

    Aveva scritto su un biglietto: "Quando
    questa tosse mi soffocherà vi prego
    di far aprire il mio corpo perchè io
    non sia sepolto vivo".


    La salma riposa al cimitero del Père-Lachaise
    a Parigi, mentre il cuore, per suo stesso
    volere, fu trasportato a Varsavia
    dalla sorella Ludwika.


     
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