Macinatrice di cioccolato, n.2

Broyeuse de chocolat, n.2 - Marcel Duchamp, 1914

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    macinatricedicioccolato

    Marcel Duchamp
    Macinatrice di cioccolato n.2
    1914
    Olio e filo su tela
    65X54cm
    Philadelphia Museum of Art - Filadelfia







    Il primo pezzo progettato da Duchamp per l'"Apparecchio Scapolo" del "Grande Vetro" è la "Macinatrice di cioccolato", cui l'artista dedica due dipinti successivi e assai simili, il primo nel 1913.

    L'ispirazione nasce dal ricordo di una macinatrice di cioccolato che il pittore vedeva da bambino nella vetrina di una pasticceria: la forza archetipica della fantasia infantile accresce le connotazioni evocative di quest'oggetto, che riunisce in sè la sensualità del cioccolato e la freddezza meccanica del moto continuo.

    Questa macchina diventerà il centro del "Grande Vetro", come simbolo della masturbazione maschile, e lì si riprodurrà l'effetto della sua apparizione al di là di una vetrina.

    In una nota relativa al "Vetro" Duchamp scrive del resto che non ci si deve ostinare a "nascondere il coito che si svolge attraverso una lastra di vetro con uno o più oggetti di una vetrina".

    Nella sua autobiografia Man Ray ricorda di aver visto la macinatrice di cioccolato durante un viaggio in Normandia con Duchamp e scrive: "Da ragazzo tutte le mattine andando a scuola passava davanti a quella pasticceria, e da grande quello spettacolo quotidiano era diventato il soggetto di un quadro. E lo spettacolo continuava: il dipinto avrebbe potuto intitolarsi 'Moto perpetuo'".

    La fantasia dell'artista trasfigura la macinatrice, aggiungendovi tra l'altro un incongruo treppiede in stile Luigi XV e una "cravatta" superiore, che nel "Vetro" servirà a colelgarla agli altri ingranaggi dell'"Apparecchio Scapolo".

    Nel dipinto del 1914 la macchina si staglia su uno sfondo irreale: l'immagine è piatta e senza ombre e ha la precisione di un disegno geometrico o architettonico.

    La negazione della pittura passa anche attraverso l'utilizzo del filo per tracciare i contorni dei rulli e l'apposizione di un'etichetta di pelle stampata con il titolo e l'anno: Duchamp sembra sostituire l'opera stampata concon un prodotto commerciale, utilizzando in un certo senso la stessa idea del ready-made. ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 8/7/2014, 20:33
     
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