Mains et fleurs (Mani e fiori)

Tamara de Lempicka, 1949

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Pl@net Admin
    Posts
    34,024
    Location
    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

    Status
    Offline

    mainsetfleursp

    Tamara de Lempicka
    Mains et fleurs, 1949 circa
    (Mani e fiori)
    olio su tela, 31,5x25 cm
    Fundación V.M. Contreras




    Una natura morta in cui confluiscono alcuni dei soggetti preferiti dalla Lempicka: gigli, rose, viole del pensiero, su cui poggiano due mani graziosamente incrociate. Le mani sono l’elemento clou del dipinto, raffigurate isolate, come se in esse fosse trattenuta l’essenza di una persona, fluttuanti frammenti di pura energia.
    Soggetti in cui si cimenta negli anni Quaranta, le mani sono sempre state una delle caratteristiche dei suoi dipinti, forgiate come elementi meccanici, d’acciaio o di plastica, negli anni Venti e Trenta, nodose e rugose in alcune rappresentazioni più drammatiche, delicate e curate nel caso di certe contadine della fine degli anni Trenta.
    Mai, comunque, riscossero l’approvazione della critica; forse per questo motivo, divennero per la Lempicka un’ossessione, tanto da rilasciare un’intera intervista sul tema al “New York Lights”, pubblicata l’8 gennaio 1940, in cui raccontava come potessero essere da sole, l’intero soggetto di un dipinto.
    La focalizzazione sulla rappresentazione delle mani, è sempre stata un momento di studio per gli artisti di ogni tempo; sicuramente la Lempicka era rimasta affascinata dalle mani di Dio e di Adamo dipinte da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina e forse aveva visto proprio a New York, quel capolavoro che è La Main de Dieu di Rodin.




    manirodin







    Auguste Dodin
    La Main de Dieu
    1896-1902 circa

    New York
    Metropolitan Museum of Art










    maywaldlempicka

    Però la suggestione più forte la Lempicka l’ha avuto probabilmente, dalla diffusione negli anni Trenta di scatti fotografici di importanti autori concentrati proprio sulle mani di grandi personaggi, di cui non ritraevano il volto, ma concentravano l’attenzione unicamente su questa parte anatomica, considerata essenziale per raccontare una personalità e la sua creatività, essendo le mani il mezzo attraverso cui l’ispirazione si traduce in opera, si concretizza.
    Insomma, quando parla di dipinti con sole mani la Lempicka non è “bizzarra”, ma si riferisce a una delle tematiche più moderne e attuali nella Parigi che ha appena lasciato.

    Ecco allora che i dipinti realizzati in America su questo soggetto diventano il documento non solo di un’ossessione, ma dell’estremo tentativo di appropriarsi e trasporre in pittura un tema attuale in un settore, la fotografia, che la Lempicka aveva sempre attentamente studiato.
    Non è dunque un caso che, tra gli scatti realizzati da Maywald nel suo studio parigino nel 1948-1949, ne compaia uno in cui l’attenzione è focalizzata sulle sue mani, una illuminata da una lampada e atteggiata quasi in una figura da ombra cinese, l’altra curatissima, portata al volto.

    Convinta del potere comunicativo delle mani e della loro gestualità, come una consumata attrice Tamara le muoveva lentamente, in gesti affabulatori, sempre ornate da giganteschi anelli, tra cui il topazio che le aveva regalato d’Annunzio, ben visibile negli scatti di Maywald. (M.@rt)





    Edited by Milea - 2/7/2014, 11:26
     
    .
0 replies since 23/7/2011, 15:41   84 views
  Share  
.