Portrait du baron Kuffner agé

Tamara de Lempicka, 1954

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Tamara de Lempicka
    Portrait du baron Kuffner agé, 1954 circa
    (Ritratto del barone Kuffner anziano)
    olio su masonite, 30,2 x 22,9 cm
    The University of Texas at Austin



    Oltre trent’anni di rapporto, ventotto di matrimonio: questo il lungo legame che il barone Raoul Kuffner ebbe con la Lempicka, che di lui ha lasciato quattro ritratti; una piccola tavola nel 1928, oggi al Museo d’Art Moderne di Parigi, un disegno nel 1939, e due dipinti nel 1954.

    Portrait du baron Kuffner
    dicembre 1928
    olio su tavola, 35 x 27 cm
    Parigi, Musée National d’Art Moderne
    Centre Georges Pompidou


    baronkuffner



    Elegante e raffinato, dai profondi occhi azzurri, che la Lempicka mette in risalto nel primo ritratto, nei dipinti del 1954 il barone è ormai un anziano nobiluomo, forse molto provato dagli eventi degli ultimi anni, con anacronistici baffi alla Francesco Giuseppe che raccontano la sua provenienza mitteleuropea e l’appartenenza a un mondo finito da tempo.
    Nel grande impero di Kakania, il primo barone Kuffner era stato l’ungherese Karl, padre di Raoul, nobilitato proprio da Francesco Giuseppe, e la principale proprietà era il castello di Dioszegh, vicino Breslavia, dal 1920 compreso nei territori cecoslovacchi.
    Pur essendo sposato con Cara Carolina von Haebler e avendo già due figli –Peter e Louisanne- Roul Kuffner conduceva alla fine degli anni Venti una vita alquanto disinvolta, dove aveva un’amante, la ballerina spagnola Nana de Herrera, artista di una certa fama.
    Trentenne sull’orlo del divorzio Tamara, facoltoso Raoul: il titolo nobiliare e il denaro all’inizio furono probabilmente le maggiori qualità che la Lempicka vide in Kuffner. Certo è che realizza il ritratto di Nana de Herrera, soppiantandola in breve nel ruolo di amante, conquistando colui che sarebbe divenuto suo marito e uno dei maggiori collezionisti, che –nonostante il rapporto- ottiene i dipinti dell’artista, sempre dietro pagamento.

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    Si sposano nel 1934, a Zurigo, mentre era già iniziato lo spostamento della collezione Kuffner da Dioszegh alla Francia. Secondo i documenti, l’intera collezione arriva negli Stati Uniti nel 1940.
    Della vita hollywoodiana di Raoul Kuffner abbiamo diverse notizie: alla stampa è stato sempre presentato come un nobiluomo dedito alla caccia, si sottolinea che abbia immense proprietà in Europa, soprattutto negli articoli in cui la coppia reclama la cittadinanza americana, spesso è citato in occasioni particolari, ma a un certo punto, dopo circa un anno di feste nella casa affittata a Beverly Hills, comincia a disertare i fastosi ricevimenti organizzati dalla moglie, dove granduchi e nobili europei mangiano e danzano insieme alle stelle del cinema fino a mattina.

    Una foto dell’11 dicembre 1941mostra la coppia all’interno della villa: Tamara domina la scena con la sua mise da attrice, cappello e gioielli, e guarda l’obiettivo, il barone è al suo fianco, premuroso e attento, alle spalle le foto dei dipinti della Lempicka, incorniciate e appese a diffondere l’immagine della baronessa artista, peraltro reduce da una tournée di mostre, organizzata da Julien Levy e finanziata da Kuffner, economicamente disastrosa per le vendite.



    Pochi mesi dopo, il 17 luglio 1942, compare sul “New York Times” l’annuncio dell’acquisto da parte del barone, di un “Duplex” al 332 East Fifty-seventh Street. I Kuffner hanno anche una casa a Westport, nel Connecticut. E continuano a vivere come piace a Tamara, viaggi e feste, abiti e gioielli, mentre il nome di Raoul compare sulla stampa per qualche donazione al New York National War Fund.
    Certo è che il nome di Tamara come artista, compare sempre meno sulle pagine dei giornali e inizia la decadenza per il barone; di lui si ha ancora qualche notizia riguardo a un furto subito durante una caccia all’anatra in Scozia. Morirà dieci anni dopo, il 3 novembre 1961, durante il viaggio di ritorno dall’Europa, dove si era tenuta, a Parigi, una mostra della Lempicka. Per le difficoltà economiche in cui i due versavano, non viaggiavano più insieme in aereo, ma uno andava in nave. E durante il viaggio in nave, quella volta il barone morì, solo. Fu sepolto in mare e il suo annuncio di morte compare sul “New York Times” solo il 22 novembre, due giorno dopo che Tamara aveva inaugurato la sua mostra alla Iolas Gallery.
    Le strade dei Kuffner e di Tamara si dividono qui: i figli del barone non vorranno più vederla, né parlarle. (M.@rt)




    Edited by Milea - 2/7/2014, 11:17
     
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