Perchè non starnutire Rrose Sèlavy ?

Why not sneeze Rrose Sélavy ? - Marcel Duchamp, 1921

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    Marcel Duchamp
    Perchè non starnutire Rrose Sèlavy ?
    1921
    Ready-made:
    152 cubetti di marmo in forma di zollette di zucchero,
    termometro e osso di seppia in una gabbietta per uccelli
    11,4X22X16cm
    Philadelphia Museum of Modern Art - Filadelfia





    Duchamp esegue questa scultura per Dorothea Dreier, sorella di Katherine; ha accettato la commissione solo a patto di disporre della massima libertà, e il risultato è tale che la destinataria, profondamente turbata, cede l'opera alla sorella.

    "Perchè non starnutire Rrose Sèlavy ?" è una scultura surrealista ante-litetram: sembra infatti una visione, un misterioso incontro tra sogno e realtà, e ha l'atmosfera sospesa di un'opera di Magritte o di Ernst.

    Entro una gabbietta senza canarino sono ammassati un osso di seppia, un termometro e dei cubetti simili a zollette di zucchero: in realtà sono fatti di marmo e il termometro è lì apposta ( e assurdamente ) per misurare la loro freddezza.

    L'artista si prende gioco dello spettatore, come già in "Fresh widow": chi cercherà di sollevare la gabbietta credendo che sia piena di zucchero rimarrà stupito dal suo peso.

    Vi è molta ironia dada in quest'opera: la componente umoristica è richiamata anche nel titolo, che sembra invitare a un gesto istintivo e liberatorio, che non è affatto serio ma anzi spesso ridicolo: lo starnuto.

    L'autore gioca sulle aspettative negate: non c'è un canarino ma solo un osso di seppia, non c'è la dolcezza dello zucchero, non c'è il calore ma il freddo.

    Gli ogegtti sembrano accoppiati per libere associazioni, anticipando anche in questo la tecnica surrealista del pensiero analogico, che nel 1868 il poeta Lautréamont aveva già anticipato in una frase poi ripresa da Breton: "Bello come l'incontro fortuito tra un ombrello e una macchina per cucire su un tavolo operatorio".

    E' stata rilevata un'interessante analogia tra la scultura di Duchamp e l'immaginario evocato in una poesia di Gertrude Stein del 1915-1917, costruita come una successione senza senso di sugegstioni e sentimenti: vi compare tra l'altro l'immagine di un "uccello giallo" e la frase "sollevare il vento è zucchero". ( Mar L8v )


    Edited by Milea - 8/7/2014, 19:49
     
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