SIGIRIYA

Sri Lanka, il palazzo nel cielo

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    SIGIRIYA

    Il palazzo-fortezza nel cielo


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    Sri Lanka, distretto di Sigiriya



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    Hanno la carnagione ambrata e i seni pieni appena velati da drappi di tessuti preziosi. Sorridono complici e lanciano sguardi carichi di desiderio, offrendo fiori di loto allo spettatore.
    Alcune di loro danzano, muovendo con leggiadria il capo cinto dal diadema e le braccia adorne di braccialetti.

    Forse creature divine - le apsara, danzatrici celesti della tradizione buddhista e induista - o forse ancelle di corte, incantevoli fanciulle dipinte sulla parete ovest della rocca di Sigiriya, sono un inno all’amore.

    Il loro stupefacente realismo appartiene a pieno titolo a una delle più profonde radici dell’arte, quella dell’”imitazione mimetica” della natura.

    Secondo il Sihigiri Vihara, l’antico libro singalese che contiene una sorta di “guida turistica” a Sigiriya, un artista - purtroppo rimasto anonimo - dipinse sulla roccia un magnifico corteo di 500 fanciulle, così belle che chi vi posava lo sguardo se ne innamorava perdutamente.

    Tanto che al tempo di re Kasyapa I, a Sigiriya venivano prodotte e donate ai visitatori come souvenir, statuette di terracotta con la loro effigie.
    Oggi a 1500 anni di distanza, di quel corteo femminile restano solo 22 figure, ma non per questo ha smesso di destare ammirazione.

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    La rocca di Sigiriya, una magnifica città palazzo costruita ad abbracciare un monolito di arenaria che si erge per 200 metri sopra la fitta foresta tropicale, nel cuore dell’isola di Ceylon, ha l’aspetto di un paradiso in terra.
    Quella che fu la sede del regno singalese tra il 477 e il 495 sorse però a causa di un crimine tra i più odiosi: il parricidio.
    Come racconta il Mahavamsa, il più antico testo di storia singalese, infatti, a volerla fu Kasyapa I, il sovrano che usurpò il legittimo trono del fratellastro Mogallana, dopo aver ucciso il padre Dhatusena I, appendendolo a testa in giù in una tomba mentre era ancora in vita.

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    Dopo l’atroce delitto, Kasyapa I fuggì da Anuradhapura, allora capitale del regno, alla volta di Sigiriya.
    Ai piedi della montagna fece costruire un insieme ordinato di giardini, delimitati da muretti e fossati colmi d’acqua, e punteggiati di piscine, fontane -alcune delle quali ancora oggi in funzione durante la stagione delle piogge- e padiglioni per ospitarvi le truppe, i dignitari di corte e uno stuolo di concubine.

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    Poco più in su, invece, fece realizzare un giardino roccioso, il cui aspetto apparentemente selvaggio era ed è, in voluta contrapposizione con la perfetta simmetria di quelli sottostanti. Vi trovarono posto, in una grotta, la sala delle udienze con un trono scavato nella roccia 5 metri, varie cisterne per la raccolta dell’acqua e un piccolo teatro dove si tennero le prime rappresentazioni di musica e poesia della storia dell’isola di Ceylon.

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    Circa 1500 graffiti con brevi componimenti poetici e frasi d’amore ricoprivano invece il Kat Bitha, il muro –staccato e reso lucido come uno specchio- della galleria che conduce all’ingresso del palazzo reale di Kasyapa I. qui un portale monumentale in mattoni e legno ricoperto di stucco, a forma di leone – di cui oggi restano le zampe con gli artigli- introduceva a una vertiginosa scalinata costruita sulla parete verticale del monolito roccioso, dove venne dipinto il corteo delle fanciulle.


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    In cima si trovava la dimora del re e della regina, abbellita da giardini e piscine. Oggi ne restano solo le fondamenta, così come l’antica scalinata è stata sostituita da una più sicura struttura metallica, ma il panorama merita la fatica della salita.

    Il trono

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    Kasyapa I visse negli agi del palazzo di Sigiriya per quasi 18 anni, tanti quanti ne furono necessari a Mogallana per organizzare un potente esercito e marciare alla volta della rocca. Pur di non cadere prigioniero del fratellastro, Kasyapa I si suicidò, e la sua fine segnò quella di Sigiriya. Anuradhapura tornò a essere la capitale del regno e, fino al XIV secolo, quello che era stato un luogo di piaceri terreni venne occupato da una comunità ascetica di monaci. (M.@rt)







    Edited by Milea - 21/7/2014, 20:46
     
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