L’antica TEBE e la sua necropoli

Egitto, Governatorato di Qena

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    L’antica Tebe e la sua necropoli


    tebenecropolip

    Egitto, Governatorato di Qena



    La falesia di arenaria di Deir el- Bahari:
    nella parte superiore dell'immagine, nell'ombra del mattino,
    si distinguono gli ingressi di alcuni sepolcri


    tebenecropolix




    statua20

    Da queste parti, circa 675 chilometri a sud del Cairo, dove il Nilo compie una stretta ansa ed è fiancheggiato da una bassa catena di montagne corrugate, il turismo non è certo una novità e, con esso, l’insopprimibile desiderio dei visitatori di lasciare una traccia del loro passaggio sui monumenti e opere d’arte. A Tebe però, capitale delle dinastie egizie durante il Nuovo Regno, tra il 1570 e il 1070 a.C.. le intemperanze dei turisti sono diventate un pezzo di storia.

    I primi a passare di qui, infatti, ancora in epoca tolemaica, furono viaggiatori greci e romani che lasciarono sulle parete delle tombe dei faraoni nella Valle dei Re, almeno 2000 graffiti, ai quali si accompagnano scritte in fenicio, cipriota, licio, copto e altre lingue, a ricordarci che la grandezza del Regno d’Egitto era già leggendaria prima dell’inizio dell’era cristiana.

    Gli scrittori classici greci Strabone e Diodoro Siculo, seguiti da Pausania, già descrivevano Tebe, Waset per gli egizi, come una città dalle incredibili meraviglie, e i ricchi cittadini dell’altra sponda del Mediterraneo si avventuravano in terra d’Egitto per poter ammirare i magnifici templi, gli spettacolari Colossi di Memnone e la sterminata necropoli della Valle dei Re. Per Diodoro, addirittura, le tombe “non lasciano ai posteri la possibilità di produrre nulla di più bello”.

    Ai giorni nostri, Luxor, la città sorta sulla sponda sinistra del Nilo sul luogo dell’antica capitale, in un’area abitata da almeno 250.000 anni, è considerata il più straordinario museo a cielo aperto del mondo. Qualche chilometro a nord della città sorge il tempio di Amon-Ra a Karnak. Consacrato al dio Sole, uno dei più venerati dell’antico Egitto.

    tebe2



    Costruito intorno al 1900 a.C. da un faraone del Medio Regno, Sesostri I della XII Dinastia, non ha mai cessato di crescere e di trasformarsi fino al IV secolo d.C.
    Ogni faraone volle lasciarvi una traccia, perché il tempio di Amon-Ra riflette la concezione che gli antichi egizi avevano del mondo. La sua struttura si dispone lungo due assi: uno, in direzione est-ovest, segna la traiettoria del Sole, simboleggiando la natura divina delle cose; l’altro, in direzione, nord-sud, parallelo al corso del Nilo, era legato al territorio e alla funzione regale, che vedeva nel faraone la fusione di elementi divini e umani, per assicurare l’eterna prosperità al regno.

    tempiodiluxor



    Più a sud, proprio nel cuore della città, sulla sponda orientale del Nilo, sorge il tempio di Luxor, eretto sotto il regno di Amenhotep III (1386-1349 a.C.) , che era collegato al primo da una lunga via processionale lastricata e costeggiata da sfingi, chiamata dromos, di cui si può osservare un tratto proprio davanti al tempio. Detto anche “L’Harem meridionale di Amon”, fu a sua volta iniziato da Amenhotep III e concluso da Ramesse II.
    Il grande tempio di Karnak, secondo le testimonianze lasciate dai papiri, ospitava non meno di 20.000 sacerdoti per il culto di Amon. Una volta l’anno, in occasione della “ festa -opet”, i sacerdoti liberavano la statua di Amon dal suo tabernacolo e la trasportavano in processione su un simulacro di barca in legno dorato fino al tempio di Luxor.

    tempiodikarnakingresso



    Sull’altra sponda del fiume, quasi a voler sottolineare la distanza tra il governo delle cose divine, incarnato dai sacerdoti di Karnak, e quello delle cose terrene, Amenhotep III fece costruire la sua residenza, che fra i palazzi dei faraoni è quello giunto a noi nelle migliori condizioni.
    Come gli altri edifici abitativi egizi, il palazzo era costruito in mattoni di fango (la ragione per cui molti di questi edifici sono andati perduti) e doveva ospitare, oltre al faraone, la moglie Tiy e le 317 concubine ittite che si diceva avesse ricevuto in dote per aver sposato una principessa di quel regno.

    tebe



    Malkata, questo il nome arabo del palazzo, era anche sede di attività amministrative e nelle vicinanze era sorto un villaggio per gli artigiani e la servitù che doveva occuparsi delle esigenze del sovrano.
    A un chilometro e mezzo di distanza si incontrano i colossi di Memnone, le due gigantesche statue di quarzite raffiguranti Amenhotep III (23 metri di altezza per un migliaio di tonnellate di peso ciascuno) che si trovavano all’ingresso dell’originario tempio funerario del faraone.

    tebecolossi



    Qui, ai piedi della falesia calcarea di Deir el Bahari e alle spalle di quel primo maestoso tempio, sono allineati altri 14 templi funerari di altrettanti faraoni, tra i quali Ramesse II, Amenhotep II e Seti I, per citarne solo alcuni tra i più celebrati, che dovevano durare in eterno perchè i sovrani fossero sempre ricordati dai loro sudditi.

    colonne




    ancella35

    Ma la fama di Tebe si deve soprattutto, oggi come nell’antichità, alla Valle dei Re e, sia pur in minor misura, alla vicina Valle delle Regine, i due complessi cimiteriali che sorgono proprio alle spalle della falesia.
    Tra le due, si estendono le necropoli civili impropriamente chiamate “tombe dei nobili”, un complesso di 500 sepolture che si distingue dalle tombe reali per le strutture architettoniche e per la modestia delle decorazioni.

    Nella Valle delle regine si contano 75-80 tombe, risalenti alla XVIII, XIX e XX Dinastia e dedicate alle moglie dei faraoni, ma anche ai figli e altri parenti. Vi si trovano le sepolture di Titi, della XX Dinastia, quella del giovane Khaemwesw w di Amenhikhopeshef, figlio di Ramesse III.

    Ma la tomba più nota, considerata una delle più belle di tutto l’antico Egitto, è senza dubbio quella di Nefertari, la moglie favorita di Ramesse II.
    Il sepolcro è completamente dipinto con scene in cui la regina, “la più bella di tutte”, si accompagna alle divinità egizie, abbigliata con una veste bianca e cinta da una corona d’oro adorna di penne di avvoltoio.

    faraonep





    Nella Valle dei Re, una profonda fenditura nei calcari delle montagne tebane, sono state individuate 62 tombe; molte contengono i resti umani di faraoni, altre appartengono ad alti dignitari, mentre alcune erano semplici pozzi funerari privi di iscrizioni.

    tebeaffresco



    Il primo a essere sepolto nella necropoli fu probabilmente Thutmosi I , all’inizio della XVIII Dinastia : la sua tomba si trova in fondo alla valle, seguita solo da quella di Seti II e preceduta da quella di Septah. In una valletta laterale sono situate le sepolture di Hatshepsut e Thutmosi IV, mentre nel cuore della necropoli si susseguono le tombe di altri 15 faraoni.

    camerafuneraria



    La pianta delle tombe reali è complessa, ma generalmente comprende una scala, un corridoio ascendente sul quale si aprono una o più sale e, infine, la camera sepolcrale destinata a contenere il sarcofago del sovrano, in cui, secondo la religione egizia, aveva luogo la trasformazione del re in entità divina.

    sarcofago



    Le pareti erano ornate con bassorilievi policromi e le scene non rappresentavano mai aspetti della vita quotidiana o episodi storici, bensì il mondo dell’aldilà e il viaggio che il faraone doveva intraprendere per arrivare nel regno di Osiride.

    soffittop





    Trionfo della potenza egizia nell’epoca del suo massimo splendore e luogo delle meraviglie per l’antichità greca e romana, Tebe cadde nell’oblio per lunghi secoli, dopo la conquista araba dell’Egitto, per essere riscoperta soltanto all’inizio del XVIII secolo dal gesuita Claude Picard, che vi giunse nel 1726. Con il XIX secolo, la “moda dell’antico Egitto” prese a furoreggiare per l’Europa e i monumenti di Tebe richiamarono archeologi, studiosi , artisti ma anche personaggi senza scrupoli in cerca di denaro ottenuto facilmente contrabbandando oggetti antichi.

    dipinto3



    Molte ricchezze delle tombe della Valle dei Re furono depredate, ma gli studiosi europei contribuirono in maniera decisiva alla decifrazione dei geroglifici e alla riscoperta della capitale egizia per tutto il XIX secolo e anche oltre.
    Fino al 1922, quando Howard Carter, con un immane lavoro durato un decennio, riportò alla luce una delle più affascinati e misteriose tombe della Valle dei Re: il sepolcro di Tutankhamon, il faraone bambino. (M.@rt)

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    Edited by Milea - 21/7/2014, 20:34
     
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