TIKAL

Guatemala, Provincia di El Peten

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Tikál


    tikalpiazzagrande

    Guatemala, Provincia di El Peten



    Durante la fase di progettazione del film Guerre stellari, gli scenografi avevano dovuto fare notevoli sforzi di immaginazione per creare le spettacolari location per le quali il film è famoso. Non tutti sanno però, che molti dei paesaggi della galassia lontana in cui si dipana la storia sono copiati da luoghi reali e che la base apparentemente fantasiosa dei ribelli guidati dalla principessa Leila, è una ricostruzione fedele di Tikál.
    Questo straordinario sito maya immerso nell’intricata foresta del Guatemala è, bisogna ammetterlo, un “mondo a parte”. Tanto che uno dei complessi monumentali è stato battezzato Mundo Perdido per la sua struttura labirintica ed estraniante, che fa a gara con quella della natura circostante.

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    Un tempo le numerose piramide in pietra arenaria dell’antica città, che rappresentano le montagne dove nacque il mais, alimento sacro dei Maya, erano ricoperte di stucco affrescato a colori sgargianti con scene di riti religiosi o, addirittura, erano interamente dipinte di rosso, come rosse erano le stele della Grande Piazza, che recavano le immagini di 26 tra i sovrani che si alternarono alla guida di Tikál. Ma quei colori, ormai dilavati da secoli di pioggia, sono identici ai piumaggi degli uccelli, pappagalli, tucani, colibrì, che nidificano tra le fenditure dei templi.

    tikal6



    Racchiusa in un parco nazionale esteso per 576 ettari, Tikál fu una delle città più importanti della Mesoamerica. Venne fondata nel Vi secolo a.C. su un’altura ricca di frutti commestibili, di alberi dal legno pregiato, come lo zapote, e di selce, la pietra con la quale i popoli dell’antichità forgiavano armi e utensili.
    Tikál era già un centro di una certa importanza quando, nel 230 d.C. salì al trono Yax-Moch-Xoc, fondatore di una dinastia che avrebbe regnato a intervalli fino al X secolo d.C., venne misteriosamente abbandonata.

    Il Complesso Q venne fatto costruire da Yax Ain II, terz’ultimo sovrano di Tikál.

    complessoq



    Nel suo lungo periodo d’oro la città arrivò a contare 100.000 abitanti, a commerciare con centri lontani come Teotihuacán e a estendere il suo dominio fino all’odierno stato del Belize. E sono circa 3000 gli edifici, palazzi, piramidi, terrazze, campi per il gioco della palla e persino bagni termali, che testimoniano l’abilità e l’originalità architettonica e artistica dei suoi costruttori. Il più stupefacente degli edifici religiosi della città risale all’VIII secolo. E’ il cosiddetto Tempio I o “del Grande Giaguaro”, costruito in onore di Ah Cacau (682-734), ventiseiesimo signore di Tikál.

    Le varie piramidi del complesso del Mundo Perdido furono costruite
    con precisi allineamenti in relazione alla posizione del Sole.


    grandeiramide



    Si tratta di una piramide alta 44 metri con in cima un sacrario che un tempo aveva un architrave scolpito con una rappresentazione dei tredici regni del paradiso maya. La scoperta della sepoltura del sovrano all’interno del monumento ha permesso il ritrovamento di un corredo funerario composto da oggetti di giada, ossi incisi con disegni e geroglifici, oro, perle e aculei di pastinaca usati per i salassi rituali. Di grande interesse sono anche le piazze, sulle quali si affacciano templi a camera e piramidi, e la cosiddetta “Acropoli”. Il Tempio I, luogo ci sepoltura di Ah Cacau, si affaccia sulla grande piazza. L’Acropoli centrale si compone di una serie di terrazze cerimoniali e camere adorne di pitture raffiguranti gli dèi e i principali eventi della storia di Tikál.

    tempioi



    Gli studiosi credono che il Tempio II, seppur privo di camera funeraria,
    sia sorto per volontà di re Ah Cacau, in onore della moglie.


    tempioii



    E’ ancora incerto se si trattasse di un complesso di residenze reali oppure di un centro amministrativo e cerimoniale. Si compone di un centinaio di stanze disposte in modo apparentemente disordinato, fatto dovuto alla consuetudine di costruire su strutture preesistenti.

    Finemente dipinto, questo incensiere in terracotta
    faceva parte del corredo di re Huh Chaan Mah K’ina (VI secolo)


    vaso



    Le parti più antiche dell’Acropoli sono databili intorno al 400 a.C., mentre l’enorme terrazzamento che sovrasta il complesso, riccamente decorato da maschere raffiguranti il giaguaro, il serpente piumato e altri animali sacri ai Maya, risale all’epoca di Ah Cacau, colui che ebbe il peso maggiore nel dare alla città il suo aspetto monumentale.

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    In traduzione, il nome di quel sovrano significa “Re cioccolato” e può far sorridere; vero però è che furono i Maya a inventare il dolce più amato del mondo e furono sempre loro i primi a masticare l’estratto dell’albero del Chicle, antesignano del moderno chewing gum.

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    Oggi custodito nel museo locale,
    questo idolo in terracotta
    fu parte
    del corredo funerario
    rinvenuto in quella
    che le iscrizioni sul sarcofago
    hanno identificato
    come la tomba di
    Huh Chaan Mah K’ina
    (re “Naso Ricurvo”),
    uno dei sovrani della città.












    Questa magnifica maschera funeraria in giada, madreperla, ossidiana e serpentino è datata al 527 d.C. L’oggetto rinvenuto nella Tomba 160, era spezzato in 74 frantumi, ma gli archeologi sono stati in grado di riassemblarlo grazie a immagini simili scolpite sulle stele di Tikál. (M.@rt)


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    Edited by Milea - 21/7/2014, 20:19
     
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