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Paul Klee Attore 1923 Olio su carta con olio e inchiostro su cartone 46,5X25cm Collezione privata
Come "Senecio", anche quest'olio è da considerarsi nell'ambito dell'interesse dell'artista per il teatro e gli attori.
Alfred Barr sostiene che il personaggio ritratto rimanda a maschere cerimoniali della Malesia, confermando, se tale riferimento fosse giusto, l'importanza che l'arte primitiva ha per Klee e gli artisti che gravitano attorno al Bauhaus.
I lineamenti esotici del volto e i monili che sembrano ornare il corpo dell'attore indicano la derivazione orientale del soggetto.
Anche in questo caso, come del resto in "Senecio", l'artista mostra una predilezione particolare per il mondo della puerizia, dei pupazzi, della fantasia infantile, punto di riferimento per il Bauhaus, intesa come mondo della libertà creatrice e dell'innocenza.
Come voci della coscienza, però, tali maschere, gli attori e i burattini sembrano emergere e farsi espliciti alla luce di una potenza artistica quasi razionalizzante, che li inserisce in un sistema codificato, tra le altre cose, dalla serialità della ripetizione.
Il fascino esercitato dal teatro sul gruppo che faceva riferimento al "Cavaliere azzurro", alle cui mostre e pubblicazioni aveva in passato partecipato anche Klee, veniva in primo luogo dal suo carattere di arte sintetica e "totale".
Sempre fonte di ispirazione e riflessione, il teatro impegna comunque concretamente Klee soltanto in occasione della costruzione di un teatrino di marionette per il figlio Felix ( l'artista realizza, oltre le piccole scenografie per il teatrino, anche una serie numerosa di pupazzi che rappresentano personaggi dai nomi bizzarri: "Il barbiere di Bagdad", "Lo spirito della scatola di fiammiferi", "La morte". ( Mar L8v )
Edited by Milea - 12/9/2022, 09:42
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