Ritratto di gentiluomo con zampino di leone

Lorenzo Lotto, 1527 circa

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Lorenzo Lotto
    Ritratto di gentiluomo con zampino di leone, 1527 circa
    olio su tela, 95,5x69,5 cm
    Vienna , Kunsthistorisches Museum



    Le prime notizie relative a questo dipinto risalgono al 1659, quando è elencato tra le opere della collezione dell’arciduca Leopoldo Guglielmo. L’identità del personaggio ritratto e la data di esecuzione del dipinto non sono noti; la tela è collocata per ragioni stilistiche all’inizio del periodo veneziano.
    Il gentiluomo ritratto da Lotto indossa un ricco abito scuro e la sua figura, inquadrata a tre quarti, è posta in un atteggiamento curiosamente instabile; la mano destra è portata al petto in un gesto di chiaro significato sentimentale, rafforzato dall’intensità dello sguardo pensoso.

    gentiluomod

    Con la mano sinistra l’uomo sembra voler mostrare all’osservatore un piccolo oggetto, all’apparenza un amuleto: si tratta di una zampina di leone dorata. Gli studiosi concordano nel riconoscere al monile il ruolo chiave per la comprensione del ritratto: in essa sarebbe celato non solo il significato simbolico dell’immagine ma anche e soprattutto un rebus relativo all’identità del gentiluomo.

    Nessuna delle ipotesi avanzate al proposito sembra però risolutiva. Difficile credere che l’effigiato sia Leonino Brembati, marito della Lucina già ritratta a Bergamo dall’artista: nonostante la concordanza tra il nome e l’attributo dorato no è possibile riferire il dipinto agli anni in cui ancora il Lotto operava in Lombardia.

    Un’altra lettura vede invece nel gioiello un’allusione al cognome Zatta (termine veneziano per “Zampa”), proprio di un nobile casato veneziano. Alcune scelte formali testimoniano l’influenza esercitata su Lotto dalla ritrattistica di Tiziano: il formato di tre quarti, l’abito scuro e l’inquadratura mostrano la volontà da parte dell’artista di aderire alla maniera più in voga in quegli anni a Venezia. Anche la gamma dei colori, attestata su toni caldi e poco contrastanti, mostra la medesima attenzione: in tal senso il ritratto è da considerarsi antecedente a quello di Andrea Odoni, che vede Lotto già avviato verso un’autonoma rielaborazione. (M.@rt)




    Edited by Milea - 18/5/2014, 10:58
     
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