Triplice ritratto di orefice

Lorenzo Lotto, 1530

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    Lorenzo Lotto
    Triplice ritratto di orefice, 1530 circa
    olio su tela, 52,1x79,1 cm
    Vienna, Kunsthistorisches Museum




    tripliceritrattoorefice

    Benchè questo ritratto sia stato attribuito a diversi artisti, tra cui Tiziano, l’originalità del soggetto consente di seguirne le trace dal 1627, quando è citato tra le opera di proprietà di Vincenzo II Gonzaga. Poi acquistato da Carlo I d’Inghilterra e da Filippo IV di Spagna entrò infine nelle raccolte imperiali austriache, dove è attestato già nel 1733.

    Sulla tela Lotto dipinse lo stesso volto ritratto da tre diversi punti di vista; il soggetto è inquadrato poco sotto le spalle dinanzi a una parete chiara su cui spicca una tenda verde.

    L’uomo è vestito in maniera sobria e porta un anello sulla mano sinistra; nell’immagine centrale mostra all’osservatore una piccola scatola, che emerge dall’ombra sul bordo della tela. Un tempo si credeva che questo fosse un piccolo gioco del lotto e che quindi l’artista avesse voluto suggerire con un gioco di parole che si trattava di un autoritratto allo specchio.

    Nel 1953, quando l’opera fu esposta in una mostra, si scoprì che invece l’oggetto in questione è una custodia per anelli e che quindi il personaggio effigiato è con ogni probabilità un orefice. Suggestiva ma non documentata è la tentata identificazione dell’uomo con Bartolomeo Carpan, un orefice con cui Lotto ebbe una stretta amicizia testimoniata a partire dal 1538 nel Libro di spese diverse.

    L’dentificazione con Carpan permetterebbe di spiegare forse la curiosa composizione del dipinto, poiché i due profili potrebbero alludere ai due fratelli dell’orefice; egli era inoltre originario di Treviso e quindi il dipinto dei “tre visi” potrebbe spiegarsi come un calembour.

    Vi è anche l’ipotesi che la triplice rappresentazione sia un tentativo di mettere la pittura in competizione con la scultura: dipingendo lo stesso volto da molteplici punti di vista, Lotto avrebbe dato il proprio contributo alla disputa sul paragone tra le arti, cui aveva partecipato anche Giorgione con un’opera ora perduta. Un’altra lettura allaccerebbe invece il triplice ritratto a un filone di immagine nato con il cosiddetto Cesare Borgia di Leonardo (Torino, Biblioteca Reale). (M.@rt)



    tripliceritrattoorefice





    Edited by Milea - 23/6/2014, 18:22
     
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