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Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto
La Scala dei Giganti in Palazzo Ducale, 1765
olio su tela, 42x29 cm
Città del Messico, Collezione privata
Anche il formato di questa tela - verticale - contribuisce a collocare il dipinto in una fase tarda della produzione dell’artista, fase che è stata oggetto di ingiustificati attacchi da parte dei critici (“… il Canaletto s’irrigidisce, diviene sempre più preciso e meticoloso nella linea, meccanico nelle macchiette, ridotte a bioccoli sferici di pigmento, a virgolette, non più figure stilizzate, ma vive, come nei primi dipinti…”, da G. Fiocco, La pittura veneziana del Seicento e Settecento, 1929).
Sebbene certamente inferiore ad altri capolavori coevi, quali Procuratie Nuove al caffè Florian o Piazza San Marco vista dal Portico dell’Ascensione, quest’opera costituisce comunque un documento interessante: la scena raffigurata è assolutamente realistica, soffusa di una luce dorata e animata da soggetti che possono essere assorti in una fitta conversazione, come ai piedi di una scalinata, o impegnati in uno scambio più vivace, come le due figure sulla sinistra o il giovane che si sporge dallo scalone richiamando qualcuno; o, ancora, solitari, come l’uomo che osserva dal balcone tagliato dall’ombra o il cagnolino assopito nel sole in primo piano.
Per quanto tarda, inoltre, la tela, quasi uno sfondo scenografico, sembra rievocare le origini pittoriche di Canaletto, giovane collaboratore del padre e del fratello in numerosi allestimenti teatrali. (M.@rt)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Milea - 16/6/2014, 21:10.