La predica di san Giovanni Battista

Pieter Brueghel, 1566

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Pieter Brueghel
    La predica di san Giovanni Battista, 1566
    olio su tavola, 95x160,5 cm
    Budapest , Szépművészeti Múzeum
    L’opera è firmata e datata “BRVEGEL M.D.LXV”



    L’artista ambienta la scena della predica di san Giovanni Battista all’interno di un raccolto ambiente boscoso: il predicatore si trova in piedi in mezzo alla folla ed è descritto nel momento in cui indica ai presenti colui che, più grande di lui, verrà dopo di lui.
    Poco distante è infatti ritratto Gesù, con le braccia conserte, la barba e i lunghi capelli rossi, intento ad ascoltare le parole del Battista. Centro focale della scena, tuttavia non è il protagonista del racconto evangelico, ma piuttosto la variopinta moltitudine dei personaggi che affollano la composizione.


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    L’occhio dell’osservatore viene rapito dalla grande varietà di particolari descrittivi di cui l’opera trabocca: costume bizzarri dai colori sgargianti, personaggi appartenenti a classi sociali e ad ambienti totalmente diversi fra loro. In primo piano Brueghel colloca la figura di uno zingaro coperto da un ampio mantello rosso a righe nere intento a leggere la mano a un uomo che volta le spalle al predicatore. Sin dal Medioevo la lettura della mano implicava la scomunica, e lo stesso Calvino l’aveva condannato come gesto di superstizione, proibendolo ai suoi seguaci. Una cane è accucciato sul mantello dello zingaro che si volta a osservarlo e accanto è rappresentata una figura di donna, con il volto coperto da un ampio cappello orientale, nell’atto di reggere in grembo un bambino.


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    In piedi , poco distante da loro, un soldato ripreso di spalle sfoggia vistosi abiti dalle fattezze esotiche. Nella scena è stato ravvisato da molti studiosi un autoritratto dell’artista nel personaggio barbuto di profilo posto sull’altura a destra. La critica si divide nell’interpretare il tipo di predicazione descritto da Brueghel in quest’opera: Auner sostiene che la scena sarebbe la rappresentazione di anabattisti, movimento per il quale l’artista simpatizzava e che, nel decennio 1560 – 1570, si differenziava dalle rumorose prediche dei calvinisti per la tranquillità raggiunta dopo che gli anabattisti erano diventati una minoranza vittima di sanguinose repressioni. (M.@rt)



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    Edited by Milea - 14/6/2014, 17:56
     
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