La rivoluzione musicale di ARNOLD SCHONBERG

L'emancipazione della dissonanza

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    La rivoluzione musicale
    di Arnold Schönberg



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    L. Godowski, A. Einstein, A. Schoenberg, New York (1934)

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    Dal 1907 il compositore viennese fu protagonista del passaggio dagli schemi della musica tardoromantica alla musica atonale, in una ricerca di nuovi mezzi espressivi che uscissero dal solco della tradizione.

    La formazione di Schönberg era rigorosamente classica. Da Johannes Brahms trasse il rigoroso sviluppo melodico, arricchito mediante un'armonia costruita sulla lezione di Richard Wagner.

    Schönberg era convinto della necessità di una rivoluzione in campo musicale, forte della consapevolezza che la musica tardoromantica, con i suoi fraseggi di maniera, fosse ormai giunta al capolinea della sua forza espressiva.

    Non senza una certa ironia, a dispetto delle sue idee innovative e rivoluzionarie, si considerava un prosecutore della “vecchia e buona tradizione”. Non c’è quindi da stupirsi che Richard Strauss gli accordasse la sua protezione e gli procurasse una cattedra presso lo Sternschen Konservatorium di Berlino.

    Nel 1907, con il suo secondo quartetto d’archi, Schönberg si avventurò nel campo dell’atonalità, che illuminava lo spazio sonoro senza adattare le regole dell’armonia tradizionale.

    La cosiddetta emancipazione della dissonanza, un suono percepito come stonatura secondo i dettami tradizionali, divenne parte integrante del programma di tutte le sue composizioni.

    La nuova tendenza artistica, denominata Espressionismo, venne accolta anche dallo Schönberg pittore, attività questa a cui si dedicò a partire dal 1905. Dopo la Prima guerra mondiale eglì fondò un’associazione per rappresentazioni musicali private, gestita dal suo allievo Alban Berg.


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    Carte da gioco per Bridge disegnate da Arnold Schoenberg


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    Carte da gioco per Bridge disegnate da Arnold Schoenberg


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    Carte da gioco per Bridge disegnate da Arnold Schoenberg


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    Scacchiera per quattro giocatori ideata da Arnold Schoenberg


    La decisione di non aprire i concerti al pubblico era dettata soprattutto da considerazioni pratiche, in quanto l’esecuzione delle sue composizioni, per quanto impeccabile, non sempre era possibile a causa delle reazioni scandalizzate degli ascoltatori.

    Il progresso degli studi sulla musica atonale mise in luce la necessità di una sistematizzazione, indispensabile per raggiungere quell’uguaglianza dell’intera costellazione di suoni, perseguita dal musicista.

    A partire dal 1915 Schönberg iniziò a sperimentare il cosiddetto metodo dodecafonico, contrapposti al sistema tradizionale tonale fatto di scale maggiori e minori, applicandolo in un gruppo di lavori composti tra il 1921 e il 1928: Cinque pezzi op. 23, la Suite op. 25, le Tre Satire op. 28.






    Ogni pezzo musicale si basava su una sequenza preordinata di dodici suoni da cui traevano origine fino a 44 raggruppamenti diversi della gamma delle note. Per evitare la predominanza di una nota, come accadeva nella musica tonale, un suono poteva venir riproposto solamente quando erano apparsi gli altri undici della sequenza.

    La cantata composta nel 1947, Un sopravvissuto di Varsavia, che rappresentava con un’espressività angosciante le atrocità del ghetto ebreo, dimostrò come con la dodecafonia fosse possibile produrre opere di notevole spessore.

    La composizione immagina il tormento dei prigionieri ebrei nel ghetto: il delirio del testo ( un sergente tedesco che ordina di massacrare con ogni mezzo un gruppo di prigionieri ebrei a terra) è reso dal canto spezzato dell’orchestra (un latrato quasi) con lo stesso passo con cui muove il recitante, nel cantato-parlato che è in perfetta analogia con la tensione crescente, in un misto di orrore e rabbia.

    La tragedia prosegue senza sosta: da una parte il canto fortissimo, quasi un urlo, dei condannati, dall’altro l’orchestra che, incurante, continua il suo agitarsi. L’uso dell’inglese, contrapposto ai latrati in tedesco del militare, concorre ad accentuare la drammaticità dei ruoli (M.@rt)






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    Arnold Schoenberg e famiglia Los Angeles (ca. 1948)


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    0 C. Chaplin, G. Schoenberg, A. Schoenberg, Los Angeles (ca. 1935)



    Edited by Milea - 30/6/2014, 18:39
     
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