PABLO PICASSO spiegato ai bambini

"Il ritratto di Dora Maar"

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    scrittapicasso



    Un signore arriva alla dogana conducendo al guinzaglio un elefante. Il doganiere gli dice: “Mi spiace ma gli elefanti non possono entrare. Dopo poco il signore torna sempre con l’elefante, ma questa volta, ha due fette di pane sulle orecchie. Il doganiere: ”Ho detto che gli elefanti non possono entrare!”. E il signore: “Guardi che io nel panino ci metto quello che mi pare”. Diversi punti di vista, no?
    Quando sei sul treno ti sembra che la campagna scorri via, mentre dalla campagna, i contadini vedono correre il treno.

    Diversi punti di vista per vedere le cose. Se pianto delle puntine rosse su di una tavola e se le guardo dall’alto, queste mi appaiono come punti rossi. Per accorgermi che sono delle puntine devo chinarmi e osservarle di lato.

    Diversi punti di vista per conoscere le cose:
    la conoscenza delle cose dipende, dunque, anche da punto di vista dal quale le guardiamo.


    ritrattodoramaar



    picassodoramaar

    Ora fai attenzione perché elefanti, puntine e punti di vista ci serviranno per entrare nel “Ritratto di Dora Maar”. Pablo Picasso diceva che un quadro è un momento felice e un’ esperienza. Lo sarà anche per voi.

    Se guardiamo il quadro, è del tutto evidente che come ritratto è un po’ curioso!!

    C’è qualcosa di strano; qualcosa che non quadra. Sembra un puzzle montato un po’ di fretta… dove non tutto è al posto giusto.

    Per capirlo andiamo in cucina. Fame? Sì , ma di cose nuove da imparare!
    Cerchiamo qualcosa che rifletta la nostra immagine: andrà benissimo la stagnola della cioccolata, la carta di alluminio o la parte interna della busta delle patatine.

    Avvicinati alla carta fino a specchiarti dentro. La tua immagine non ti apparirà nitida, ma frantumata in tante schegge.

    La superficie della carta non è liscia e quindi, non riflette la tua immagine da un solo punto di vista; più stropicci la stagnola e più la tua immagine apparirà in un mosaico di riflessi e sarà sempre meno leggibile.

    Così come la carta stagnola riflette da diverse angolature, nel ritratto di Picasso ci sono diverse visioni di Dora. (M.@rt)




    Edited by Milea - 14/7/2014, 15:47
     
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    Un poeta, amico di Picasso, ha scritto che le sue modelle assomigliano al ritratto che Picasso ha fatto loro e che ogni ritratto è la somma di un miliardo di fotografie.

    Picasso diceva che dipingere è come tenere un diario. Questo quadro quindi, contiene molti appunti della vita trascorsa insieme a Dora.

    Quanti? Proviamo a scoprirli.

    Queste a sinistra sono alcune foto fatte in luoghi e tempi diversi. Prendiamo da ogni singola immagine un particolare che assomigli al quadro di Picasso.

    Appare chiaro che Picasso nel ritratto ha rappresentato una sintesi di diversi punti di vista di Dora in tempi diversi.


    giangi



    Ma se il quadro è come mille foto scattate intorno alla modella, da diversi punti di vista, perché Picasso creava dei quadri? Non poteva dedicarsi a fare un colleges con mille foto?

    Perché le foto, a volte, dicono bugie: nelle foto, per esempio, non si vede se una persona è simpatica e a volte ci succede di non riconoscere una persona in una foto. Come mai? Perché nella foto è rimasta impressa un’espressione che non è nella nostra memoria.

    La vera immagine che abbiamo delle persone è quella che costruiamo nella nostra memoria.

    Facciamo un esperimento. Se devi disegnare la tua maestra, tu, che la vedrai solo domani, andrai a pescare nella tua memoria e la vedrai quando inforca gli occhiali, quando si avvicina ala lavagna, un suo vestitino particolare, un sorriso quando ti parla ecc… tutte queste cose non succedono contemporaneamente, ma dalle quali ricavi una sintesi che è nell’immagine che disegnerai e che la fotografia non sempre fa. Picasso diceva che nel dipingere, non bisogna semplicemente elencare le cose che si vedono, ma bisogna anche saperle mettere insieme, creando nuove forme, che nascono da un nuovo ordine con cui sono disposte.


    particolari



    Anche l’ordine con cui sono messe le cose in un ritratto ci aiuta a vedere la persona in modo nuovo, come non l’avevamo mai vista. Un ritratto condensa e trasforma le cose che vediamo; è così che il quadro diventa una cosa a parte, autonoma dalla natura a cui si è ispirato e inizia a vivere una vita propria.

    bacinella


    Per capire come un’immagine dipinta possa diventare una cosa diversa da ciò che rappresenta, prova a prendere una bacinella d’acqua e specchiati dentro.

    Muovendo l’acqua con un dito, puoi disperdere il riflesso, modificarlo o frantumarlo, mentre la tua immagine non si frantuma, né si modifica, né si disperde.

    Quello che tu fai nell’acqua è quello che Picasso ha fatto nel quadro.




    bacinellagialla

    Ora puoi versare nell’acqua del colore giallo, inchiostro di china, per vedere com’è la tua faccia colorata di giallo.
    Toh… è il giallo della faccia di Dora!!! Il rosso delle labbra, nel gioco dei riflessi dell’acqua, può arrivare sugli occhi e su su, fin nei capelli. Come nel ritratto di Dora.

    Guarda dove sono andati a finire i rossi, gli arancioni e le ombre celestine, la luce gialla o i riflessi blu e verdi dei capelli. Troviamo schegge di blu e vampate di rosso un po’ da tutte le parti.

    Picasso diceva che un quadro ci può dire molte più cose di quelle che il pittore voleva esprimere nel momento in cui dipingeva. Ora divertiti a colorare Dora o a creare un ritratto nello stile di Picasso. (M.@rt)


    ritrattodidoramaar







    doramarabotto


    Bibliografia:

    Paolo Marabotto
    “Pablo Picasso - Dora si è montata la testa”
    Edizioni Lapis
    Palombi Editore





    Edited by Milea - 14/7/2014, 15:54
     
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    picassopittore


    «Quando ero bambino, mia madre mi diceva:
    “Se diventi soldato, sarai generale.
    Se diventi monaco, finirai papa.”
    Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso».


    In realtà Picasso è stato un enfant-prodige, di quelli che nascono praticamente con la matita in mano e non hanno bisogno di domandarsi cosa faranno da grandi, a differenza di altri geni, arrivati all’arte con un percorso sofferto e tormentato come lo stesso Van Gogh.

    Il piccolo Picasso era talmente avanti con la manualità e la tecnica che non poté partecipare a un concorso di disegno riservato ai bambini.

    Merito anche di suo padre, insegnante all’Accademia delle Belle Arti, che ebbe una sorte analoga a quella del padre di Mozart. Si rese conto ben presto che i lavori del figlio, ancora adolescente, rivelavano una qualità e un talento che lui stesso non avrebbe mai potuto raggiungere.


    picassoportrait





    picassoevoluzionetoro

    C’erano già nel giovanissimo Picasso una forza creativa e una potenza di linguaggio che lo porteranno poi a impadronirsi di tutte le novità della pittura a lui contemporanea, trasformandole e ricomponendole in qualcosa di inedito. L'artista opera su una sequenza di elaborazioni, trasformando progressivamente il soggetto.

    Un aneddoto narra di come all'origine del celeberrimo toro di Picasso, raffigurato con poche, essenziali righe, troviamo Pablo che, un giorno, in un atelier, disegna un toro impeccabilmente classico e somigliante.

    Dopo ben dieci trasformazioni, del toro resta soltanto una linea. L'incisore che sta guardando racconta: "Quello che non riesco a capire è che lui ha finito dove avrebbe dovuto cominciare"!

    E invece lui cercava il suo toro e per trovarlo è passato attraverso gli altri dieci tori.

    Chi vede solo l'ultimo stadio, afferma che il toro stilizzato sembra quello della grotta di Altamura; in realtà la raffigurazione del toro è la fine di un procedimento di costruzione/elaborazione, non l'inizio, come nei graffiti di Altamura. (M.@rt)





    Edited by Milea - 14/7/2014, 15:58
     
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    volevo



    Nato a Malaga nel 1881 come Pablo Ruiz Blasco (Picasso è il nome della madre che egli adottò nel 1904) con un padre pittore e insegnante all'accademia di Belle Arti, Picasso sviluppa subito un'abilità incredibile nel disegnare. Poco più che ragazzino aveva avuto il coraggio di abbandonare il realismo virtuosistico delle prime prove da bambino-prodigio a Malaga.

    A quattordici anni si presentò alla scuola di Belle Arti di Barcellona e incantò la commissione esaminatrice finendo in un giorno la prova per la quale era concesso un mese. Nei suoi primi lavori, Pablo, riempiendo album di schizzi, ritrasse le strade di Madrid, la miseria del popolo, scene di cabaret, corse di tori e soprattutto ritratti e autoritratti.

    Nel 1900 Picasso visitò Parigi. Nei musei, nelle gallerie d'arte si nutrì delle opere degli impressionisti dai quali assimilò le diverse influenze nelle tele del cosiddetto "Periodo Blu". Questo colore dominò la sua tavolozza fino al 1904. Le sue opere all'epoca non piacevano e per Picasso fu un periodo di povertà e di scoraggiamento.


    picassoblueperiod

    picassocelestina



    A partire dal 1904 Picasso si trasferì a Parigi dove rimase per tutta la vita. Per 5 anni visse a Montmartre in un atelier chiamato "Bateau-Lovair", circondato da pittori e poeti.
    Fu questo un periodo felice, illuminato dall'amore per Fernanda Olivier, che gli ispirò un rinnovamento nel suo stile. Dipinse fino al 1906 una serie di tele di tonalità più chiare che sono raggruppate sotto il nome di "Periodo Rosa". Da quel momento fu il successo. Le sue opere divennero di grande valore e Picasso poté permettersi di pensare solo all'arte...


    picassopinkperiod

    picassoroseperiodmereet

    picassofamilyacrobat



    Tra il 1906 e il 1907 avvenne la svolta. In quegli anni vi fu la grande retrospettiva sulla pittura di Paul Cézanne, da poco scomparso, che molto influenza ebbe su Picasso. E, nello stesso periodo, come molti altri artisti del tempo, anche Picasso si interessò alla scultura africana. Da questi incontri, e dalla volontà di continua sperimentazione che ha sempre caratterizzato l’indole del pittore, nacque nel 1907 il quadro «Les demoiselles de Avignon» che segnò l’avvio della stagione cubista di Picasso.


    les-demoiselles-d-avignon





    La fase cubista di Picasso durò circa dieci anni e fu un periodo di grande sperimentazione: il pittore appariva sempre più interessato alla semplificazione della forma, per giungere al segno puro che contenesse in sé la struttura della cosa e la sua riconoscibilità concettuale.

    Nel 1917, anche a seguito di un suo viaggio in Italia, vi fu una inversione totale nel suo stile.
    Abbandonò la sperimentazione per passare ad una pittura più tradizionale. Le figure divennero solide e quasi monumentali.

    Ma la vitalità di Picasso non si fermò lì. La sua capacità di sperimentazione continua lo portarono ad avvicinarsi ai linguaggi dell’espressionismo e del surrealismo, specie nella scultura, che in questo periodo lo vide particolarmente impegnato.


    picassoafrican



    Nel 1937 partecipò all’Esposizione Mondiale di Parigi, esponendo nel Padiglione della Spagna il quadro «Guernica» che rimane probabilmente la sua opera più celebre ed una delle più simboliche di tutto il Novecento.


    picassoguernica





    Negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale si dedicò con impegno alla ceramica, mentre la sua opera pittorica fu caratterizzata da lavori «d’après»: ossia rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato quali «Les meninas» di Velazquez, «La colazione sull’erba» di Manet o «Le signorine in riva alla Senna» di Courbet. Picasso è morto nel 1973 all’età di novantadue anni, a Mougins in Provenza (Francia).

    L'artista, in vita, fu spesso bersaglio di numerose critiche: con lui l'opera d'arte da rappresentativa era divenuta narrativa, da figurazione di un oggetto visibile si fece figurazione di un complesso momento interiore, pertanto invisibile. Fu ciò la causa dell'incomprensione che vasti strati di pubblico hanno sempre manifestato nei confronti dell'opera di Picasso, della sua rivoluzione per nulla semplice da accettare.


    Picasso fu l'artista che ruppe radicalmente con gli schemi della prospettiva, con i canoni classici dell'armonia e della bellezza, fino a spezzare ogni legame con tutto ciò che c'era stato prima di lui.


    "La pittura è una professione da cieco:
    uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente,
    ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto"



    Picasso innestò nell'arte del ‘900 degli elementi incancellabili, facendo la scelta radicale di rinunciare al bello a favore della rappresentazione dell'emozione, della tensione, del sentimento. Quando, ormai vecchio, Picasso si recò a una mostra di disegni di bambini, esclamò:


    "Alla loro età, disegnavo come Raffaello;
    mi ci è voluta una vita per imparare a disegnare come loro"



    Oggi, che il tempo ha sedato le polemiche, Picasso è considerato una delle maggiori personalità espresse dalla nostra civiltà. (M.@rt)


    ablopicassoateliervalla







    Edited by Milea - 14/7/2014, 16:02
     
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    acrostico-picasso



    Si chiama acrostico un testo in cui le iniziali delle parole (o dei versi nel caso di poesie o talvolta dei capoversi) formano una parola, un nome o una frase di senso compiuto.

    acrostico-picasso1



    mesostici


    Il mesostico è un componimento poetico nel quale alcune lettere, viste successivamente in linea verticale, formano una parola o frase. Queste lettere non sono però poste all'inizio di ciascun verso, come avviene appunto nell'acrostico, ma in una posizione qualsiasi all'interno del verso stesso.


    DORA MAAR





    MARIE- THERESE


    marie-therese-mesostico1



    CELESTINA


    celestina1


    2yyvzma




    Il telestico è un tipo di componimento poetico in cui le lettere finali dei versi, lette successivamente in senso verticale dall’alto in basso, formano una parola o una frase.


    GUERNICA


    ngu6o1




    I lavori qui pubblicati sono originali e creati da me e dai miei alunni.(M.@rt)




    Edited by Milea - 14/7/2014, 16:09
     
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    scrittapicasso




    ritrattocubistadonna

    Prendendo le misure usando la matita come mirino, impugnata col braccio teso per rilevare su di essa il rapporto tra larghezza e altezza, poi riportato sul foglio, cerchiamo di fare il ritratto del compagno, lavorando in coppia.

    Prendere le misure serve non solo ad avere il controllo sul lavoro che si sta svolgendo, ma permette di realizzare un ritratto il più possibile fedele al modello. Prima di tutto bisogna eseguire il ritratto “di fronte”.

    Sopra questo ritratto, senza cambiare foglio, con la stessa tecnica di rilevamento delle misure, facciamo il ritratto “di profilo” e il profilo di “tre quarti” dello stesso compagno, cambiando il colore della matita con cui si disegna.

    Al termine delle operazioni avremo tre ritratti, con più occhi, nasi, bocche, magari che si toccano o si accavallano. Per un ritratto più semplice, ci si potrà limitare ad eseguire anche solo il ritratto di fronte e di profilo.

    donnadipicasso

    Il passo successivo sarà quello di scegliere quali di queste parti mantenere, scegliendo le linee da salvare e quelle invece da eliminare.

    Evidenziamo ciò che vogliamo utilizzare con una matita, per non confondere le linee con quelle che non servono.

    Assembliamo poi nel nostro disegno le forme che abbiamo scelto e coloriamo dando sfogo alla fantasia e al nostro gusto, tenendo però presente la teoria del contrasto tra i colori, in modo da creare all’interno del dipinto un’armonia di colori e forme.

    I colori andranno usati in modo non realistico. ma secondo il gusto personale. Completiamo il ritratto con uno sfondo adeguato come per nel quadro “Dora Maar” o “La lettura” o con spazi geometrici monocolore. Il risultato sarà un ritratto “cubista”.




    aleeix
    Andrea



    sveva
    Sveva



    I disegni qui pubblicati sono originali e creati dai miei alunni.(M.@rt)






    Edited by Milea - 14/7/2014, 16:22
     
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