Il cappello a fiori

Pablo Picasso (10 aprile 1940)

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    Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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    Pablo Picasso, Il cappello a fiori (10 aprile 1940)
    olio su tela - 72 x 60 cm
    Parigi, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou



    Donato da Louise e Michel Leiris, agenti, amici ed esegeti di Picasso, questo dipinto, eseguito a Parigi, in piena occupazione, appartiene ad un importante insieme di ritratti di donna con cappello di cui gli album di disegni del 1939-40, elaborati tra Royan e la capitale, ci rivelano le molteplici trasformazioni. I loro principi iconografici e formali restano immutabili: busti di figure anonime inquadrate frontalmente in un primo piano fisso, che si stagliano su sfondi neutri, sul modello delle foto segnaletiche della polizia.

    A partire da questo prototipo ossessivo, vengono declinate concatenazioni di variazioni stilistiche (nei suoi quaderni di lavoro lo stesso Picasso le definisce “stati”, paragonabili alle lastre incise) che sono altrettanti esercizi di virtuosismo.
    Animalizzati, sfigurati e fortemente sessualizzati, questi volti ornati da piccoli, ridicoli cappelli, che accentuano il loro carattere grottesco, ricordano lacrime o gocce di sangue.

    Le bocche presentano fessure come sessi, i nasi sono allungati a forma di corno o di muso, gli occhi rivoltati o sigillati e i corpi legati, bendati o coperti di cicatrici. Al di là della sua esplorazione - continuamente rinnovata - del continente nero della femminilità, incarnata da figure combinatorie e mostruose ispirate alle forme biomorfe e organiche, semifigurative e semiastratte dei surrealisti, Picasso ci offre, attraverso i suoi volti sconquassati, delle testimonianze simboliche del periodo della guerra, preannunciando le Teste di ostaggi che Jean Fautrier realizzerà nel 1945 in forma astratta. (M.@rt)





    Bibliografia: Brigitte Léal,
    “Donation Louise et Michel Leiris: collection Kahnweiler-Leiris”






    Edited by Milea - 17/12/2013, 18:29
     
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