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Constantin Brancusi, La musa addormentata (1910) bronzo – 16 x 27,3 x 18,5 cm Parigi, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou
Dopo aver seguito una formazione accademica a Cracovia e a Budapest dal 1894 al 1902, poi a Parigi dal 1905 al 1907, Constantin Brancusi espone già nel 1906 al Salon d’Automne, dove viene notato da Rodin: l’influenza dello scultore è in effetti percepibile nelle sue prime opere, che presentano un carattere deliberatamente incompiuto.
Di lì a poco realizza i primi “tagli diretti”, preferenso ormai far emergere le forme dal “blocco” naturale, sia esso di marmo, pietra o legno. La baronessa Renée Irana Frachon posa per lui dal 1908 al 1010: una serie di studi realistici in posizione ancora verticale, andati perduti, sono all’origine della prima versione della Musa addormentata , che sostituisce al busto tradizionale il frammento della testa tagliata.
Combinata con i tratti di un’opera precedente, un marmo da cui sarebbe derivato Il sonno (1908, Bucarest, Muzeul National de Arta al Romaniei), la fisionomia, ispirato al dato reale, è nuovamente adagiata nel materiale scultoreo (marmot bianco, 1909 – 1910; Washington, The Hieshhorn Museum and Sculpture Garden).
Tra l’originale e le fusion in bronzo (sei, di cui due al Centre Pompidou) Brancusi introduce differenze minime – di dimensioni, simmetria, superficie- lavorando ogni volt ail metallo o il gesso intermedio; pertanto i bronzi possono essere più o meno patinati o levigati.
Qui solo le strie dei capelli sono patinate, in contrasto con la luminosità del volto levigato, vicina a quella dl marmo. Sotto la superficie uniforme affiorano gli occhi chiusi e la bocca socchiusa in una fessura asimmetrica, la cui indecision evoca una presenza inafferrabile; la sottile linea del naso - unico rilievo evidente - emerge dall’ovale e ne delimita i versanti che, senza cambiare piano, scivolano lungo le sopracciglia allungate sotto i capelli.
Sostituendo al busto la testa adagiata private dell’elemento che la connette al corpo - il collo - e deposta come una maschera, lo scultore cancella I tratti del viso per concentrarsi sulla sua forma ovoidale, “astraendo” così un oggetto dagli echi ancora umani. (M.@rt)
Bibliografia: Marielle Tabard, “Collection art modern: la collection du Centre Pompidou”
Edited by Milea - 15/8/2021, 21:58
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