Ritratto di Georgette con bilboquet, René Magritte 1926

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view post Posted on 25/10/2013, 21:59     +6   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Magritte-georgette

René Magritte, Ritratto di Georgette con bilboquet (1926)
olio e matita su tela, incisione - 55x45 cm
Parigi, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou




La vocazione artistica di René Magritte trae origine dalla scoperta, nel 1925, dell’opera di Giorgio de Chirico: l’artista ne rimane talmente folgorato d abbandonare l’astrazione formale delle prime tele per intraprendere una strada tutta nuova.
Colui che diventerà la figura principale del gruppo surrealista belga decide allora di “non dipingere più gli oggetti se non con i loro particolari apparenti, poiché il visibile è già abbastanza ricco da costituire un linguaggio poetico evocatore di mistero”. Il profondo interesse di Magritte per gli oggetti standardizzati gli faceva scrivere già nel 1922:” Gli oggetti fabbricati dall’uomo devono essere perfetti; è l’unica via che egli può dar loro”.

Adottando una tecnica caratterizzata da un realismo freddo e deliberatamente accademico, l’artista intraprende un appassionante lavoro di svelamento dei simulacri del reale e del visibile.
Gli oggetti sono realmente ciò che crediamo siano? Possono sfuggire a una deviazione dalla loro abituale? Tutta l’opera di Magritte è orientate alla poetica dell’inversione, dello spostamento, del travestimento, dell’alterazione.
Per i ritratti, per esempio, egli utilizza lo sdoppiamento o la ripetizione del soggetto (Paul Nougé,1927; Gli oggetti familiari, 1928), la scrittura sovrapposta (Paesaggio fantasma, 1928) o la trasformazione della materiale (Scoperta, 1927).
L’artista ritaglia, maschera o vela le figure (Doppio segreto, 1927; Gli amanti, 1928), I cui volti sono nella maggior parte dei casi inespressivi o vuoti, come quelli dei manichini o sonnambuli.
Magritte eseguì numerosi ritratti della moglie Georgette. Benché molti di essi siano improntati ad un realismo impersonale (Tentativo impossibile, 1927), altri appaiono più espressivi.
E’ il caso di un nudo sensuale del 1923 e del piccolo Ritratto di Georgette, realizzato nelle prime settimane del 1926: il disegno a matita conferisce un tocco di vitalità al volto impassibile ma delicate, circondato da un alone di un blu luminoso.



Magritte-georgette1


Il bilboquet è diviso in due dalla cornice di quello che sembra essere il dipinto rappresentato; se la forma che circonda l’immagine di Georgette fosse invece una cornice vuota, messa semplicemente in verticale, essa non si accorderebbe con la posizione delle spalle della giovane.
Quadro nel quadro o poetica dello spostamento, sottolineata dal contrasto fra l’interno della cornice e la fattura impersonale del resto della tela che evoca una scena teatrale.

Il pavimento ricoperto da un tappeto rosso e la tenda dello stesso colore, la cui rigidità è resa attraverso motivi che ricordano le nervature del legno, si stagliano su uno sfondo blu scuro. La frequente presenza di aperture - cornice, finestre, scomparti - nella pittura di Magritte rivela quanto egli considerasse arbitrarie la convenzione, ben consolidate in arte, dell’utilizzo del dipinto rettangolare. Un ritratto quasi identico a questo riappare in diversi lavori dell’artista, in particolare in L’idea fissa del 1928, in cui il volto dipinto a olio della giovane donna è però rappresentato in maniera più impersonale.
Fatta eccezione per i ritratti realizzati su commissione, Georgette fu la Modella preferita, o per meglio dire l’unica con cui Magritte lavorò nel corso della sua carriera. Forse per via della delicatezza, questo ritratto della moglie è uno dei pochissimi dipinti da cui l’artista non si separò mai. (M.@rt)



Magritte-georgetteX

Magritte-georgetteX1

Bibliografia: Bénédicta Ajac, Rétrospective Magritte




Edited by Milea - 15/8/2021, 17:10
 
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