Chanson (Volga song), Wassily Kandinsky, 1892-93

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view post Posted on 1/1/2014, 18:56     +5   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Kandinsky-volga-song-1906
Wassily Kandinsky, Chanson (Volga song)
Tempera on cardboard, 49х66 cm (1906)
Parigi, Musee National Art Moderne, Centre Georges Pompidou



La pittura a tempera è una tecnica conosciuta sin dall’antichità, già utilizzata dagli artisti rinascimentali e tornata in voga tra gli adepti dello Jugendstil e dell’Art nouveau. Essa si fonda sull’uso di pigmenti diluiti, ove il legame è costituito da un’emulsione a base di gamma arabica, olio o uovo, differenziandosi dall’acquerello e apparendo assai simile al guazzo.
Kandinsky ne fa ampio uso agli inizi della sua carriera: tra il 1900 e il 1908 esegue cento dipinti a tempera. Se in seguito privilegerà l’acquerello e l’olio, continuerà tuttavia a dipingere a tempera presso il Bauhaus, ove insegnerà a partire da 1922, e poi da 1933, allorché si stabilisce a Parigi, fino alla morte, undici anni dopo.

Kandinsky-volga-song-1906D

Realizzata nel 1906 a Sèvres, Chanson fa parte di un ciclo di dipinti a tempera che riprendono temi del folclore russo, iniziato nel 1901, ma realizzato sostanzialmente tra il 1904 e il 1906.
Kandinsky si stabilisce a Parigi nel 1906 e nello stesso anno partecipa al Salon D’Automne con molti lavori, esposti però nell’area generale del Salon e non nella sezione dedicata all’arte russa, organizzata da Gergej Diaghilev, che permette al pubblico francese di conoscere un’arte ancora poco nota: i Lubki (stampe popolari), le icone del XVIII sec., le illustrazioni librarie di Ivan Bilibin, I quadri di Léon Bakst, di Alexandre Benois e di altri artisti appartenenti per la maggior parte al gruppo Mir iskusstva (Il mondo dell’arte), riunito attorno all’omonima rivista create nel 1898 da Diaghilev e Benois.

Raccogliendo le tendenze moderne dell’arte russa, orientate verso lo spirito del tempo, questo gruppo si caratterizza per una visione aperta dell’arte, secondo la quale la pittura è anche decorazione e illustrazione. Kandinsky crea, con tocchi di colori vivaci, una pittura decorative che si ispira alla tradizione delle icone, degli affreschi e dell’immaginario popolare.
Canzone sintetizza le varie suggestioni culturali che l’artista trae dal simbolismo russo, rispettando quindi dettagli etnici quali costume, architettura, decorazione. Vi appaiono drakkar vichinghi dalle chiglie dipinte, carichi di guerrieri; sullo sfondo si vedono delle cupole che potrebbero appartenere a una moschea, evocando così contrade lontane e scambi commerciali.

Più che i dettagli figurative, Kandinsky cerca qui di rendere un’atmosfera complessiva: I personaggi, per esempio, non sono rappresentati nella loro individualità, bensì in una dinamica di gruppo.
La profusione di colore conferisce alla scena un tono fiabesco. Il colore è puro, lavorato a mosaico e racchiuso in contorni neri ottenuti lasciando emergere, a tratti, il cartone sottostante.
Kandinsky presenta quest’opera, nota anche col titolo di Canto del Volga, nel 1907 al Salon des Indépendants di Parigi, prima di ritornare a Monaco a giugno. Quell’anno parigino costituisce una tappa importante nel corso della sua ricerca pittorica: lavorando sull’indipendenza del colore, egli tende a estrapolare l’oggetto raffigurato dal suo contesto narrativo, per poterlo utilizzare con la stessa libertà con cui di serve del colore stesso. (M.@rt)




Edited by Milea - 4/8/2021, 21:08
 
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