Ritratto del buffone Sebastián de Morra, Diego Velázquez - Madrid, Museo Nacional del Prado

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/8/2014, 10:26     +5   +1   -1
Avatar

Group:
Moka
Posts:
47,192
Reputation:
+18,074

Status:






Diego Velázquez
Ritratto del buffone Sebastián de Morra
1644 circa
Olio su tela, 106 x 81 cm.
Madrid, Museo Nacional del Prado


Questo ritratto è indubbiamente uno dei più bei dipinti di Velázquez di cui non si discute l’autenticità. La bellezza dei suoi dorati e cremisi, dei bianchi, verdi e blu, lo fa paragonare alle migliori effigi principesche del pittore dell’ultimo decennio. In un primo tempo il nano fu alle dipendenze nelle Fiandre del cardinale infante Don Ferdinando d’Austria. Alla morte del suo signore pensò di ritornare in Spagna, il suo paese, e nel 1643 entrò al servizio del principe Baltasar Carlos, che lo apprezzava tanto da lasciargli, nel suo testamento, uno spadino argentato con tracolla, daga e spada, oltre a due insegne cavalleresche con il giglio e un coltello. E’ molto probabile, visto l’amore per la caccia mostrato fin dall’infanzia del principe, che il nano lo accompagnasse nelle sue battute, motivo per cui gli lasciò un tale armamentario. Per il resto il vestito è di panno verde come quello che i duchi diedero in dono a Sancho Panza nel Don Chisciotte.

Don Sebastian, sopra il vestito, indossa un giubbotto d’oro e porpora degno di un principe, dono probabile del suo secondo signore. Polsini e colletto sono di sottile pizzo di Fiandra che la regola d’austerità vietava ai cavalieri, ma de Morra godeva del favore del principe ed era per questo qualcosa di più. Il volto di de Morra ha un’espressione triste, severa e profonda, da uomo adulto, discordante con la piccolezza delle gambe, che Diego Velázquez ha dipinto rivolte in avanti, di scorcio, con le suole delle scarpe in primo piano, accentuando il carattere del personaggio, come un burattino disarticolato, ma allo stesso tempo attenuando la sensazione penosa dello storpio in piedi. Don Sebastián osserva lo spettatore con uno sguardo intenso nella cornice nera della frangetta ben pettinata, del folto pizzo e dei baffi ritorti. Le mani piegate verso l’interno come moncherini, commuovono. Il nano morì nell’ottobre del 1649. (Mar L8v)






Edited by Milea - 28/2/2023, 17:56
 
Web  Top
0 replies since 18/8/2014, 10:26   388 views
  Share