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Diego Velázquez Mercurio e Argo 1659 Olio su tela, 83 x 248 cm. Madrid, Museo Nacional del Prado
Secondo la leggenda, un principe di una città del Peloponneso, Argo, era dotato di cento occhi, la metà dei quali era sempre aperta. Giunone gli ordinò di vegliare sulla giovane Io, sedotta da Giove e trasformata in giovenca. Mercurio, invitato da Giove, fece addormentare Argo con il suono del suo flauto, per poi colpirlo con una pietra e decapitarlo. Giunone trasferì allora gli occhi di Argo sulla coda del pavone, che da allora divenne il suo simbolo.
L’artista trasforma anche in questa occasione un episodio mitologico in una scena realistica, dotata di una così soverchiante verità da sembrare più adatta ad illustrare l’episodio di un romanzo picaresco che una leggenda dell'antichità. Lo spettatore è trasportato dai due protagonisti della scena nel mondo del picaro, quello delle opere di Cervantes, del Don Chisciotte e delle Novelle esemplari. Alcuni studiosi ritengono che la raffigurazione delle gambe di Argo derivi dal Gallo morente visto a Roma da Velázquez, mentre il resto della figura risale, secondo altri, al Nudo bronzeo sopra la tela di Ezechia, nella Cappella Sistina. La leggerezza con cui il lavoro è stato concepito, soprattutto la resa della luce proveniente da dietro, e gli effetti eccezionali di chiaroscuro, ne sottolineano il realismo, conferendogli un senso poetico. (Mar L8v)
Edited by Milea - 28/2/2023, 17:38
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