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Peter Paul Rubens Susanna e i vecchioni 1608 Olio su tela, 94 x 66 cm. Roma, Galleria Borghese Il tema biblico della casta Susanna insidiata dai vecchioni fu molto amato da Rubens, tanto da trattarlo più volte nel corso della sua carriera. Questa è la versione più antica conosciuta, la cui presenza è documentata a Villa Borghese fin dalla prima metà del Seicento, forse acquistata dallo stesso cardinale Scipione Borghese, pare estimatore e sostenitore dell’opera di Rubens; il suo interesse per gli artisti nordici potrebbe essere in relazione col fatto che ricopriva anche la carica di Germaniae et Belgii protector all’interno del collegio cardinalizio. Questa è anche la sola versione del tema sicuramente databile al periodo italiano dell’artista. La scena qui rappresentata è basata sul racconto, contenuto nel libro di Daniele, della storia della bellissima Susanna, la giovane e virtuosa babilonese accusata di adulterio presso il marito Ioakim da due vecchi, follemente invaghiti della sua bellezza dopo averla spiata nuda a fare il bagno, e da lei fermamente respinti. Condannata a morte e condotta al luogo della lapidazione, Susanna viene difesa dal profeta Daniele ancora giovinetto che, ispirato da Dio, convince i giudici dell’innocenza della donna, dimostrando l’astuta malafede dei due uomini.
La dorata luminosità del dipinto, che tanto contribuisce a conferirgli un’aura da pittura veneta, dovrebbe essere dovuta alla vernice ambrata che ne riveste la superficie. Procedimenti di pulitura a cui sono state sottoposte altre tele di Rubens hanno dimostrato che la tavolozza del pittore era all’epoca assai più fredda. Rubens conosceva le versioni del Veronese e del Tintoretto della vicenda di Susanna, tuttavia qui pare riprendere anche la posa della statua antica dello Spinario, da lui vista in Campidoglio e dalla quale aveva anche ricavato un disegno. (Mar L8v)
Edited by Milea - 21/3/2023, 16:17
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