PROCIONE - ORSETTO LAVATORE [Procyon lotor]

FAMIGLIA - Procyonidae

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  1. Il Camerlengo
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    PROCIONE
    (Procyon lotor)


    Chiamato anche orsetto lavatore, il procione è il più grande dei procionidi.

    Dalla testa alla parte posteriore, il procione misura dai 41 cm ai 71 cm, escludendo la folta coda, la cui lunghezza può variare tra i 19.2 cm e i 40.5 cm. Solitamente non supera però i 25 cm. L'altezza al garrese varia tra i 22.8 e i 30.4 cm. Il peso di una procione adulto cambia considerevolmente a seconda dell'habitat: può infatti variare da un minimo di 1.8 kg ad un massimo di 13.6 kg, anche se solitamente è compreso tra i 3.6 kg e i 9 kg. Gli esemplari più piccoli si trovano al Sud della Florida, mentre quelli che vivono ai limiti settentrionali dell'areale del procione sono solitamente i più grossi. Il peso dei maschi è solitamente del 15-20% maggiore di quello delle femmine. All'inizio dell'inverno, grazie al grasso accumulato durante la bella stagione, il procione può arrivare a pesare il doppio che in primavera. L'esemplare selvatico più grosso di cui si abbia notizia scritta pesava ben 28 kg, in assoluto il peso più elevato mai registrato per un procione. La caratteristica principale del procione è la mascherina di pelo nero attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che la circonda. Essa sembra quasi ricordare la maschera di un bandito, particolare che ha sicuramente incoraggiato la sua reputazione di animale birichino. Anche le orecchie, leggermente arrotondate, sono ricoperte di pelo bianco. Si ritiene che il procione riconosca l'espressione facciale e la postura degli altri membri della sua specie più rapidamente di altre grazie alla ricca colorazione del muso e agli inconfondibili anelli chiari e scuri che si alternano sulla coda. In altre parti del corpo, il rigido e lungo pelo esterno, che protegge la pelle dall'umidità, è grigiastro e, in parte, presenta delle sfumature marroni. I procioni con una pelliccia particolarmente scura sono più diffusi in Germania, perché individui con una colorazione simile erano tra quelli che vennero liberati in principio. Il folto sottopelo, la cui lunghezza varia dai 2 cm ai 3 cm, costituisce il 90% della sua pelliccia e lo isola dalle basse temperature. Il procione, la cui locomozione è considerata quella di un plantigrado, può sostenersi sulle zampe posteriori per analizzare gli oggetti con quelle anteriori (estremamente sensibili). Dal momento che ha zampe corte rispetto al torso, solitamente non riesce a correre molto velocemente o a compiere grandi balzi. La velocità più elevata che il Procyon lotor può raggiungere sulle corte distanze varia tra i 16 km/h e i 24 km/h. Il procione riesce a nuotare con una velocità media di 4.8 km/h e può rimanere in acqua per molte ore. Per scendere dagli alberi a testa in giù, abilità piuttosto inusuale per un mammifero di queste dimensioni, il procione ruota le sue zampe posteriori, in modo da avere un saldo punto di appoggi. Il procione ha un doppio sistema di raffreddamento per regolare la sua temperatura: infatti, è in grado sia di sudare che di ansimare per dissipare il calore. La dentatura, 40 denti di cui 2 molari, 4 premolari, 1 canino e 3 incisivi, è adatta alla sua alimentazione onnivora: i carnassiali non sono così affilati come quelli dei carnivori, mentre i molari non sono così ampi come quelli degli erbivori. L'osso del pene del maschio è lungo circa 10 cm e viene spesso utilizzato dai biologi per classificare lo stato riproduttivo dei vari esemplari . Ben 10 dei 13 versi vocali identificati sono usati nella comunicazione tra le madri e i loro cuccioli: tra questi, vi è il cinguettio simile a quello degli uccelli dei neonati


    Il procione è un animale tipicamente notturno.

    È molto abile nell'arrampicarsi e vive prevalentemente sugli alberi o comunque nelle foreste, nei pressi di laghi o fiumi. È capace di vivere anche sottoterra. Alcuni studi condotti negli anni novanta dall'etologo Stanley D. Gehrt e da Ulf Hohmann mostrano che il procione assume comportamenti sociali specifici a seconda del genere e che non è quindi un animale tipicamente solitario, come si riteneva in precedenza. Le femmine imparentate spesso vivono insieme nella cosiddetta fission-fusion society : in parole povere, dividono un'area comune e occasionalmente si incontrano nei luoghi dove si cibano e si riposano. I maschi anche non imparentati spesso formano dei gruppi sociali maschili per mantenere i loro privilegi sociali contro i maschi stranieri durante la stagione degli amori o contro altri potenziali invasori. I gruppi di questo tipo solitamente non contano più di quattro esemplari. Dal momento che alcuni maschi mostrano un atteggiamento aggressivo verso i cuccioli con cui non hanno legami di parentela, le madri di procione si isolano con i piccoli fino a quando questi ultimi non sono abbastanza grandi per difendersi da soli. Riferendosi a questi tre tipi principali di comportamenti sociali, Hohmann chiama la loro struttura sociale una società di tre classi. Samuel I. Zeveloff, professore di zoologia alla Weber State University e autore del libro Raccoons: A Natural History, è più cauto in quest' interpretazione e conclude che almeno le femmine sono solitarie per la maggior parte del tempo e che, in accordo con gli studi condotti da Erik K. Fritzell, nelle aree dove vi sono popolazioni meno dense anche i maschi lo sono. La forma e la dimensione del territorio del procione variano a seconda del genere e dell'habitat. Gli esemplari adulti hanno un territorio che è grande più del doppio di quello degli esemplari più giovani. Mentre le dimensioni del territorio del Procyon lotor nelle inospitali praterie del Nord Dakota variano tra i 6.7 e i 49.5 km2 per i maschi e tra i 2.3 e i 16.3 km2 per le femmine, la dimensione media in una palude al Lago Erie è di 0.49 km2. Indipendentemente dal fatto che i territori di gruppi adiacenti si sovrappongano o meno, eccetto che nella stagione degli accoppiamenti non vengono difesi attivamente se il cibo è sufficiente per tutti. Si ritiene che i segnali olfattivi lasciati su punti in rilievo servano al proposito di stabilire i confini del proprio territorio e di identificare gli individui. Le urine e le feci lasciate in latrine comuni possono fornirci delle ulteriori informazioni sui luoghi dove i procioni si cibano, dal momento che è stato osservato che i procioni vi fanno spesso ritorno per mangiare insieme, riposare e giocare.


    L'ABITUDINE DI LAVARE IL CIBO


    In cattività è stato osservato il curioso modo del Procyon lotor di immergere nell'acqua o sfregare nell'erba il cibo come per lavarlo (da questo il nome "Orsetto Lavatore"). Il procione tasta il cibo e altri oggetti con le zampette anteriori per esaminarli o per rimuovere parti indesiderate e, in effetti, la sensibilità al tatto viene accresciuta se queste azioni vengono compiute sott'acqua, grazie al fatto che l'acqua ammorbidisce lo strato corneo che copre le zampe. Tuttavia, il comportamento osservato nei procioni in cattività di prendere il cibo e portarlo alla pozza d'acqua più vicina per "lavarlo" prima di mangiarlo non è stato osservato negli esemplari selvatici. Il naturalista Georges-Louis Leclerc credeva che il procione non disponesse di un'adeguata salivazione per inumidire il cibo e che per questo dovesse bagnarlo, ma quest' assunzione è certamente non corretta. I procioni in cattività lavano il loro cibo più frequentemente quando una pozza d'acqua con la forma simile a quella di un fiume non è più lontana di 3 metri da loro. La teoria più condivisa è che quella di lavare alcuni alimenti sia un'azione istintiva che imita la ricerca di cibo lungo le rive dei fiumi. Quest'affermazione è sostenuta dall'osservazione che alcuni cibi vengono lavati più frequentemente di altri. Non si ritiene plausibile, che il procione immerga il cibo nell'acqua al fine di pulirlo. Gli esperti mettono in dubbio l'attendibilità di osservazioni di esemplari selvaggi che lavavano il loro cibo. Il senso più sviluppato nel procione è quello del tatto. Le ipersensibili zampe anteriori sono protette da uno strato corneo che diventa flessibile quando è bagnato, mentre le cinque dita che le compongono non hanno membrane interdigitali tra di loro, il che è inusuale per un carnivoro. Quasi i due terzi dell'area preposta alla percezione nella corteccia cerebrale del Procyon lotor sono adibiti ad interpretare gli impulsi tattili, più dunque che in ogni altro animale studiato fino ad oggi. Sappiamo che è in grado di identificare gli oggetti prima di toccarli con le vibrisse localizzate sopra alle sue unghie affilate e non retraibili. Le zampe anteriori non hanno un pollice opponibile e non hanno l'abilità di quelle dei primati. Non è noto come mai non si osservino effetti negativi sulla percezione tattile delle zampe quando un procione rimane per ore in acque di temperature inferiori ai 10 °C


    ALIMENTAZIONE E RIPRODUZIONE

    Sebbene sia un animale notturno, il procione qualche volta è attivo anche alla luce del giorno per sfruttare le risorse di cibo disponibili. Il Procyon lotor è onnivoro: la sua dieta consiste per il 40% di invertebrati, per il 33% di piante e per il 27% di vertebrati (pesci, anfibi e roditori). Poiché la sua dieta è caratterizzata da una così grande varietà di cibi diversi, Zeveloff afferma che il procione "potrebbe benissimo essere uno degli animali più onnivori del mondo" (in lingua originale: "may well be one of the world's most omnivorous animals"). Nonostante la sua dieta in primavera e all'inizio dell'estate consista per lo più di insetti, vermi e di altri animali già disponibili nei primi mesi dell'anno, il Procyon lotor preferisce frutta fresca e frutta secca, come ghiande e noci, che maturano in tarda estate e in autunno e rappresentano una ricca fonte di calorie per fabbricare il grasso necessario per l'inverno. Contrariamente alle credenze popolari, il procione si nutre di prede grandi come uccelli o mammiferi solo occasionalmente, perché preferisce prede più facili da catturare, quali pesci e anfibi. Quando c'è abbondanza di cibo, il procione può sviluppare forti preferenze personali per tipi di alimenti specifici. Nella parte settentrionale del suo areale, il procione va in letargo, riducendo drasticamente le sue attività per tutto il tempo che la coltre di neve invernale rende impossibile la ricerca del cibo. Il procione, solitamente, si accoppia in un periodo caratterizzato dall'aumento della luce diurna, tra la fine di gennaio e la metà di marzo. Tuttavia, ci sono notevoli differenze regionali che non sono completamente esplicabili dalle condizioni solari. Ad esempio, è noto che i procioni degli stati più a Sud si accoppiano tipicamente più tardi della media. Tuttavia, anche nel Manitoba la stagione degli accoppiamenti comincia più tardi del solito, a marzo, per estendersi poi fino a giugno. Durante la stagione degli accoppiamenti, i maschi si aggirano nel loro territorio in cerca di femmine, nel tentativo di corteggiarle durante il periodo di tre o quattro giorni in cui è possibile il concepimento. L'atto della copulazione, inclusi i preliminari, può durare più di un'ora e viene ripetuto per più notti. Si ritiene che i membri più deboli di un gruppo sociale maschile abbiano l'opportunità di accoppiarsi quando gli individui più forti non riescano a farlo con tutte le femmine disponibili. In uno studio condotto nel Sud del Texas durante la stagione degli amori dal 1990 al 1992, circa un terzo delle femmine si accoppiò con più di un maschio. Se una femmina non rimane incinta o se perde i suoi piccoli presto, talvolta diventa di nuovo fertile dagli 80 ai 140 giorni dopo. Dopo circa 63-65 giorni di gestazione, viene data alla luce una cucciolata che tipicamente va dai 2 ai 5 piccoli. La dimensione media della cucciolata varia molto con l'habitat, e va dai 2.5 cuccioli in Alabama ai 4.8 cuccioli in Nord Dakota. Cucciolate più grandi si hanno di solito nelle zone dove la mortalità è più elevata a causa, ad esempio, della caccia o degli inverni più rigidi. Mentre i nuovi maschi nati nell'anno raggiungono la loro maturità sessuale quando ormai la stagione principale degli accoppiamenti è finita, le giovani femmine possono riprodursi nello stesso anno di nascita e compensano in questo modo all'alta mortalità dei piccoli: fino al 50% dei cuccioli nati in un anno può essere figlio di femmine nate in quell'anno stesso. Il maschio non si prende cura dei piccoli, che sono così affidati totalmente alla madre. I piccoli sono ciechi e sordi alla nascita, ma la loro mascherina di pelo nero è già ben visibile contro la pelliccia chiara. Il peso alla nascita dei cuccioli varia tra i 65 e i 70 g, mentre la lunghezza è intorno ai 9 cm. Il loro canale auditivo si apre tra i 19 e i 23 giorni dopo la nascita e qualche giorno dopo i piccoli procioni aprono gli occhi per la prima volta. Una volta che i piccoli raggiungono il peso di circa 1 kg, incominciano ad uscire dalla tana e dopo circa 6-9 settimane iniziano a consumare cibo solido. A quel punto, la madre incomincia ad allattarli con meno frequenza. Di solito i piccoli sono svezzati dopo 16 settimane. In autunno, dopo che la madre ha mostrato loro i territori in cui possono trovare il cibo e costruirsi una tana, il gruppo dei giovani procioni si divide. Mentre molte femmine rimangono vicine al territorio della madre, i maschi possono talvolta distanziarsi per più di 20 km. Questo è considerato un comportamento istintivo, volto a prevenire l'unione con i propri consanguinei. Comunque, la madre e la propria prole possono anche condividere la tana durante il primo inverno nelle zone più fredde


    HABITAT

    Il suo habitat naturale è costituito da foreste decidue e temperate, ma grazie alla sua spiccata adattabilità può vivere anche in zone montane, paludi in prossimità delle coste, e perfino nelle aree urbane, dove spesso non è visto di buon grado dagli abitanti. Anche se negli ultimi decenni si sono diffusi in aree con alberi sparsi, i procioni hanno sempre bisogno di strutture verticali su cui arrampicarsi quando si sentono minacciati. Per questo motivo, evitano terreni aperti o zone con un'alta concentrazione di faggi, perché la loro corteccia è troppo liscia per arrampicarsi. I buchi che si creano in maniera naturale nei tronchi delle vecchie querce o di altri alberi e le fenditure nelle rocce sono luoghi scelti dai procioni per dormire oppure come tane per l'inverno o per partorire i cuccioli. Se tane di questo tipo non sono disponibili o se accedervi non è conveniente, i procioni si servono di buchi creati da altri mammiferi, del denso sottobosco oppure di inforcature degli alberi. Dal momento che anfibi, crostacei e altri animali che si trovano sulle rive di laghi e fiumi giocano un ruolo importante nella dieta del procione, le basse foreste decidue e temperate che abbondano di acqua e paludi sono i luoghi che ospitano la maggior parte degli individui. Mentre nelle praterie la densità della popolazione varia tra gli 0.5 e i 3.2 animali per chilometro quadrato e non supera i 6 animali nelle foreste più alte, nelle basse foreste e nelle paludi possono vivere anche 20 esemplari per chilometro quadrato

    FAMIGLIA - Procyonidae
    SPECIE - Procyon lotor
    STATUS - Comune
    COMPORTAMENTO - Solitario
    GESTAZIONE - 60-73 giorni
    PICCOLI - 1-7



    Edited by Il Camerlengo - 26/8/2014, 13:17
     
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