|
|
|
Peter Paul Rubens
Il serpente di bronzo
1638-1639
Olio su tela, 86,4 x 264,5 cm.
Londra, National Gallery
L’opera appartiene all’ultimo periodo della produzione del pittore e sembra sia giunta molto presto nella collezione di Giovanni Filippo Spinola a Genova; è stata avanzata anche l’ipotesi che egli ne sia stato il committente sebbene le opere commissionate a Rubens da aristocratici genovesi risalgano in genere a epoche ben precedenti. Il soggetto del quadro deriva da un racconto biblico contenuto nel Libro dei Numeri: durante le peregrinazioni nel deserto sotto la guida di Mosè gli israeliti, stanchi e sfiduciati per le fatiche e le privazioni a cui dovevano sottostare, si ribellarono arrivando a parlare male contro il loro capo e contro il Signore, che per punirli mandò tra loro dei serpenti velenosi, il cui morso fece morire molte persone. Disperati, gli israeliti chiesero perdono e si rivolsero a Mosè affinchè li liberasse da quel flagello. Ecco allora che su comando del Signore quello fabbricò un serpente di bronzo, mettendolo poi in cima a un bastone; a chiunque fosse stato morso dai serpenti bastava alzare lo sguardo verso quello di bronzo per venire subito risanato.
E’ stata notata la qualità frettolosa nell’esecuzione di molti particolari della tela, come la donna con il serpente attorcigliato intorno alle braccia o il soldato sulla destra, così da far pensare a un massiccio intervento della bottega. Tuttavia molte parti rivelano una cura che sembra denoti l’intervento diretto del maestro. Rubens aveva già trattato lo stesso tema in una tela dipinta appena dopo il rientro dall’Italia e anche la composizione del dipinto qui riprodotto risente di influssi italiani, soprattutto di Raffaello e di Michelangelo. Quest’ultimo aveva dipinto un Mosé e il serpente di bronzo in uno degli angoli della volta della Cappella Sistina e Rubens deve aver tenuto conto di quell’illustre precedente. (Mar L8v)
Edited by Milea - 13/3/2023, 14:34 |
| | |
