Salvator Mundi (Cristo benedicente) - 1475, Antonello da Messina - Londra, National Gallery

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view post Posted on 6/9/2014, 21:15     +3   +1   -1
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Antonello_da_Messina_Salvator-mundi-P

Antonio di Giovanni de Antonio detto Antonello da Messina
Salvator Mundi (Cristo Benedicente)
Olio su tavola, cm 38 x 29,8
Londra, National Gallery


Sul cartellino del parapetto
“MILLESIMO QUATTRICENESSIMO SEXT SAGE/SIMO QUINTO VIII INDI ANTONELLUS/MESSANEUS ME PINXIT”




Come nel caso degli Ecce Homo, Antonello rivisita in quest’opera un'iconografia di origine fiamminga. Il suo modello - forse un prototipo di Rogier van der Weyden - è però anche stavolta sottoposto a un processo di trasformazione interna: il Rex Regum ponentino viene infatti calato in un orizzonte mentale italiano.

Siamo davanti a un Andachtsbild, un’immagine di devozione dal carattere puramente contemplativo, nata per stimolare la preghiera e la partecipazione emotiva dell'osservatore. La fissità frontale derivata dalle icone bizantine viene trasportata dal pittore messinese in un impianto monumentale, che acquista una solennità quasi classica. Il mezzo busto di Cristo si erge contro lo sfondo scuro al di là di un ampio parapetto, quasi stesse predicando dal pulpito. Lo sguardo fermo è diretto allo spettatore, a cui si indirizza anche il gesto benedicente della mano levata. Quest’ultima è stato oggetto di un intervento visibile anche a occhio nudo. Le dita erano in origine rivolte verso l'interno e la veste rossa era assai più accollata.

Antonello ha però effettuato una netta correzione prospettica, ruotando la mano e ampliando la scollatura. Ne risulta una sequenza visiva di grande audacia e tensione artistica, nel susseguirsi serrato degli scorci del polso, della mano, dell’orlo dell’abito. Il pittore dimostra così una perfetta padronanza nella gestione della forma e dello spazio, cui contribuisce come sempre l'elemento luminoso. Le dita delle mani acquistano volume e consistenza grazie all'incidenza della luce e sembrano ruotare davanti ai nostri occhi. Altrettanto sapiente è il gioco delle ombre nella creazione delle pieghe sulla veste, che sembrano costruite in voluta contrapposizione alle dita illuminate. La maturità di tali soluzioni - messi in crisi dall'insolito sistema di datazione del cartellino, inizialmente interpretato come “1465” - si addice pienamente a un’esecuzione in concomitanza dei capolavori veneziani. (Mar L8v)








Edited by Milea - 7/12/2022, 20:24
 
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