La Nascita di Venere (La Naissance de Vénus) - 1863

Alexandre Cabanel - Parigi, Musée d'Orsay

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    Alexandre Cabanel
    La Nascita di Venere
    Olio su tela, cm 130x125
    Parigi, Musée d'Orsay


    Alexandre Cabanel è uno dei pittori più celebrati de suo tempo, esponente di quell'arte accademica che incontrava il consenso dei contemporanei e che trionfava al Salon: "un talento ufficiale...davanti al quale si inchina la brava gente: provate a mettere in dubbio il talento di Cabanel, vi si riderà in faccia", scrisse Emile Zola, che non fu mai tenero nei suoi confronti. La carriera di Cabanel, formatosi presso l'Ecole des Beaux-Arts di cui diviene in seguito insegnante, è costallata da innumerevoli premi e riconoscimenti; pittore soprattutto di storia, riceve commissioni direttamente da Napoleone III ed esegue decorazioni importanti quali quelle dell'Hotel de Ville e del Panthéon di Parigi. Insignito della Legione d'Onore, è uno dei più strenui oppositori degli impressionisti. Quasi manifesto dell'opera di Cabanel e del gusto ufficiale del 1863, La Naissance de Vénus è presentata al Salon del 1863, dove riscuote uno straordinario successo ed è immediatamente acquistata da Napoleone III. Significativamente, la giuria, che gli assegna la medaglia d'oro, aveva rifiutato con sdegno Le Déjeuner sur l'herbe di Manet (in quell'anno dipinse anche l'Olympia). Il soggetto è notissimo: Venere, generata da una goccia di sperma di Urano, è deposta su una spiaggia dalla schiuma del mare; cinque puttini alati in festa le volano accanto. Cabanel dipinge una figura di grande sensualità, languidamente distesa e incorniciata dai morbidi capelli lunghi, ma il soggetto mitologico e gli evidenti richiami a una tradizione pittorica consolidata - Ingres e Raffaello - la rendono normalmente accettabile. Una dea lontana nello spazio e nel tempo, statuaria, senza connotazioni personali, dagli occhi semichiusi, "non in carne ed ossa, sarebbe sembrato indecente, ma in una sorta di pasta di mandorle bianca e rosa" (Emile Zola) e per questo diversissima dalle vivaci e intriganti donne dipinte nello stesso anno da Edouard Manet. (Mar L8v)

     
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