Ritrovamento del corpo di San Marco (1563-1564)

Jacopo Robusti detto Tintoretto - Milano, Pinacoteca di Brera

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    Jacopo Robusti detto Tintoretto
    Ritrovamento del corpo di San Marco
    Olio su tela, cm 405x405
    Milano, Pinacoteca di Brera


    I tre dipinti il Trafugamento del corpo di san Marco, il Ritrovamento del corpo di San Marco e San Marco che salva un Saraceno durante un naufragio furono terminati da Jacopo Tintoretto entro il 1566, quando durante il suo secondo soggiorno veneziano Vasari ebbe modo di vederli completati e descriverli. Le tele raffigurano momenti diversi della vicenda di San Marco che divenne patrono di Venezia nell'828, dopo che il suo corpo fu trafugato dal santuario dove era sepolto ad Alessandria. I custodi del santuario, avevano infatti avvertito un gruppo di mercanti veneziani che il sepolcro rischiava di essere distrutto dal governatore arabo della città deciso a reimpiegare marmi e colonne delle chiese cristiane in un palazzo a Babilonia. I mercanti decisero quindi di trasportare le reliquie dell'evangelista nella nascente Venezia. Nascosero le reliquie in ceste di vimini, protette da foglie di cavolo e carni suine per tener lontani i doganieri musulmani e imbarcarono il prezioso carico su una nave che giunse a Venezia il 31 gennaio 828, accolta trionfalmente dal vescovo e dal doge. Il dipinto, secondo la descrizione di Ridolfi del 1648, raffigura "Buono di Malamocco e Rustico da Torcello, Mercanti Venetiani" intenti nel "levare il corpo di San Marco in Alessandria" ai "Sacerdoti greci". I due mercanti appaiono sul fondo della composizione piegati sul sepolcro da cui proviene la luce delle torce. In primo piano "nel pavimento è [il corpo] di San Marco, in tale postura accomodato, che segue l'occhio dovunque si gira". A sinistra del cadavere di san Marco, è ritratta la sua figura in piedi nell'atto di arrestare l'opera dei profanatori di tombe, mentre al centro della composizione è raffigurato Tommaso Rangone nelle vesti di "Cavaliere Aurato", titolo che acquisì nel 1562. destra invece Jacopo Tintoretto "finsevi di più ingegnosamente un indemoniato ivi condotto". (Mar L8v)
     
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