BONOBO - SCIMPANZÉ PIGMEO [Pan paniscus]

FAMIGLIA - Hominidae

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  1. Il Camerlengo
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    BONOBO - SCIMPANZÉ PIGMEO
    (Pan paniscus)


    Solo leggermente più piccolo dello scimpanzè, ma con un corpo più snello e arti relativamente più lunghi e più sottili, lo scimpanzè pigmeo o bonobo, è stato dichiarato una specie separata nel 1929. La sua pelle è prevalentemente nera, così come la faccia del giovane; il tratto distintivo più ovvio è la divisione centrale netta sui peli della calotta cranica. Qualche volta visibile in gruppi anche di 80 individui, normalmente si associa in gruppi più piccoli quando cerca il cibo e si pulisce. Le relazioni sessuali sono comuni tra maschi, femmine e giovani di diversi livelli e possono essere usati per ridurre le tensioni all’interno del gruppo. Le femmine di Scimpanzè, che normalmente sono dominanti, lasciano la loro unità famigliare al raggiungimento della maturità, sebbene i maschi tendano a restare. La femmina allatta il suo piccolo per circa tre anni. Poi continua a proteggerlo, a pulirlo e condivide con lui il nido ancora per uno o due anni. Il bonobo vive in Africa centrale, nella foresta tropicale e in savana al limite meridionale del suo areale.


    I Bonobo hanno tendenze più arboree rispetto agli scimpanzé. Si alimentano principalmente di frutta, ma integrano la loro dieta nutrendosi di animali vertebrati ed invertebrati, tra cui altre scimmie. Si calcola che circa il 50% della dieta di un bonobo sia costituito da frutti e semi, ma l'alimentazione comprende anche foglie, fiori e linfa. I vegetali forniscono la maggior parte dell'apporto di nutrienti, comprese le proteine, mentre il restante fabbisogno proteico viene soddisfatto dalle proteine di origine animale. Rispetto agli scimpanzé tendono a nutrirsi con maggiore frequenza di piante erbacee. È stato riportato anche un caso di cannibalismo, un evento che è attualmente ritenuto molto raro tra le scimmie antropomorfe. Diversamente dagli scimpanzé i bonobo in natura non utilizzano strategie sofisticate per nutrirsi, mentre quelli in cattività mostrano una buona abilità nell'utilizzo di utensili vari. Quando sono a terra i bonobo si comportano di preferenza da quadrupedi, usando le nocche delle mani come punto di appoggio per gli arti anteriori, similmente a scimpanzé e gorilla. La maggior parte degli spostamenti su lunga distanza vengono effettuati sul terreno, usando normalmente quattro punti d'appoggio e passando a tre o due punti nel caso si stia trasportando un oggetto. Sebbene alcuni esemplari in cattività abbiano mostrato una tendenza al bipedismo superiore a quella degli altri primati, osservazioni eseguite su esemplari in natura tendono a ridimensionare la propensione dei bonobo alla locomozione bipede. Possiedono una muscolatura notevolmente sviluppata rispetto alle loro dimensioni. La progressione arborea viene utilizzata principalmente per percorrere brevi distanze o per fuggire da eventuali pericoli. Si sono osservati i bonobo percorrere interamente sugli alberi fino ad 1 km per raggiungere fonti di cibo. Tra i rami i bonobo possono effettuare spostamenti orizzontali attraverso un tipo di locomozione che sfrutta tutti e quattro gli arti o una forma nella quale alternano i soli arti superiori dondolandosi da un ramo all'altro. Se necessario possono effettuare brevi salti. I bonobo si raggruppano in comunità solitamente composte da 30-80 individui, che occupano in genere un'area di 20-60 km² di foresta, con estese sovrapposizioni tra i territori di diverse comunità. Le comunità sono composte di maschi, femmine e cuccioli. Secondo l'etologo Frans de Waal queste comunità seguono un modello matriarcale, che sarebbe favorito dalla tendenza delle femmine di bonobo ad associarsi fra di loro; tuttavia le femmine di grado più basso nella scala sociale tendono a migrare ed a legarsi con altre femmine in nuove comunità, mentre i maschi presentano un comportamento filopatrico e raramente abbandonano la comunità di appartenenza. Si suppone che la tendenza delle femmine di bonobo ad associarsi tra di loro serva a ridurre la frequenza delle aggressioni nei loro confronti da parte degli esemplari maschi. Tuttavia è stato osservato che la maggioranza della discendenza all'interno delle comunità è dovuta ai maschi dominanti, indice di un certo grado di competizione all'interno della comunità stessa sia tra i maschi, che tra le femmine. Secondo alcuni studiosi la società dei bonobo è improntata sulla pacifica convivenza. De Waal afferma che questi primati sono spesso capaci di altruismo, compassione, empatia, gentilezza, pazienza e sensibilità; la ragione di ciò, secondo il professor de Waal, sarebbe l'eccezionale propensione dei bonobo a praticare sesso ricreativo, ovvero non riproduttivo, anche omosessuale, attività che appianerebbe le tensioni all'interno del gruppo e che ridurrebbe la tendenza a difendere violentemente il territorio del branco. L'esuberante sessualità dei bonobo, che è stata spesso accostata ai comportamenti umani e secondo de Waal sarebbe una forma evoluta di comunicazione sociale, è uno degli aspetti più discussi del comportamento di questi primati. Gli studi specifici sulla sessualità dei bonobo nel loro ambiente naturale risultano significativamente differenti rispetto a quelli condotti sugli esemplari in cattività e non mostrano comportamenti eccezionali, se si eccettua il fatto che i bonobo talvolta si accoppino ventre contro ventre. Il professor Takeshi Furuichi ha infatti osservato che il 95% dei rapporti sessuali delle femmine di bonobo dell'oasi di Wamba avvengono durante il periodo di massima ricettività sessuale, una cifra molto simile al 97% osservato per gli scimpanzé. Il tasso di accoppiamenti in natura, sia per gli esemplari femmina che per i maschi, durante il periodo di ricettività sessuale delle femmine è leggermente più elevato tra gli scimpanzé che tra i bonobo, mentre le femmine di bonobo hanno periodi di ricettività lievemente più lunghi. Alcuni studiosi sono inoltre cauti nell'attribuire eccezionale mitezza ai bonobo, osservando che sia gli scimpanzé che i gorilla erano considerati specie poco aggressive prima che studi estensivi fossero condotti sul loro comportamento. L'incontro tra comunità diverse di bonobo comporta atteggiamenti violenti ed aggressioni in circa il 50% dei casi. Il sorprendente tasso di menomazioni fisiche osservato tra i bonobo in natura, quali la mancanza di almeno un dito tra i due terzi dei maschi, è stato ricondotto a comportamenti aggressivi intraspecifici. Si è osservato infatti che il tasso di aggressioni fra maschi della stessa comunità è molto simile tra bonobo e scimpanzé. Alcuni studi effettuati esclusivamente sui bonobo in cattività hanno evidenziato il fenomeno della "third party affiliation", ovvero il contatto affiliativo (sedersi in contatto, abbracciarsi, accarezzarsi, grattarsi a vicenda), offerto alla vittima di un’aggressione da parte di un membro del gruppo diverso dall'aggressore, già descritto in altre scimmie antropomorfe, oltre che negli esseri umani. Tale comportamento contribuisce a mitigare lo stress della vittima dell'aggressione e riduce la probabilità di future aggressioni nei suoi confronti. A detta di alcuni ricercatori della Georgia State University, il bonobo Kanzi si sarebbe guadagnato il titolo di prima scimmia parlante della storia, avendo acquisito una notevolissima capacità di espressione e interazione, fino ad articolare alcune comprensibili parole parlate

    FAMIGLIA - Hominidae
    SPECIE - Pan paniscus
    STATUS - Minacciato
    COMPORTAMENTO - Sociale
    GESTAZIONE - 8 mesi
    PICCOLI - 1


     
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