Matrimonio mistico di santa Caterina (1526-1527 circa)

Francesco Mazzola detto Il Parmigianino - Londra, National Gallery

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    Francesco Mazzola detto Il Parmigianino
    Matrimonio mistico di santa Caterina
    Olio su tavola, cm 74,2x57,2
    Londra, National Gallery


    L'inventario della collezione romana della famiglia Borghese registra nel 1693 la presenza di "un quadro in tavola di tre palmi la Madonna et il Bambino che mette l'anello in dito a Santa Caterina e San Giuseppe e due altre figure del numero 379...del Parmigianino" riconoscibile in quest'opera che secondo Cecil Gould (1975), fu acquistata in precedenza da Scipione Borghese, morto nel 1633. Quando ancora la tavola si trovava nella collezione Borghese, ne fu tratta un'incisione a opera di Camillo Tinti (1770) che, aggiungendosi a quella cinquecentesca di Giulio Bonasone, ha consentito di rintracciare l'esatta provenienza del quadro di cui esistono un buon numero di copie. Parmigianino riprende lo schema dello stesso soggetto realizzato da Correggio nella triade con la Vergine e Santa Caterina, un profilo contro l'altro, con Gesù Bambino in mezzo a fare da tramite, rivolto con lo sguardo alla madre, proteso con le mani verso la santa. Parmigianino aggiorna questo schema attraverso la spazialità e l'uso della luce delle ultime Stanze Vaticane e gli sviluppi che Giulio Romano ne aveva tratto. Il pittore inserisce i protagonisti in una profonda scansione spaziale introdotta dalla testa di san Giuseppe nell'angolo a sinistra e scandita progressivamente dai filti delle pareti e delle luci riflesse, di cui la porzione di finestra luminescente che compare in fondo costituisce una naturale conclusione. Le pennellate veloci e trasparenti costruiscono le forme fluide e abbozzate stilisticamente a mezza strada tra le tavolette della Galleria Doria Pamphilj e il Ritratto d'uomo che sospende la lettura di Vienna, dichiarando l'opera coerente con il linguaggio sviluppato del Parmigianino durante il soggiorno romano. (Mar L8v)
     
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