DIAVOLO DELLA TASMANIA [Sarcophilus harrisii]

FAMIGLIA - Dasyuiridae

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  1. Il Camerlengo
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    DIAVOLO DELLA TASMANIA
    (Sarcophilus harrisii)


    Presente in tutta la Tasmania, in particolare nelle foreste nord-orientali, il diavolo di Tasmania può raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza (di cui 30 spettano alla coda) e un peso oscillante tra i 6 e i 12 chilogrammi, per un'altezza alla spalla che raggiunge i 30 cm. A parità d'età, le femmine sono più piccole dei maschi anche del 20% (65–70 cm di lunghezza, 5–8 kg di peso). Le popolazioni di questo animale diffuse nella parte occidentale della Tasmania presentano inoltre dimensioni medie minori rispetto ai conspecifici diffusi altrove nell'isola. Il pelo è di colore nero corvino, con una caratteristica macchia bianca a forma di mezzaluna o di sorriso che attraversa il petto, andando da una spalla all'altra, e un'altra banda orizzontale biancastra sul quarto posteriore: non è tuttavia infrequente osservare animali del tutto sprovvisti di tale macchia, ed è stato calcolato che il 16% dei diavoli di Tasmania viventi sia interamente di colore nero. Si pensa che questa caratteristica sia stata evoluta dai diavoli di Tasmania per attirare l'attenzione dei conspecifici, soprattutto di quelli con intenzioni aggressive, in quanto la maggior parte delle cicatrici dovute a combattimenti si concentrano proprio nell'area bianca sul petto. Il muso, le orecchie, le zampe e il cerchio perioculare sono glabri e di colore carnicino-grigiastro. Il diavolo della Tasmania si presenta come un animale tozzo e robusto, con tronco e testa molto sviluppati: fatto insolito per un marsupiale, in questo animale le zampe anteriori sono più lunghe di quelle posteriori (situazione questa riscontrabile anche nella iena maculata). Le zampe posteriori presentano quattro dita, mentre le zampe anteriori sono munite di cinque dita (quattro che poggiano sul terreno e uno laterale, che consente all'animale di trattenere e maneggiare il cibo): ciascun dito è munito di robusti artigli. La coda, lunga circa la metà del corpo, è conica e ricoperta di pelo rado e orientato verso il basso a mo' di spazzola: essa non è prensile e serve perlopiù per bilanciare il corpo quando l'animale si erge su due zampe o si muove velocemente, ma il diavolo di Tasmania la utilizza anche come deposito di grasso corporeo nei periodi di abbondanza di cibo. La testa è molto grande rispetto al corpo, al quale è assicurata da un collo corto e taurino. Essa si presenta squadrata e con un corto muso glabro a tronco di cono: anche le orecchie, piuttosto piccole e di forma triangolare, sono glabre. Al di sopra degli occhi e sul muso del diavolo della Tasmania sono presenti lunghe vibrisse che l'animale utilizza per aiutarsi nella ricerca del cibo nell'oscurità e per evitare che durante la nutrizione si scatenino conflitti dovuti all'accessiva vicinanza a conspecifici. L'olfatto è molto sviluppato (permettendo all'animale di sentire l'odore di conspecifici o di carcasse in putrefazione fino a 1 km di distanza, anche qualora la fonte di cibo si trovi sottoterra), tuttavia il senso più sviluppato nel diavolo della Tasmania sembra essere l'udito: fatto unico fra i marsupiali, in questa specie l'osso ectotimpanico è ben sviluppato. Gli occhi sono invece piuttosto piccoli e supportano una visione in bianco e nero, ideale in condizioni di luce fioca come sono quelle in cui si muove abitualmente il diavolo della Tasmania: la visione di oggetti in movimento è ottima, mentre esso può mostrare difficoltà nel vedere oggetti stazionari.


    Si tratta di animali dalle abitudini crepuscolari e notturne (soprattutto i giovani esemplari tendono a muoversi prima che sia calata la notte, probabilmente per evitare la competizione con gli adulti), che durante il giorno riposano in tane o nascosti nella vegetazione densa. Ciascun animale tende a utilizzare 3-4 siti a intervalli di un paio di giorni ciascuno come riparo durante il giorno, generalmente situati in prossimità di corsi d'acqua, fra le rocce o nell'erba alta: i diavoli della Tasmania possono eleggere a propria dimora tronchi cavi, spaccature fra le rocce, caverne, rifugi che si scavano da sé o anche tane scavate da altri animali, a volte sfrattandone il precedente inquilino. L'animale può rendere più confortevole la propria tana foderandola con erbe secche, fogliame o con materiale rubato nelle abitazioni (cuscini, coperte e vestiti). La sicurezza dei ripari utilizzati durante il giorno è molto importante per l'animale: è stato dimostrato che i diavoli della Tasmania sopportano molto bene i cambiamenti del proprio habitat dovuti all'azione dell'uomo, ai quali diventano però estremamente sensibili qualora intacchino la sicurezza delle tane. I diavoli della Tasmania non sono territoriali, con l'eccezione delle femmine che difendono l'area attorno ai propri ripari (specialmente se si tratta di tane precedentemente occupate da vombati, che sono particolarmente ricercate come luoghi dove allevare la prole): tuttavia essi tendono a occupare aree ben definite, che condividono senza grossi problemi con altri diavoli della Tasmania. Tali aree variano in superficie fra i 4 e i 27 chilometri quadrati, in funzione della presenza di cibo: in esse l'animale si muove percorrendo una media di 8,6 km per notte, sebbene alcuni esemplari abbiano percorso anche più di 50 km in una sola notte. L'estensione dei vari territori e i movimenti che l'animale effettua al loro interno sono praticamente uguali nei due sessi, il che è assai bizzarro in animali solitari, carnivori e con un dimorfismo sessuale così marcato. Nel proprio habitat l'animale si muove percorrendo percorsi circolari ben definiti, spesso utilizzando sentieri nella vegetazione causati dal passaggio di altri animali oppure muovendosi lungo le rive di corsi d'acqua o del mare: le aree rocciose vengono accuratamente evitate. Il modo di procedere di questo animale consiste in un andamento lento e dinoccolato (sebbene il diavolo della Tasmania sia capace raggiungere i 25 km/h e mantenere tale velocità per 1,5 km), durante il quale l'intera pianta del piede viene poggiata sul terreno, similmente a quanto avviene negli orsi: i diavoli della Tasmania sono inoltre buoni nuotatori, potendo attraversare a nuoto bracci d'acqua di oltre 50 m. Sebbene i giovani esemplari siano buoni arrampicatori (adattamento probabilmente dovuto ai non infrequenti casi di cannibalismo), con la transizione verso l'età adulta questa abilità viene quasi del tutto persa, soprattutto a causa della conformazione del corpo: un diavolo della Tasmania è tuttavia in grado di scalare senza grossi problemi piante alte fino a 2,5 m e dal diametro superiore ai 40 cm. Si conosce piuttosto poco riguardo al comportamento sociale del diavolo della Tasmania: generalmente ritenuto un animale strettamente solitario e aggressivo nei confronti dei conspecifici, uno studio recente ha dimostrato che i vari animali presenti in una zona stabiliscono una rete di contatti fra loro, in particolare le femmine presenterebbero una certa interazione con altri esemplari dello stesso sesso e (sebbene con sensibili variazioni stagionali dovute al periodo riproduttivo) anche coi maschi, mentre questi ultimi raramente interagirebbero fra loro. Le abitudini meno strettamente notturne del diavolo della Tasmania rispetto agli altri Dasiuridi sono dovute alla maggiore taglia e alla conformazione corporea dell'animale, che si ripercuotono sulla termoregolazione: l'animale riesce a mantenere la propria temperatura corporea costante attorno ai 37,5-38 °C in una forbice di temperature ambientali che vanno dai 5 ai 30 °C. A temperature ambientali superiori, la temperatura corporea dell'animale tende ad aumentare repentinamente anche di due °C, salvo poi ritornare ai valori normali nel giro di un paio d'ore, senza che tuttavia l'animale mostri segni di malessere. Questo perché per eliminare il calore in eccesso, il diavolo della Tasmania (che non è assolutamente in grado di sudare) ansima in maniera simile ai cani: molti marsupiali non sono in grado di disperdere calore in maniera efficiente e ciò li costringe ad avere abitudini notturne, per sfuggire alle alte temperature riscontrabili in Australia durante il giorno. Tuttavia, il tasso metabolico del diavolo della Tasmania è molto più basso rispetto a quello di altri carnivori, marsupiali e non, presentando invece analogie con quello di marsupiali erbivori di taglia simile (141 kJ/kg, il che vuol dire che un esemplare di 5 kg ha un fabbisogno energetico giornaliero di 170 kcal, in proporzione un quarto del fabbisogno energetico dell'affine dasiuro orientale). Il suo tasso metabolico sembrerebbe subire un'impennata nei mesi autunnali, sebbene non siano state ancora chiarite le cause di questo strano fenomeno.



    I diavoli della Tasmania sono animali essenzialmente carnivori: sebbene possano aggredire e sopraffare animali di dimensioni anche considerevolmente maggiori (come giovani canguri e pecore), molto spesso si accontentano di mangiare carogne, animali giovani o malati, piccoli mammiferi (come bettongie e ratti canguro), pesci e anche frutta e bacche, mostrando una grande variabilità nella dieta in relazione al cibo reperibile nella zona abitata. Ad esempio, nelle zone costiere il diavolo della Tasmania si nutre degli animali rimasti intrappolati nelle pozze di marea e di ciò che il mare lascia sulla riva, come carcasse galleggianti e pesci morti, nelle aree erbose segue a distanza le greggi in attesa di attaccare individui giovani o malati, mentre nelle aree urbane non esita a cercare il cibo fra i rifiuti o a intrufolarsi nelle case per nutrirsi di animali domestici, del loro cibo e anche di scarpe in cuoio: generalmente, le prede preferite rimangono i vombati e le loro carcasse, in quanto relativamente semplici da cacciare e dalle carni ricche di grasso. Prima dell'estinzione del tilacino, il diavolo della Tasmania occasionalmente predava i piccoli di questa specie, che venivano lasciati incustoditi dai genitori durante la ricerca di cibo (e a sua volta veniva predato da questi ultimi). I diavoli della Tasmania tendono inoltre a concentrarsi nei pressi delle strade, dove possono agevolmente nutrirsi degli animali investiti dai veicoli di passaggio. Non di rado, i diavoli della Tasmania giungono alle carcasse mentre i predatori (generalmente dasiuri) se ne stanno ancora cibando, e in questo caso non esitano a scacciarli per nutrirsi: ciò rappresenta un problema in particolare per il quoll maculato, che si nutre di prede arboricole di grosse dimensioni e difficilmente riesce a consumarle completamente prima dell'arrivo dei diavoli della Tasmania. La dieta di questi animali mostra variazioni anche piuttosto consistenti, sia a livello stagionale sia in base al sesso: ad esempio, studi recenti hanno dimostrato che i maschi durante il periodo invernale preferiscono nutrirsi di animali di dimensioni medie e grandi (rapporto 4:5), mentre in estate mangiano principalmente prede di grosse dimensioni (rapporto 7:2): queste due categorie da sole rappresentano il 95% della dieta di un maschio adulto. Le femmine invece tendono a non nutrirsi di grosse prede, ma mostrano ugualmente una variazione stagionale della dieta: in inverno, le prede medie e grandi costituiscono rispettivamente il 58% e il 25% del totale della dieta (la restante parte è rappresentata per il 10% da uccelli e per il 7% da prede di piccole dimensioni), mentre durante l'estate tale percentuale cambia in 61% (prede di medie dimensioni) e 37% (prede di grandi dimensioni). I giovani, più propensi ad arrampicarsi, si nutrono prevalentemente di invertebrati e piccoli vertebrati, non disdegnando di razziare i nidi per nutrirsi di uova e nidiacei: fra febbraio e luglio, essi tendono a nutrirsi di piccoli uccelli e possum (fino al 35,8% della dieta). Anche gli adulti curiosamente presentano una percentuale abbastanza elevata di prede dalle abitudini arboricole nella dieta (fino al 16,2% del totale annuo, che nelle femmine sale in inverno fino al 40%), principalmente composta da falangeriformi e solo in piccola parte da uccelli. La dieta prevalentemente saprofaga del diavolo della Tasmania è dovuta principalmente al fatto che si tratta di un animale non molto veloce, che perciò difficilmente potrebbe avere la meglio su prede veloci come canguri e wallabies: tuttavia il fatto che il diavolo della Tasmania possa compiere scatti di una certa velocità (che costano all'animale in termini energetici, come dimostrato dal fatto che dopo tali scatti l'animale deve riposarsi per circa mezz'ora) fa pensare che durante la caccia questo animale si comporti principalmente come un predatore d'agguato, che attende che la preda si avvicini abbastanza da compiere un breve ma veloce scatto e sopraffarla. Una volta catturata la preda (o trovata la sua carcassa), il diavolo della Tasmania la consuma a partire dal ventre, aprendo l'addome e consumando le soffici interiora: nel caso in cui la preda consumata sia di dimensioni medio-grandi (come una pecora, un cavallo o una mucca), l'animale non esita a stabilirsi all'interno della cavità addominale per alcuni giorni mentre ne consuma la carne. Questo comportamento è probabilmente alla base della credenza popolare che vuole che le femmine di diavolo della Tasmania lascino i propri piccoli nelle carcasse di grossi animali, nelle quali essi si fanno strada fino a uscirne da adulti. Sebbene l'animale cacci da solo, voci non confermate parlerebbero di cacce di gruppo, con un esemplare che insegue la preda facendola fuggire verso altri esemplari in agguato. La ricerca di cibo è generalmente un'attività solitaria: tuttavia nei pressi di una carcassa o di una preda appena uccisa si radunano spesso vari esemplari (fino a 12, sebbene la media sia di 2-5 esemplari), che durante il pasto comunicano fra loro sfoggiando tutta una serie di richiami simili a urla che possono essere uditi a chilometri di distanza. La forza delle vocalizzazioni sembrerebbe essere direttamente proporzionale alle dimensioni della preda, il che farebbe supporre che essi servano come richiamo per altri diavoli della Tasmania situati nei dintorni. Fra questi animali vige una gerarchia nel consumo del cibo: generalmente i giovani (attivi al tramonto) raggiungono la preda e si nutrono prima degli adulti (attivi a notte inoltrata). Gli esemplari dominanti sono i primi a mangiare, scacciando in malo modo eventuali pretendenti al pasto: questi generalmente si allontanano tenendo ben eretta la coda, con l'esemplare dominante che li insegue per un breve tratto, mordendone quando possibile il quarto posteriore. Il fatto che tali scaramucce divengano meno frequenti con l'aumento del cibo disponibile fa capire che esse non abbiano motivazioni gerarchiche vere e proprie, come osservabile invece in molti predatori sociali (come lupi e leoni). Durante il pasto sono state identificate venti posture a scopo comunicativo (fra cui il caratteristico sbadiglio a denti scoperti) e undici vocalizzazioni: la combinazione di queste due cose generalmente serve a stabilire il rango di ciascun animale senza arrivare a epiloghi violenti, tuttavia nella comunicazione molto probabilmente giocano un ruolo importante anche i segnali chimici che l'animale dà attraverso un'apposita ghiandola posta nel sottocoda. I combattimenti avvengono generalmente fra maschi adulti di pari stazza, che si mordono a vicenda o si ergono sulle zampe posteriori, spingendosi come lottatori di sumo con le zampe anteriori e utilizzando la coda come terza gamba per puntellarsi. Un diavolo della Tasmania consuma in media una quantità di cibo pari al 15% del proprio peso corporeo, sebbene qualora se ne presenti l'occasione esso possa mangiare quantità di cibo pari al 40% del proprio peso in circa mezz'ora, consumando l'intera preda, ossa e pelo compresi, grazie all'azione delle fortissime mascelle. Dopo un pasto abbondante, i diavoli della Tasmania diventano estremamente torpidi e poco reattivi, divenendo assai facili da catturare: con ogni probabilità, questo comportamento è presente grazie alla mancanza di predatori naturali sull'isola. La digestione è piuttosto veloce (sebbene molto meno rispetto agli altri dasiuridi) e l'animale tende a defecare sempre nei medesimi posti, formando delle latrine che possono essere condivise con altri esemplari e che probabilmente hanno un ruolo nella comunicazione coi conspecifici. Le feci del diavolo della Tasmania sono piuttosto grandi rispetto alle dimensioni dell'animale: esse hanno infatti una lunghezza che oscilla fra i 15 e i 25 cm e solitamente possiedono un caratteristico colore grigiastro, dovuto alla presenza di ossa al loro interno.


    Le femmine vanno in estro una volta l'anno, prevalentemente nei mesi compresi fra febbraio e marzo (ma molte femmine possono accoppiarsi anche fino a giugno), dimodoché i piccoli vengano svezzati in coincidenza con la tarda primavera australe, quando il cibo è più abbondante: la femmina può avere fino a tre ovulazioni nel giro di tre settimane, ciascuna delle quali prevede la maturazione di più cellule uovo. Come in tutti i marsupiali, manca una vera e propria placenta allantoide, ma si stabilisce un rapporto diretto tra l'uovo e la parete uterina, sicché l'embrione si nutre delle sostanze nutritizie contenute nell'uovo stesso. Quando le femmine vanno in estro, i maschi combattono furiosamente fra loro, per stabilire chi di loro avrà il diritto ad accoppiarsi con le migliori femmine della zona. L'accoppiamento avviene in aree appartate e può avere luogo indifferentemente di giorno o durante le ore notturne. Il maschio si accoppia numerose volte con la femmina in estro per un periodo di 5-6 giorni (ma anche fino a 8), seguendola costantemente per evitare che venga montata da altri maschi nelle vicinanze. Dal canto suo, la femmina di diavolo della Tasmania si dimostra piuttosto selettiva coi suoi pretendenti, scacciando con decisione quelli di piccole dimensioni o ancora giovani. Tuttavia, alla fine della stagione riproduttiva circa l'80% delle femmine in età fertile sono gravide. La gestazione, come in tutti i marsupiali, è molto breve: dopo soli 21 giorni dall'accoppiamento la femmina infatti partorisce stando in posizione supina fino a 20-30 piccoli che si presentano glabri, sordi e in generale ancora poco sviluppati (fatta eccezione per le zampe anteriori, molto forti e munite di unghie che a differenza di molti marsupiali non sono decidue), ciascuno dei quali pesa fra gli 0,18 e gli 0,24 grammi. Nei maschi lo scroto è esterno e già ben visibile, il che consente di distinguere i sessi già appena dopo la nascita. Appena venuti al mondo, i piccoli si fanno strada con le zampette anteriori unghiute lungo il corpo della madre per raggiungere il marsupio: presentando quest'ultimo apertura posteriore, la madre è fisicamente impossibilitata ad aiutare i piccoli a raggiungerlo, come accade in altri marsupiali (specialmente i canguri). All'interno del marsupio, i piccoli si attaccano a un capezzolo, il quale reagisce alla suzione gonfiandosi nella bocca del piccolo e ancorandolo letteralmente alla madre, che così non rischia di perderlo durante il movimento: in tal modo, il piccolo va incontro a una sorta di "seconda gestazione" all'interno del marsupio materno. Le femmine del diavolo della Tasmania possiedono solo quattro capezzoli a fronte di cucciolate che contano anche 20-30 piccoli (sebbene il numero di piccoli per cucciolata tenda a diminuire anche di molto con l'età), per cui solo i più forti e svelti riusciranno a raggiungere i capezzoli e quindi a sopravvivere: le femmine sembrano essere migliori dei maschi in questo senso, in quanto il loro numero nei marsupi è maggiore. I piccoli restano attaccati al capezzolo materno per circa 100 giorni: il latte non viene succhiato dal piccolo, ma immesso direttamente nella sua bocca mediante l'azione di appositi muscoli mammali. Il prolungamento della laringe, che raggiunge le coane nasali, consente ai cuccioli di respirare anche mentre ingeriscono il latte materno. Grazie al latte materno molto nutriente e straordinariamente ricco in ferro, lo sviluppo dei piccoli è piuttosto rapido: già a partire dalla seconda settimana di vita sono ben distinguibili il rinario e l'orecchio esterno (che tuttavia diventa del tutto funzionale solo attorno alla decima settimana di vita), a 16 giorni di vita appaiono le palpebre, a 17 giorni spuntano le vibrisse e a 20 sono ben distinguibili le labbra, che tuttavia possono schiudersi dal capezzolo materno solo dopo la decima settimana di vita, sebbene i piccoli possano cominciare a emettere suoni (generalmente degli acuti squittii) già a partire dai due mesi. Il pelo comincia a crescere dopo il quarantanovesimo giorno di vita e la pelliccia è completamente cresciuta quando il piccolo ha tre mesi: i primi peli spuntano a partire dal muso e in seguito crescono man mano sul resto del corpo, con il quarto posteriore che è l'ultima parte del corpo a ricoprirsi di pelo. Contemporaneamente alla crescita del pelo, la pelle dei piccoli tende a inscurirsi, passando dal rosa al grigio-nerastro. Sebbene le palpebre si formino a partire dalla terza settimana di vita e attorno ai 50 giorni appaiano anche le ciglia, i piccoli diavoli della Tasmania schiudono gli occhi solo fra gli 87 e i 83 giorni di vita, poco prima di staccarsi per la prima volta dal capezzolo materno. I piccoli non escono dal marsupio prima dei 105 giorni di vita, quando sono praticamente una copia in miniatura degli adulti e pesano all'incirca 200 g ciascuno: per altri tre mesi non lasciano il rifugio materno, avventurandosi fuori di esso verso l'inizio dell'estate australe (ottobre-dicembre), seguendo la madre durante la ricerca del cibo e spesso lasciandosi trasportare sulla sua groppa. Essi saranno completamente indipendenti entro il mese di gennaio, dimodoché la femmina non dedica loro che circa un mese e mezzo (durante la loro permanenza del marsupio la femmina non interagisce in alcun modo con essi, con l'eccezione dell'allattamento): fino al raggiungimento dell'indipendenza essi continuano a bere il latte materno, il che consente loro una crescita molto rapida (aumentano circa mezzo chilo al mese). La maturità sessuale viene raggiunta attorno ai due anni d'età: le femmine possono cominciare a riprodursi già a quell'età, mentre i maschi solitamente sono costretti ad aspettare ancora qualche tempo, in quanto ancora troppo deboli per competere nei combattimenti con maschi più anziani per assicurarsi il diritto all'accoppiamento. Probabilmente a causa del crollo numerico di questi animali in seguito all'epidemia di DFTM, molte femmine hanno cominciato a riprodursi anche già a partire dal primo anno di vita e sempre a causa di questa malattia la stagione riproduttiva è divenuta meno ben definita in molte zone. La speranza di vita dei diavoli della Tasmania si aggira attorno ai cinque anni d'età. Un esemplare di diavolo della Tasmania nome Coolah, vissuto in cattività e morto a sette anni e mezzo, rappresenta con ogni probabilità l'esemplare più anziano di questa specie finora registrato dagli studi.

    FAMIGLIA - Dasyuiridae
    SPECIE - Sarcophilus harrisii
    STATUS - A minor rischio
    COMPORTAMENTO - Solitario
    GESTAZIONE - 30-31 giorni
    PICCOLI - 4



    Edited by Il Camerlengo - 24/9/2014, 14:29
     
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