JOAN MIRÓ (Mudec) - LA FORZA DELLA MATERIA [FOTO]

Grande appuntamento con il surrealismo al Mudec

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    SEMPLICITÁ E GENIO
    LA FORZA DI JOAN MIRÓ


    Grande appuntamento con il surrealismo al Mudec.

    Oltre cento opere del maestro aiutano a comprendere lo stretto rapporto tra il grande colorista catalano e la materia



    E’ un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni

    Questo è ciò che ha scritto il poeta Jacques Prévert di Joan Miró (1893 - 1983). Una descrizione perfetta, che contiene riassunte alcune delle principali caratteristiche dell’artista catalano, come la semplicità, l’immediatezza, la curiosità, la gioiosità e l’incredibile estro creativo, che l’hanno reso uno dei più attivi esponenti del Surrealismo. Il Mudec di Milano, dopo la mostra dedicata a Gauguin, prosegue il percorso con un altro autore delle avanguardie che ha saputo guardare al primitivismo delle culture extraeuropee. L’esposizione Joan Miró. La forza della materia, con 170 opere esposte, realizzate tra il 1931 e il 1981, che provengono nella maggior parte dalla collezione della Fundació Joan Miró di Barcellona e da quella della famiglia dell'artista, ricostruisce l’attività di una delle personalità più illustri della storia dell’arte moderna. Grande sperimentatore, seppe fondere pittura e poesia sottoponendo la sua arte ad un processo di semplificazione da cui scaturirono simboli e strumenti per una nuova percezione della materia.


    Artista dal temperamento taciturno e riflessivo, Joan Miró da ragazzo studiò economia come gli aveva imposto il padre, e durante il primo impiego come contabile in una drogheria, venne colpito da un esaurimento nervoso. Quindi, a 18 anni, decise di lasciare quel lavoro e di cambiare vita per dedicarsi all’arte a tempo pieno. Fondamentale fu il Viaggio a Parigi del 1920. Lì conobbe Picasso e frequentò il circolo dada di Tristan Tzara e venne così a contatto con le menti più brillanti dell’arte di inizio secolo. Tornò in Spagna, contribuì alla causa dei Repubblicani durante la Guerra Civile Spagnola, ma nel 1937 ritornò nuovamente a Parigi per l’Esposizione internazionale, dove presentò, nel padiglione della Spagna Repubblicana, il suo enorme murales El segador, simbolo dell’identità catalana. Convinto esponente delle avanguardie storiche, ha in più occasioni dichiarato il suo disprezzo per la pittura convenzionale che diceva “andrebbe stuprata, uccisa e assassinata”. Amava esprimersi attraverso forme semplici, primitive, puerili, costruzioni geometriche dall’aspetto onirico e allucinatorio, che riempiva con colori piatti, spesso primari, come il giallo, il nero, il rosso o il blu. Grande sperimentatore e artista eclettico, Miró usò ogni tipo di materiale come base per i suoi lavori, tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro, creando anche collage, sculture, monumenti, litografie, ceramiche, scenografie, e arazzi. E’ proprio su questo aspetto che si focalizza la mostra, quello più legato all’esigenza di un vero contatto con il mezzo materico, sia nell’espressione pittorica che scultorea. Il percorso dell’esposizione, suddiviso in 4 sezioni, è stato studiato per accompagnare il visitatore attraverso il contesto storico dell’epoca, le diverse tecniche artistiche e una particolare attenzione alla materia e matericità. Inoltre, sono state inserite postazioni di realtà virtuale per una partecipazione più immersiva. La mostra, curata da Teresa Montaner, prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune di Milano-Cultura rimarrà aperta fino all’11 settembre. In contemporanea al Mudec inaugura anche la mostra “Italiani sull’Oceano”, ovvero “Storie di artisti nel Brasile moderno e indigeno alla metà del ‘900”.

    Informazioni utili qui: Mudec



     
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