NOBEL A BOB DYLAN - SESSANT'ANNI DI MUSICA [VIDEO]

L'artista che ha trasformato il rock in una rappresentazione poetica della realtà

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Founder
    Posts
    47,190

    Status
    Anonymous


    NOBEL A BOB DYLAN
    L'artista che ha trasformato il rock'n'roll in una rappresentazione poetica della realtà


    Dal folk alla psichedelia ha insegnato a tutti, anche ai Beatles, come bisognava e si poteva scrivere test


    NON ci si credeva quasi più, come per tutte le cose troppo a lungo annunciate e poi negate, ma alla fine è arrivato: il massimo riconoscimento letterario al mondo va a un artista che, a essere precisi, letterato non è. È uno che fa canzoni, ma a far canzoni è stato il Migliore, il più bravo, il sacro padre fondatore, quello che ha insegnato a tutti, anche ai Beatles, come bisognava, anzi come si poteva far canzoni, trasformando il rock'n'roll in una micidiale arma di rappresentazione poetica delle realtà. Dylan, il grande dissimulatore, il genio della musica popolare, l'acuto e sfuggente persecutore di verità a lui solo note, si è trovato a esprimere il suo talento in un momento cruciale dello sviluppo della cultura di massa, nei primi anni Sessanta, quando ancora nessuno credeva davvero che la canzone potesse essere qualcosa di più che intrattenimento, magarianche nobile, ma pur sempre intrattenimento. Dylan sì, ci credette, cominciò a trasformare il linguaggio del suo amato folk in qualcosa di più ampio, iniziò a introdurre visioni ampie, complesse, cominciò a parlare del mondo, di quello che stava succedendo, delle lotte per i diritti civili, delle aspirazioni dei giovani, degli orrori della guerra, della paura del nucleare, arrivarono Blowin in the wind, un inno pacifista capace di contagiare il mondo in un baleno (era appena il 1963), poi la inaudita ferocia requisitoria contro i padroni della guerra, Masters of war, poi la febbrile esaltazione di una nuova era che stava arrivando, The times they are a changin, poi ancora il mistero di Mr.Tambourine man, decine di canzoni sconvolgenti, meravigliose, che aprirono un universo di possibilità.


    Non è una cosa da poco, ma tutti quelli che cantano canzoni, anche quelli che non sanno di essere suoi figli in un certo senso lo sono perché vengono dal precedente di quella prima folgorante intuizione. La canzone è un mezzo espressivo importante, potente, può essere un prodotto artistico, e per questo alla fine il Nobel è un riconoscimento non solo all'arte di Bob Dylan ma anche alla canzone in sé, che se andiamo a ripensarci, è stata in fin dei conti uno dei prodotti più significativi e illuminanti del Novecento. Bob Dylan dal canto suo è uno che non si è mai fermato. Dopo essere stato il grande pifferaio della rivoluzione delle coscienze, dopo aver aperto la strada ai molti che negli Sessanta completarono quella rivoluzione, ha girato le spalle al mondo folk, ha cercato di distruggere quel monumento che già allora volevano costruirgli intorno, decise di elettrificare la sua musica, di rompere schemi e liturgie, di dissacrare perfino se stesso, e incise "Like a rolling stone", in assoluto una delle più influenti canzoni del secolo passato, quella che di solito i musicisti arrivati dopo (a partire da Bruce Springsteen) indicano come il momento in cui hanno capito cosa poteva essere il rock e che cosa dovevano fare della propria vita. Poi la psichedelia struggente di Blonde on Blonde, visioni dentro visioni dentro altre visioni, con livelli di complessità e di raffinatezza poetica mai percepite prima in una canzone, e proprio in quel momento, nel 1966, quando più o meno tutto il mondo cercava di tirarlo per la giacca a seguire cause e appelli politici, quando finalmente la sua lingua cominciava a diventare diffusa, condivisa da molti in giro per il pianeta, lui pensò bene di sparire.Con la scusa di un incidente di moto, mai provato, riuscì a stare diciotto mesi fuori da tutto, invisibile, chiuso nel suo rifugio di campagna. Questo è bene raccontarlo per capire chi è davvero Bob Dylan, condannato a una mobilità perenne, a dover costantemente sfuggire al suo stesso mito, come ha confermato pochi anni fa quando finalmente è uscita la sua tanto attesa autobiografia, intitolata Chronicles - Volume 1, nella quale ha pensato bene di raccontare tutto quello che gli pareva, e per giunta con una prosa sfavillante, ma di sicuro nessuna delle cose che da decenni tutti i fan avrebbero voluto sapere, tipo la famosissima sparizione dei diciotto mesi, o altre legittime curiosità sulle sue più belle canzoni. Per non dire delle sue performance live. Amate e odiate allo stesso tempo, perché originali ma inquiete, mai celebrative, fino a momenti diventati proverbiali in cui le sue canzoni più note le storpiava al punto da renderle praticamente irriconoscibili. Dopo il 1968 Bob Dylan continuò in parte a nascondersi, per poi riemergere di tanto in tanto, incidendo ancora dischi epocali, vedi Nashville skyline, Blood on the tracks, Knockin on heaven's door, tanti altri mattoni del castello, diciamo pure musical letterario, della sua opera. Anche se lo stesso Bob Dylan, come quasi tutti i grandissimi autori di canzoni, ci ha tenuto a specificare che la canzone è affare diverso dalla poesia, ha un suo linguaggio proprio, che è unità inscindibile di musica e parole, anche se nel suo caso, come è ovvio, può capitare spesso che un testo abbia anche un valore autonomo, ma la canzone va giudicata come tale, e per questo è significativo che il Nobel sia andato a lui. Il premio Nobel l'ha vinto come autore di canzoni. E quindi il mondo della canzone l'ha vinto assieme a lui.

    [Con lui la canzone pop è entrata nel mondo dell'arte - VIDEO]
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,484

    Status
    Anonymous


    BOB DYLAN
    LE SUE STROFE IMMORTALI




    Ecco i testi delle dieci canzoni più significative di Bob Dylan, dall’esordio nei primi anni '60 a Tempest, il suo ultimo album di inediti del 2012.

    Com’è noto i testi del cantautore di Duluth sono caratterizzati da metafore che hanno dato luogo a molte interpretazioni anche diverse tra di loro...






















     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Pl@net Admin
    Posts
    2,843

    Status
    Offline


    BOB DYLAN ACCETTA IL NOBEL
    "MA ANDRO' A STOCCOLMA SE POTRO'"


    L'artista americano ha detto al Daily Telegraph: "Difficile da credere, emozionante e incredibile"


    Bob Dylan ha deciso di accettare il premio Nobel per la letteratura. In una intervista esclusiva al Daily Telegraph, Dylan afferma che la notizia del Nobel è "difficile da credere, emozionante e incredibile. Chi non sognerebbe una cosa del genere?". Alla domanda se il prossimo 10 dicembre andrà personalmente a ricevere il premio dal Re di Svezia a Stoccolma, l'artista americano risponde però così: "Andrò se potrò". Il premio prevede un assegno da 750mila sterline. Il quotidiano britannico aveva raggiunto il cantante in Oklahoma dove si trova in tournée per parlare di una mostra di suoi quadri che aprirà la prossima settimana in una galleria a Londra. "Gran bella cosa", ha replicato anche quando gli è stato chiesto una reazione sul Nobel, "è stato straordinario, incredibile. Chi si sarebbe mai sognato una cosa simile?". Il cantante americano, poi, si dice parzialmente d'accordo con il giudizio di Sara Danius, docente e membro dell'Accademia Svedese, secondo cui i suoi testi rientrano nella categoria della letteratura, ponendosi in continuità con la tradizione orale di poeti come Omero e Saffo. "Direi di sì, in una certa misura", si schermisce Dylan, citando alcune delle sue canzoni come 'Blind Willie', 'A Hard Rain' e 'Hurricane', ma poi aggiungendo che sta ad altri valutare il significato delle canzoni, "non sono qualificato a farlo".

     
    .
2 replies since 13/10/2016, 18:44   43 views
  Share  
.