JOY OF A TOY - Kevin Ayers [1969]

Il primo album dell'antisignano della Scena di Canterbury

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    JOY OF A TOY
    KEVIN AYERS


    1969


    Con questo disco Kevin Ayers sonda con grande acume e sensibilità musicale i margini ultimi di molti stili musicali, il Pop, il Rock, la Psichedelia con le tante contaminazioni jazz care alla Scena di Canterbury di cui egli può essere considerato l’antesignano, foss’altro per aver fatto parte delle due band storiche per eccellenza di quel particolare tassello della storia della musica moderna: i Wilde Flowers e i Soft Machine


    Joy of a Toy, registrato tra giugno e settembre del 1969 negli Abbey Road Studios di Londra e quindi rilasciato nel novembre dello stesso anno per l’etichetta Harvest, è il primo album solista di Kevin Ayers, uno dei membri fondatori dei Soft Machine, un disco che lascia ampiamente intravedere il suo universo stravagante e bizzarro e quella strada che la band avrebbe poi intrapreso anche con il suo contributo artistico. Non è un caso che i suoi colleghi lo accompagnino anche in questa esperienza ed infatti troviamo, nel nutrito gruppo di musicisti che firmano insieme ad Ayers questo lavoro, anche Robert Wyatt, batteria, Mike Ratledge, organo e Hugh Hopper, basso con altre preziose partecipazioni come David Bedford, piano, mellotron e arrangiamenti; Paul Buckmaster, violoncello; Rob Tait, batteria; Paul Minns, oboe ed in “Religious Experience” / “Singing a Song in the Morning“, bonus track presente nella ristampa del 2003 Syd Barrett, chitarra; Richard Sinclair, basso; Richard Coughlan, batteria; David Sinclair, organo; The Ladybirds, coro. Fanno da sfondo a questo disco la Londra “acida” della seconda metà degli anni Sessanta, ricca di immaginazione e prolifica di sperimentazione musicale soprattutto nelle serate all’UFO Club: Jimi Hendrix, la Incredible String Band, i Pink Floyd di Syd Barrett, i Traffic, la Third Ear Band, gli AMM e non sarebbe giusto dimenticarsi anche di Donovan soprattutto del periodo immediatamente precedente (Sunshine Superman, 1966, Mellow Yellow, 1967 e Hurdy Gurdy Man, 1968). Dopo il tour intenso e stressante che i Soft Machine intrapresero nel 1968 negli Stati Uniti al seguito della Jimi Hendrix Experience come gruppo di apertura e durante il quale, in una pausa, registrarono in soli quattro giorni, al Record Plant di New York, il loro omonimo album di debutto, prodotto dal manager di Hendrix, Chas Chandler, ex bassista degli Animals, Kevin Ayers decise di ritirarsi dal mondo del music business, vendette il basso Fender a Noel Redding e se ne andò ad Ibiza con Daevid Allen. Jimi Hendrix, tuttavia, riuscì a strappare a Kevin Ayers la promessa di un suo ritorno sulla scena musicale, arrivando persino a regalargli una chitarra Gibson J – 200; dopo un po’ di gozzoviglie sulle spiagge dorate di Ibiza, seguiranno per il musicista giorni di intensa attività creativa ed una serie di lavori registrati proprio in quel periodo arriveranno sino al produttore Peter Jenner, che lo scrittura per registrare il suo primo album solista, Joy of a Toy appunto, uno dei primi dischi dell’etichetta Harvest Records (sezione progressive della EMI), la stessa dei Pink Floyd, per la cifra esorbitante per l’epoca di 4.000£. Con questo disco Kevin Ayers sonda con grande acume e sensibilità musicale i margini ultimi di molti stili musicali, il Pop, il Rock, la Psichedelia con le tante contaminazioni jazz care alla Scena di Canterbury di cui egli può essere considerato l’antesignano, foss’altro per aver fatto parte delle due band storiche per eccellenza di quel particolare tassello della storia della musica moderna: i Wilde Flowers e i Soft Machine; con grande fantasia e strumentazioni non usuali ricche delle tonailità del violino, del flauto, della tromba e del violoncello ha scritto molte pagine ancora fresche per la sensibilità di chi in quei tempi ha vissuto quella bella stagione del rock progressivo con la sua immensa libertà artistica, ma anche per chi oggi si accosta a quei classici che rimangono ancora ricche miniere di idee per i musicisti moderni. Tutte le stravaganze e gli elementi bizzarri che troviamo tra i solchi di questo album potrebbero in qualche modo suggestionare l’ascoltatore al suo primo ascolto rendendolo un album difficile, forse pretenzioso, e la forte apertura strumentale Joy of a Toy Continued piuttosto allarmante con le sue ripetizioni potrebbe confermare questa impressione. Town Feeling e All This Crazy Gift Of Time in qualche modo però contraddicono subito questa prima impressione, rassicuranti quasi fossero di Bob Dylan con legni lucidi e corde calde e sonore insieme alla bella voce profonda di Kevin Ayers che ci ricorda subito quella di Syd Barrett, versetti semplici eppure affascinanti. In The Clarietta Rag, il mellotron riempie il brano di sonorità progressive fino ad un fuzz di chitarra accompagnata da un trombone che incredibilmente funziona..!! Girl On A Swing è una bella e semplice canzone d’amore con ricche contaminazioni psichedeliche: il pianoforte acustico lascia in alcuni momenti il posto alla voce sottile del mellotron e a qualche singhiozzo di nastro magnetico trascinato al contrario. Song For Insane Times vede Kevin riunito con i suoi amici dei Soft Machine in una canzone lisergica dove tastiera e tamburi si muovono liberamente. Fuzz d’organo di Mike Ratledge verso la fine ad illuminare un brano piuttosto contorto. Stop This Train (Again Doing It) pieno di trucchi dall’inizio alla fine, il brano si sviluppa in una fresca e vitale colonna sonora dell’incubo peggiore che ti sia mai capitato con ottimi assolo di tastiera e fughe: si rimane intrappolati su di un treno che non si ferma mai, ma anzi va sempre più veloce e l’assolo maniacale verso la metà della traccia intensifica la sensazione di vertigine. Eleanor’s Cake (Which Ate Her) brano acustico e delicato nonostante il titolo con splendidi legni di supporto ad un Cantebury sound trasparente e rasserenante con liriche edificanti e semplici, atmosfera che dura poco, strappata da The Lady Rachel, sperimentale ed anch’esso inquietante con una chitarra strimpellata e sgangherata che si sviluppa in una terribile sequenza musicale di quattro minuti particolarmente dura che ricorda il Lou Reed di Berlin; fortunatamente per la povera Rachel, il brano (e il suo brutto sogno), termina con un bel coro solare. Oleh Oleh Bandu Bandong è davvero una sfida: basata su motivi popolari della Malesia, è essenzialmente un brano strumentale costruito intorno ad uno psicotico riff di 7/4 di basso e batteria, con vocalizzi femminili e qualche impertinenza pianistica di David Bedford, si apre ad un lungo momento di pura avanguardia diversa da qualsiasi cosa ascoltata fin qui. Come abbiamo detto l’album termina con All This Crazy Gift Of Time con un Kevin Ayres rasserenante e convincente nella sua involontaria somiglianza con Bob Dylan. Niente male i brani aggiunti nella ristampa su CD: Soon Soon Soon e un’orchestrale The Lady Rachel mentre Singing A Song In The Morning è uno scanzonato singolo del Settanta. Buoni anche i brani inediti, uno dei quali vede la presenza chitarristica non entusiasmante di Syd Barrett. “You can’t shine if you don’t burn”. “Non puoi brillare se non bruci”, c’era scritto su un biglietto trovato attaccato al letto di Kevin Ayers, trovato morto il 18 febbraio 2013 nella sua casa di Montolieu, piccolo villaggio del Sud-est della Francia dove viveva in assoluta solitudine da quindici anni. (Fonte recensione: Psycanprog)


    Joy of a Toy

    Pubblicazione - 1969
    Durata - 41 min : 30 s
    Genere - Pop psichedelico
    Rock psichedelico
    Rock progressivo
    Art rock
    Etichetta - Harvest Records
    Produttore - Kevin Ayers e Peter Jenne


    Tracce

    Tutti i brani sono di Kevin Ayers.

    Lato A

    Joy of a Toy Continued – 2:54
    Town Feeling – 4:54
    The Clarietta Rag – 3:20
    Girl on a Swing – 2:49
    Song for Insane Times – 4:00

    Lato B

    Stop This Train (Again Doing It) – 6:05
    Eleanor's Cake (Which Ate Her) – 2:53
    The Lady Rachel – 5:17
    Oleh Oleh Bandu Bandong – 5:35
    All This Crazy Gift of Time – 3:57

    Bonus track (riedizione del 2003)

    Religious Experience [incisione n. 9] – 4:46 (Singing a Song in the Morning)
    The Lady Rachel – 6:42 (versione estesa)
    Soon Soon Soon – 3:23
    Religious Experience [incisione n. 103] – 2:50 (Singing a Song in the Morning)
    The Lady Rachel – 4:51 (singolo)
    Singing a Song in the Morning – 2:52 (singolo)

    Formazione

    Kevin Ayers - chitarre, basso, canto
    Robert Wyatt - batteria
    David Bedford - pianoforte, mellotron, arrangiamenti
    Mike Ratledge - organo
    Hugh Hopper - basso in Joy of a Toy Continued e Song for Insane Times
    Paul Buckmaster - violoncello
    Rob Tait - batteria in Stop This Train (Again Doing It) e Oleh Oleh Bandu Bandong
    Paul Minns - oboe

    In Religious Experience / Singing a Song in the Morning

    Syd Barrett - chitarra
    Richard Sinclair - basso
    Richard Coughlan - batteria
    Dave Sinclair - organo
    The Ladybirds - controcanto
     
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