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Wassily Kandinsky Composizione IX 1936 olio su tela - 113.5 × 195 cm Parigi, Centre Pompidou
Kandinsky intitola Composizione le sue opere di grande formato più riuscite, precedute da studi preparatori; ne dipinge sette tra il 1910 e il 1914, una al Bauhaus di Weimar e due negli anni parigini. Composizione IX, la più piccola tra quelle fino a noi pervenute (tre andarono distrutte durante la Seconda guerra mondiale), sembra essere stata preceduta da un solo disegno a inchiostro, conservato al Musée National d'Art Moderne di Parigi.
Il titolo farebbe pensare a un rimando al periodo “geniale” in cui l’artista realizzò le prime Composizioni. in tutti i casi l’opera divenne una sorta di pubblica sfida per Kandinsky, il quale, dopo averla depositata presso il Museo del Jeu de Paume nel 1938, ottenne infine, l’anno successivo, che venisse acquistata dai Musées nationaux, seppure per un prezzo irrisorio (la sua speranza di vedere allestita una propria retrospettiva svanì con la guerra).
Questo quadro, che l’artista intitolò anche L’uno e l’altro, colpisce per la dicotomia della composizione: il fondo è attraversato da quattro grandi larghe diagonali colorate, regolari, che creano due grandi triangoli alle estremità di destra e di sinistra; ai colori primari della metà di sinistra del fondo rispondono quelli complementari della metà di destra.
Su questa superficie, caratterizzata da un cromatismo delicato, fluttua un certo numero di forme declinate in formati e colori differenti: scacchiere, rettangoli, cerche, linee (semplici tratti sinuosi oppure superfici allungate), assemblaggio di forme vegetali o di elementi embrionali. Un intero vocabolario formale sembra vagare nello spazio: al rigore geometrico del fondo di contrappone la delicatezza degli altri motivi, gravitanti attorno a un nucleo centrale dall’ampio contorno nero, da cui sembrano essere sfuggiti in tutta libertà e serenità. (M.@rt)
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