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Claude Monet Bordighera 1884 olio su tela - 64,8 x 81,3 cm. Chicago, The Art Institute
Nella seconda metà del 1883, Monet accetta un invito dell’amico Renoir e si reca con lui in Costa Azzurra e in Liguria. A conquistare l’artista, tanto da indurlo tempo dopo a tornarci da solo per lavorare con maggior concentrazione, è soprattutto la cittadina di Bordighera.
“Sono in un paese delle favole”, scrive ad Alice( la seconda moglie), “non so assolutamente dove iniziare a guardare. Tutto è straordinariamente bello e vorrei dipingere tutto… per me questo paesaggio è una cosa completamente nuova, che devo studiare e che comincio solo ora a conoscere. E’ terribilmente difficile sapere dove posso andare e cosa posso fare. Sarebbe necessario avere una tavolozza di diamanti e pietre preziose.”
Profondamente colpito dalla bellezza del luogo e, soprattutto, dalla luce e dai colori della costa mediterranea, Monet si sente quasi incapace di poter rapire con la propria tavolozza quella gamma cromatica tanto vivace.
“Queste palme mi fanno dannare”, confessa, “e poi i motivi sono estremamente difficili da riprodurre, da trasferire sulla tela, tanto è folto dappertutto. E’ delizioso da vedere; si può passeggiare indefinitamente sotto le palme, gli aranci, i limoni e anche sotto gli splendidi ulivi, ma quando si cercano soggetti è molto difficile. Vorrei fare certi aranci e limoni che si stagliano contro il mare azzurro, non riesco a trovarli come voglio. Quanto all’azzurro del mare e del cielo, è impossibile.”
A Bordighera, tra l’altro, Monet entra in contatto con Francesco Moreno, proprietario di una grande tenuta nei pressi del paese. L’ampio giardino della villa, ricchissimo di vegetazione mediterranea ed esotica, affascinerà profondamente l’artista, appassionato intenditore di botanica, che ne farà uno dei soggetti principali del suo soggiorno ligure. (M.@rt)
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