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Claude Monet Il palazzo Ducale (The Doge's Palace - Le Palais ducal) 1908 olio su tela - 81,3 x 99,1 cm. New York, Brooklyn Museum of Art
Durante il suo unico viaggio a Venezia dall’ottobre 1908, Claude Monet dipinge questa veduta della facciata di Palazzo Ducale da una gondola nel Canal Grande. A lungo romanticizzata nell'immaginario collettivo, la città era recentemente diventata più accessibile grazie a nuove ferrovie e guide turistiche. Turista egli stesso, Monet rimane “stregato dall’incantesimo della Serenissima”, la città acquatica per eccellenza: i giochi di riflessi delle architetture gotiche che si specchiano nei canali sembrano nati per il pennello dell’artista. Monet si stabilisce dapprima nel Palazzo Barbaro, un nobile edificio che si affaccia sul Canal Grande, e poi al Grand Hotel Britannia (oggi The Westin Europa & Regina sempre sul Canal Grande).
Benché breve, il periodo trascorso da Monet a Venezia fu molto prolifico di opere (nel dicembre del 1908 era già di ritorno a Parigi): dipingerà una quarantina di vedute della città: Palazzo Ducale è uno dei suoi preferiti (l'edificio governativo progettato nel XIV secolo per assomigliare allo stile architettonico dei partner commerciali di Venezia nel Sultanato mamelucco, l'attuale Egitto e Siria.
A colpire il creatore dell’impressionismo fu soprattutto la luce, tanto che ebbe a scrivere: “L’artista che concepì palazzo Ducale fu il primo degli Impressionisti. Lo lasciò galleggiare sull’acqua, sorgere dall’acqua e risplendere nell’aria di Venezia come il pittore impressionista lascia risplendere le sue pennellate sulla tela per comunicare la sensazione dell’atmosfera. Quando ho dipinto questo quadro, è l’atmosfera di Venezia che ho voluto dipingere. Il palazzo che appare nella mia composizione è stato per me soltanto un pretesto per rappresentare l’atmosfera. Tutta Venezia è immersa in quest’atmosfera. Nuota in questa atmosfera. Venezia è l’Impressionismo in pietra”.
La sua architettura traforata e ricamata come un merletto, il gioco di archi che ne ritmano la facciata, la posizione privilegiata e la fama dell’edificio contribuiscono certo alla sua scelta. Monet minimizza i dettagli materiali del palazzo iconico, concentrandosi invece sul rendere la sua impressione di luce solare e acqua scintillante in pennellate di colore sciolte e sovrapposte. L’argine divide lo spazio della tela in due parti, secondo un modello compositivo proposto già in altre tele dall’artista: in quella superiore si staglia l’edificio, la cui concretezza pare ammorbidirsi per effetto della luce vibrante di una giornata limpida; in quella inferiore, invece, l’acqua torna ad essere l’indiscussa protagonista.
Sebbene Monet dipingesse direttamente davanti ai suoi paesaggi, rielaborò le tele nello studio di Giverny, in preparazione alla mostra dei suoi quadri veneziani del 1912, che si tenne alle Galerie Bernheim-Jenue di Parigi, esposizione che riscosse un unanime successo nei dieci giorni dell’esibizione (dal 28 maggio all’8 giugno). (M.@rt)
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