Pioppi, effetto vento, Claude Monet, 1891

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view post Posted on 29/9/2022, 11:22     +3   +1   -1
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Claude Monet
Pioppi, effetto vento
(Effet de vent, série des Peupliers)
1891
olio su tela - 105 x 74 cm.
Parigi, Musée d’Orsay


“Pioppi, effetto vento” appartiene ad una serie di lavori, realizzati da Monet tra la primavera e l’autunno del 1891, in una località poco distante da Giverny, sulla riva del fiume Epte, in una zona paludosa a Limetz.



Successivamente alla serie dei "Covoni", l’artista inaugura quella dei pioppi: sceglie un lungo filare sulla riva sinistra del fiume e lo dipinge dal suo battello-atelier, un punto di vista che evidenzia l’altezza degli esili tronchi e la loro snellezza.

Ne nascono composizioni dal taglio grafico fortemente accentuato, dagli accenti “giapponisti”, impostate su un essenziale incrocio di linee verticali e orizzontali e sul contrasto tra primo e secondo piano, tra la concretezza dei sottili e svettanti fusti dei pioppi sulla riva e la quasi impercettibile presenza di altri sullo sfondo, le cui fronde sembrano perdersi nella luce tersa del cielo.

Nella palude le file di pioppi e le foglie dei tre alberi più alti, in primo piano, assumono riflessi blu e azzurri: le fronde sembrano brillare grazie al movimento delle foglie che alternano le loro due facce di diverso colore. I colori usati per realizzare il filare centrale dei pioppi sono caldi, verdi e ocra.

L’erba in primo piano, che ricopre gli argini, risulta di un verde più spento. Il cielo ha un tono lattiginoso, risultato delle pennellate calde e fredde alternate. Si crea così un forte contrasto di luminosità che mette i pioppi quasi in controluce contro il cielo chiarissimo.

Come gli altri dipinti della serie, l’artista realizza l’immagine senza rappresentare i dettagli della scena. Le pennellate ampie e materiche accostano i colori saturi per creare una immagine veloce, un’istantanea dei pioppi spazzati dal vento.

“Gli oggetti immutabili, definiti dalla consuetudine, nascono di fronte ai suoi occhi, come se lui fosse il primo uomo, come se, attraverso le variazioni della loro illuminazione, egli non avesse ancora imparato a riconoscerli come identici”: sono le parole scritte da Octave Mirbeau nel 1912, in occasione di una personale del pittore.

Raffinato intenditore e sostenitore dell’opera impressionista, Mirbeau ha saputo tratteggiare in poche righe la sostanza della ricerca di Monet.

Per poter continuare a dipingere i pioppi sull’Epte, un soggetto a cui dedicherà più di venti tele, Monet dovrà pagare il comune di Limez, che ne aveva disposto il taglio per ricavarne legname. (M.@rt)





 
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view post Posted on 29/9/2022, 11:49     +3   +1   -1
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