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Antonio di Giovanni de Antonio detto Antonello da Messina Ritratto di giovane 1474 tempera e olio su tavola di pioppo - 32 × 26 cm. Berlin, Gemäldegalerie, Staatliche Museen zu Berlin
Sul cartiglio affisso al parapetto “1474 ANTONELLUS/MESSANEUS ME PINXIT”
E’ il più antico ritratto datato di Antonello, che fornisce un solido appiglio cronologico per la comprensione del suo sviluppo stilistico. Rispetto alle precedenti immagini, il dipinto mostra una costruzione spaziale più salda, ma anche un’umanità più vera. Le caratteristiche generali sono invariate: l’impostazione di tre quarti, il fondo scuro, lo sguardo rivolto all’osservatore. Notevolmente accresciuta è però l’incisività della struttura prospettica, imperniata sul parapetto in primo piano, cui illusionisticamente è affisso il consueto cartiglio con la data e la firma dell’artista. Non si tratto solo di una messa a punto del sistema geometrico, ma anche di un uso più consapevole di luci e ombre. Il loro avvicendarsi definisce l’angolo della balaustra, le pieghe della carta e quelle della veste rossa.
Il giovane elegante, apparentemente di non più di 20 anni, è il modello più giovane tra le persone ritratte da Antonello. Il viso emerge dall'oscurità, con la guancia destra e il collo chiaramente ombreggiati; i capelli lisci, rosso scuro-brunastri sono leggermente distribuiti su entrambi i lati sopra la fronte e cadono sulle orecchie. Le labbra sono leggermente socchiuse, come se in questa rappresentazione dovesse essere catturato un momento specifico, in contrasto con i ritratti altrimenti piuttosto immobili e senza tempo di Antonello.
Il busto assume una consistenza statuaria, su cui si innestano i volumi del collo e della testa. All’inizio del decennio a Noto, dove lavora anche Antonello, opera lo scultore Francesco Laurana la cui parabola artistica e anche i suoi spostamenti (in progressivo avvicinamento allo stile di Piero della Francesca), sono spesso paralleli a quelli del pittore messinese.
Nel 1939 Stefano Bottari, descrivendo l’opera, ne osservava la transizione da una visione più analitica, legata alle radici fiamminghe dello stile antonelliano, a una più sintetica che rimanda alle novità del Rinascimento italiano. Lo studioso ammirava la testa e “la sua massa plastica nitidamente scandita dall’incidenza della luce e delle ombre, che a destra, risalendo dal fondo l’avvolgono e si schiariscono assottigliandosi nello sfumato: quel tanto per cui quella che nei pittori fiamminghi resta intrinseca e naturalistica determinazione di epidermide, qui, come negli altri ritratti, si trasforma in un’astratta realtà plastica”. Al di là delle questioni formali, la figura del giovane ritratto, pare respirare e gli occhi interrogativi e la bocca socchiusa sembrano consapevoli della presenza dell’osservatore. (M.@rt)
Edited by Milea - 9/12/2022, 14:35
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