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Paul Cèzanne Natura morta con zuppiera (Nature morte à la soupière) 1877 circa olio su tela - 65 x 81,5 cm. Parigi, Musée d′Orsay
L’attenzione che Cézanne dedica alla realtà e al desiderio di trasformare in poesia gli oggetti più semplici della vita quotidiana sono evidenti soprattutto nelle nature morte, meta e vertice delle sue ricerche sullo spazio. Qui più che in ogni altro oggetto, egli riesce a manifestare la sua indole e ad entrare in perfetta sintonia con l’osservatore. Per il tocco si discosta dagli stili conosciuti di tutti quegli anni, ma ha una qualità in comune con le nature morte del 1877: il coperchio allargato e leggermente squadrato della zuppiera. I singoli elementi della composizione sono illuminati da una luce diretta, senza ombre, che distingue i colori gli uni dagli altri, in maniera netta.
Gli oggetti sono trattati in modo realistico e illuminati in modo plausibile, sì, ma sembrano subordinati a un disegno più ampio. Il cesto è raffigurato in modo da rispecchiare i movimenti delle oche nel quadro; la zuppiera si appiattisce, immobile sul tavolo; cesto e zuppiera sono separati da uno spazio piatto che ne sottolinea i contorni. Tutto ciò richiama l'attenzione sulla tela piuttosto che sullo spazio occupato dagli oggetti. Quello che rimane è uno spazio costruito piuttosto che illusionistico: il tavolo arretra verso l'alto a destra mentre il cesto arretra verso l'alto a sinistra, raggiungendo un equilibrio formale nel quadro che non troveremmo nella realtà. Sullo sfondo l’artista ha posto tre quadri, uno dei quali, quello a sinistra, è un paesaggio di Pissarro, esplicito omaggio all’amico e maestro. (M.@rt)
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