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"Poichè la profondità era bandita la superficialità dell'esistenza doveva arrivare di rimando, come attraverso la superficie di specchi sfaccettati"
Jon Krakauer
Paul Cézanne L'orologio nero (La pendule noire) 1870 Olio su tela 55,2 x 74,3 Parigi, Collezione privata
Nelle nature morte si mostrano nella loro piena evidenza le qualità puramente pittoriche di Cézanne, che egli aveva acquistato dallo studio dei grandi maestri fiamminghi e spagnoli come Frans Hals, Francisco de Zurbaràn e Jusepe Ribera. Anche la natura morta "L'orologio nero" del 1870 è da vedere in questo contesto. La composizione estremamente accurata tanto da avere una sfumatura di artificiale, mostra gli oggetti "degni di nota", che non hanno nulla a che vedere con quelli soliti adoperati per le nature morte. Su una credenza completamente coperta da una grande tovaglia bianca, drappeggiata in pieghe profonde, di fronte ad uno specchio visibile solo a metà, ci sono una piccola tazza di caffè, un vaso di vetro e un orologio montato in marmo nero. Un limone e una conchiglia gigantesca conferiscono all'immagine armonicamente equilibrata una raffinatezza coloristica e un simbolismo nascosto.
Il modo in cui sono trattati la forma e il colore ricordano certamente precedenti fiamminghi del secolo diciassettesimo, ma anche le nature morte di Manet e la sua predilezione per le superfici luccicanti e splendenti. Cionondimeno il dipinto nei suoi singoli elementi, nel suo "linguaggio oggettuale", si rivolge ad alti strati della coscienza. Incastonato nell'orologio di marmo blu-nero c'è un quadrante senza lancette. Il tempo è fermo, sospeso in questa costellazione simbolica, il cui vortice inquietante sembra provenire soprattutto dalla fessura rossa della conchiglia. La delicatezza dei toni usati in questo oggetto non devono distrarre dal nesso conchiglia-acqua-donna e dal suo valore simbolico-storico che non si può certo limitare a notare solo nei quadri del XIX secolo (si pensi alle donne di Courbet sulla riva o in acqua).
Qui appare uno dei miti che accompagnano tutto l'Ottocento, che proietta il femminile nelle molteplici manifestazioni della natura. Appaiono soprattutto quelle "acque oscure e materne", simbolo della nascita, della conservazione, ma anche del venire divorati, come la sorgente, lo stagno, il torrente, il mare e i suoi attributi. Dietro la superficie luccicante delle cose si cela il conflitto di Cézanne, che compenetra di sé anche tutto il suo tempo e si mostra sotto mille angolature. Già da ora il realismo di Cézanne ha un obiettivo ben più profondo di quello a cui tendono i tentativi contemporanei del gruppo di Batignolles, dei tardi impressionisti che seguono le "belle apparenze" delle cose. Si può chiaramente percepire il suo desiderio di tenere sotto controllo le proprie emozioni e di trovare un punto d'appoggio in mezzo agli istinti scatenati. Sempre di più si rifugia nella percezione della natura, che cerca di "fermare" in composizioni armoniche.
"Egli cerca dei punti fissi nel fluire delle apparenze mutanti"
Mar L8v
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