L'eterno femminino (L'éternel féminin), Paul Cézanne, 1877

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view post Posted on 1/12/2022, 22:05     +5   +1   -1
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"L'eterno femminino è un principio che, secondo
una logica essenzialista, concepisce la femminilità
come guida immutabile del desiderio
maschile verso la trascendenza"


Johann Wolfgang Goethe




Paul Cézanne
L'eterno femminino
(L'éternel féminin)
1877 circa
Olio su tela
43 xx 53 cm
New York, Collezione privata


Nei chiari colori dell'impressionismo (tecnica che lo aiutò a disciplinare i suoi temi e a sviluppare la possibilità del colore) con i piccoli tratti introdotti a Pontoise dal 1875 al 1877, Cézanne dipinge un quadro che conclude e riassume la tematica del periodo giovanile: "L'eterno femminino". Troneggiante su di una specie di letto sormontato da un baldachino, tien corte la "puttana impura", il demone femmina. Ella è attorniata e venerata da una schiera di uomini appartenenti a tutti i ceti e a tutte le professioni, pittori, scrittori, musicisti, banchieri, persino il clero. Tutti circondano questa sentina di vizi in una sorta di "adorazione alla rovescia". Tutta la scena suscita un'impressione stranamente pacifica e diffusa, come se fosse una visione fugace o il frammento di un profondo sogno colorato. Questo omaggio all'eterno femminino si svolge in un interno, come parrebbe accennare il vaso di fiori sul tavolo a sinistra, o si tratta di una scena all'aperto a ridosso di un muro, al di là del quale si apre nella parte superiore del quadro la vista sulla riva di un lago mosso dalle onde?




Interno od esterno sembrano insieme fusi come in una simbiosi...


La capacità di distinzione, propria della ragione, viene messa da parte a beneficio della visione, della simbologia artistica. Cézanne segue forse qui un'ispirazione di Zola o ha gà visto la Nanà di Manet, la quale, rifiutata dalla giuria del Salone del 1877, era stata esposta sul Boulevard des Capucines nella vetrina di un noto negozio di ninnoli? Si rifà al topos romantico (ripreso anche da Baudelaire) della "donna, demonio, portatore di sciagure", oppure il quadro è solo un commento autoironico della sua ambivalenza nei rapporti con le donne? Ciò che nel famoso coro mistico, con cui Johann Wolfgang Goethe fa finire la seconda parte del Faust, viene stilizzato come l'"eterno femminino", diventa nel quadro di Cézanne un mostro carnoso senza volto.


E' la tentazione dell'Eros che il pittore in piedi a destra nel quadro deve esorcizzare, ma anche la divinità del tempo, portata sul trono dal danaro, la grande puttana Babilonia, carne ed oro, come due facce di una stessa medaglia, simbolo della società capitalistica delle merci che ha snaturato i rapporti umani. Ossessioni private, mancata realizzazione di desideri, ricerca fallita dei sensi vanno pari passo con la critica alla società. Gli uomini radunati intorno all'idolo femminile sono l'incarnazione dell'ignoranza della classe borghese, che deride i quadri di Cèzanne e preferisce loro il consumo e l'amore prezzolato. In una lettera a Zola del 24 settembre 1878 da Marsiglia, Cézanne esprime senza mezzi termini il suo disprezzo per le "facce da culo della società":

"Non ti puoi immaginare la presunzione di questa gente arcigna. Ha solo un istinto, quello del denaro. Si dice che guadagnino molto. Ma sono anche così brutti - visti dall'esterno la loro maniera di comportarsi fa scomparire i tratti originari di questi tipi. Tra alcune centinaia di anni di vita non avrà più senso, tutto sarà livellato"


Da questo punto di vista il quadro è una resa dei conti con gli "esitanti filistei borghesi" che portano il loro denaro in banca o nei bordelli (invece di dedicarsi ad ideali artistici elevati). Ma anche il pittore ed altri artisti sono compresi in questo modo di agire intorno al "vitello d'oro". Anche lui è attirato dalla tentazione, così come si era già mostrato in molte maniere diverse nell'opera giovanile. Anche lui subisce il fascino del desiderio non appagato, e tenta ora di combattere col cavalletto i suoi pericoli. Invece di unirsi al "coro dei dannati", fa sorgere nel suo dipinto un monte. I paesaggi montani della zona intorno al monte Sainte-Victorie saranno al centro dell'opera tarda di Cézanne.

Il monte si erge come un bastione contro le tendenze della dissoluzione, contro questa marea causata dai sentimenti negativi. Perchè l'"immagine femminile" è anche l'incarnazione della "madre terribile", più minaccia che attrazione, che tutto inghiotte. L'immagine archetipa così indicata non è tanto la manifestazione di una nevrosi sessuale divenuta manifesta, anche se questa ha la sua importanza, ma una costante inconscia del processo di identificazione umano. Per tutta la sua vita Cézanne fu una persona debole ed incerta, incapace di contatti normali. I contatti con la realtà quotidiana li affidava a due esseri femminli, sua madre e sua sorella, che avevano un grande potere su di lui. Lui rimane sempre un "lattante delle illusioni" che solo in età avanzata si cristallizzeranno in ideali artistici, i quali costruiranno il suo vero contributo artistico e la sua tarda fama... (Mar L8v)



 
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