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Caspar Friedrich
Veduta dalla finestra destra dell'atelier
(Blick aus dem Fenster des Künstlers, rechtes Fenster)
1805-1806
Inchiostro seppia su carta
31 x 24 cm
Vienna, Österreichische Galerie Belvedere
Fino al 1807 Friedrich si interessò quasi esclusivamente della grafica. Si applicò in particolare alla tecnica del disegno a seppia, di cui divenne un vero e proprio virtuoso, apprezzato da svariati estimatori, tra cui si annoverava anche Goethe. L'abilità dell'artista nato a Greifswald emerge qui nella restituzione del contrasto tra la penombra dell'ambiente interno e la luminosità diffusa del paesaggio visibile oltre la finestra, nonchè nel riflesso del vetro del telaio di quest'ultima. Friedrich ha infatti rappresentato un dettaglio del suo atelier di Dresda, a cui accompagna una seconda seppia con la veduta dalla finestra sinistra.
Caspar Friedrich
Veduta dalla finestra sinistra dell'atelier
(Blick aus dem Atelier des Künstlers in Dresden auf die Elbe - linkes Fenster)
1805-1806
Inchiostro seppia su carta
31.4 x 23.5 cm
Vienna, Österreichische Galerie Belvedere
Il soggetto, che appare insolito e curioso, è di grande significato nella poetica del pittore. Il tema della finestra, torna sovente nelle sue opere, caricandosi di molteplici valenze. Essa è anzitutto una soglia, simbolo del distacco tra interiorità e mondo, ma anche tra conosciuto e ignoto. I vetri aperti sono un invito ad affacciarsi, a partecipare al fluire incessante della vita, a cui alludono probabilmente le barche che scorrono sul fiume, tradizionale metafora dell'esistenza. La consapevolezza della separazione tra le due sfere implica però anche un motivo anche un moto di nostalgia, rafforzato dalla penombra che pervade lo studio.
Le pareti appaiono pressochè spoglie, si scorgono soltanto due piccoli quadri e un paio di forbici, il cui pendant, nel disegno gemello con la rappresentazione dell'altra finestra, è una chiave. I due oggetti si riferiscono evidentemente al rapporto di Caspar con il mondo esterno, alla sua volontà di isolamento e al contemporaneo desiderio di conoscenza. Nel rinunciare alla canonica raffigurazione dell'atelier come uno spazio affollato di tele, cavalletti, pennelli e tavolozze, Friedrich realizza un'allegoria di ciò che per lui è creazione artistica:
"L'uomo, il pittore, non ha altra risorsa all'infuori della propria
spiritualità, da cui derivano l'originalità e l'unità dei suoi dipinti"
(Mar L8v)
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