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Caspar Friedrich
Prati a Greifswald
(Wiesen bei Greifswald)
1821
Olio su tela
35 x 48,9 cm
Amburgo, Hamburger Kunstalle
E' uno dei rarissimi casi in cui l'artista abbia raffigurato una veduta di esattezza topografica. Pur partendo sempre da spunti reali, infatti, i paesaggi di Friedrich consistono in rielaborazioni fantasiose, in cui vedute ed elementi vengono montati in maniera arbitraria, per orchestrare un significato allegorico. La mera riproduzione di un panorama è per il pittore priva di verità artistica, perchè questa scaturisce unicamente dal contatto tra il mondo e il sentimento.
"L'arte non può avere come fine l'imitazione...dunque il dipinto non deve porsi il fine di rappresentare la natura, ma solo di evocarla. Il compito dell'artista non consiste nella fedele rappresentazione del cielo, dell'acqua, delle rocce e degli alberi; sono la sua anima e la sua sensibilità a doversi rispecchiare nella natura"
L'immagine della sua città natale costituisce quindi un caso eccezionale, dovuto probabilmente a motivi affettivi. Il risultato è comunque assai distante dal vedutismo di Canaletto. Greifswald è vista da lontano e appare come un'oasi urbana entro un contesto naturale. Ai due campanili - della chiesa gotica di San Giacomo e di quella barocca di San Nicola, - fanno riscontro i mulini a vento, e tutto il primo piano è occupato dai prati, che, come enunciato dal titolo, costituiscono il vero soggetto dell'opera.
Friedrich aveva agito in maniera analoga pochi anni prima, sostituendo alla campagna il mar Baltico e raffigurando la cittadina al chiaro di luna. In entrambi i dipinti essa si distende all'orizzonte, le linee degli edifici già sfumate dalla bruma, richiamando alla mente i profili urbani che in molti suoi quadri danno corpo a una meta ideale cui tendere. La maestria dell'artista si dispiega nell'abbinamento di masse e tonalità, dando luogo a una composizione perfettamente bilanciata. (Mar L8v)
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