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Caspar Friedrich
Nuvole che si diradano
(Drifting Clouds)
1821
Olio su tela
18,3 x 24,5 cm
Amburgo, Hamburger Kunsthalle
Johanna Schopeenauer, madre del filosofo, ammirava nelle opere di Friedrich lo spazio riservato al cielo, che occupava spesso oltre la metà della tela. Catturare la mutevolezza dell'atmosfera - quell'aspetto, cioè, destinato a diventare il fulcro della pittura impressionista - era una sfida che non poteva non attrarre i paesaggisti, che proprio in questo periodo iniziarono a dedicarsi con crescente fervore agli studi sulle nuvole. Gli inglesi John Constable e William Turner, sotto l'impulso dell'acquarellista John Robert Cozens, più vecchio di una generazione, realizzarono numerose prove del genere, in assoluta contemporaneità con l'artista tedesco. Constable in particolare, privilegiò inquadrature casuali e una stesura di grande libertà, effettuata a colpi di spatola, mentre Turner lavorò piuttosto sulla dissoluzione di forme e colori nell'atmosfera.
Il piccolo dipinto di Friedrich, che prende spunto da un panorama ammirato nella regione dello Harz, ha un impianto compositivo molto semplice, che mira a privilegiare la mobilità e l'impalpabilità delle nubi. Oltre un primo piano di rocce si apre la distesa di un prato, nel centro del quale trova posto un laghetto di montagna; la sua acqua viene usata dall'artista come una sorta di specchio, che pare mutare tonalità sotto i nostri occhi, in base al passaggio delle nuvole.
La rappresentazione del cielo si apre nella metà superiore, quasi mescolandosi con le sfumature azzurrine delle vette sottostanti, la cui definizione si perde sempre più con il progredire della distanza. Così come i numerosi paesaggi immersi nella nebbia, il quadro di Amburgo esprime la fascinazione del pittore per l'indeterminato, che non soltanto ha il potere di attrarre lo sguardo dell'osservatore, ma anche quello di stimolare la fantasia e la partecipazione emotiva, effetto al quale tende gran parte della pittura e della letteratura romantica. (Mar L8v)
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