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Caspar Friedrich
Rovine del monastero di Eldena
(Klosterruine Eldena bei Greifswald)
1824-1825
Olio su tela
35 x 49 cm
Berlino, Alte Nationalgalerie
Il monastero cistercense di Eldena, situato nei dintorni di Greifswald, venne fondato nel 1199, ed edificato tra il XII e il XIV secolo. Distrutto a metà Seicento dall'esercito svedese, fu poi per un secolo utilizzato come cava, per essere in seguito - all'epoca di Friedrich - completamente abbandonato. L'artista lo raffigurò più volte in anni con tecniche diverse, modificando il contesto anche in maniera significativa, come accade in Abbazia del querceto. Allo stesso scenario funebre e pressochè irreale si sostituisce ora una visione idilliaca, potenziata dall'aggiunta di numerosi alberi. I resti dell'architetura sembrano diventati elementi della vegetazione, ricordando la componente religiosa che pervade la natura, con un'immediatezza di cui le "chiese di pietra" sono prive: per i teologi protestanti dell'epoca, quali Kosegarten e Schleiermacher, l'esperienza mistica del paesaggio aveva il medesimo valore di una messa.
In confronto a tale grandiosità, la piccolezza della casa - che esisteva realmente e fu demolita nel 1828 - dà la misura dell'abissale differenza che sussiste tra la vita umana e quella eterna. La stessa consunzione dei muri dell'abbazia è forse un Memento mori e ricorda la caducità delle imprese compiute dall'uomo, destinate comunque alla distruzione. L'atteggiamento di Friedrich nei confronti delle rovine gotiche è profondamente distante dalla pittura medievalista che stava diventando di gran moda, in parallelo al suo revival architettonico.
Non si tratta per l'artista di Greifswald di una concessione al gusto del pubblico, bensì della celebrazione di un momento storico ritenuto cruciale per la costituzione dell'identità nazionale e per la diffusione di un'autentica fede cristiana, lontana dal dogmatismo papale. Anche i disegni eseguiti in stile storicista per la realizzazione di un coro neogotico nella Marienkirche di Stralsund sono sottesi dalla speranza di un rinnovamento epocale, nell'avvento di una nuova era religiosa e politica. (Mar L8v)
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